La Lettura, 15 novembre 2020
Intestino e moschetto, Mussolini imperfetto
Scrive il lettore Bruno Berni: «Antonio Scurati l’ho visto qualche volta in tv e mi è parso un po’ pieno di sé. Ha cominciato con due ottimi libri (Il rumore sordo della battaglia e Il sopravvissuto), poi non mi è piaciuto più. È stato molto bravo a inventarsi la quadrilogia di M e il primo volume, Il figlio del secolo, era davvero bello. Trovo, invece, il secondo, M. L’uomo della provvidenza, poco stimolante. Ma forse è la vita di Mussolini in questo periodo a essere noiosa. Il secondo M mi sembra una occasione persa». Caro Berni, il primo M è un libro importante, forse più importante che bello. Anche il secondo è importante. In più, è molto bello. È bello l’inizio, con Mussolini tormentato da vili disturbi intestinali che sembrano una licenza (im)poetica e sono invece veri e paiono fatti apposta per rendere impossibile qualsiasi esercizio di autostima (il colmo per un dittatore). Bellissimo è il lungo racconto finale. Il raggelante, profetico e iettatorio appello muto dei martiri fascisti. Le digressioni quasi gaddiane sulla moda imperversante nel 1932 (decimo dell’era fascista) dello yo-yo (il cubo di Rubik dell’epoca) e sul fancazzismo del pizzardone di piazza Venezia. Il perfetto e teatrale dramma borghese di Margherita Sarfatti che fa vana anticamera a Palazzo Venezia. Lei che è stata amante pigmaliona del Duce, proto-Claretta intellettuale, biografa celebratrice del corpo di Benito «conosciuto nella nudità spudorata delle alcove», eminenza grigio-fucsia della prima ora. Cerca di confortarla, di riparare all’incresciosa situazione, il maestro di cerimonie Quinto Navarra (nome, anagraficamente reale, che Scurati fa suonare finto: così si scrivono i romanzi storici). Mussolini, asserragliatosi nella Sala del Mappamondo, si fa negare all’ex favorita. Non vuole vederla per tanti motivi o, magari, per uno solo, perché una volta lei intravide dietro il suo sorriso «qualcosa di irraggiungibilmente triste». Ma di cose da dire su M 2 ne restano parecchie.