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 2020  novembre 14 Sabato calendario

Un anno di Sardine

Tanto tempo fa, in una galassia lontana, le elezioni regionali dell’Emilia-Romagna erano considerate all’unanimità l’evento più importante del 2020. Pagheremmo oro per tornare a quei tempi. E lo farebbero senz’altro anche le Sardine, che di quella vicenda furono la rivelazione indiscussa, un fenomeno politico che ambiva a diventare sociale riportando la gente in piazza. Accadde un anno fa. All’improvviso, in piazza Maggiore si materializzarono 15.000 persone, mobilitate contro l’arrivo di Matteo Salvini. Nell’ultimo anno, quel movimento che giocò un ruolo importante a livello locale imponendo la semplice presenza fisica nella scena pubblica, è stato privato della sua carta migliore. Ma non erano solo massa, le Sardine. A livello nazionale ambivano a diventare un laboratorio di idee a largo respiro, da sviscerare «con linguaggio pulito, pulizia digitale e attitudine limpida al dibattito». Non era questione di nomi, ma di nobili principi. Nuotavano, per volare alto.
Oggi sono tornate laddove erano partite. Ma il mare si è prosciugato, diventando un rigagnolo. Quando tutto è cominciato si trattava di una scelta a suo modo epocale per la loro regione, tra sinistra e destra. Adesso Le Sardine non si muovono più per i grandi temi della politica. Fanno sentire il loro peso tramite comunicati che fanno liste di proscrizione sui candidati interni del Pd alle prossime elezioni amministrative di Bologna. La scelta tra Andrea De Maria, Elisabetta Gualmini e Mattia Lepore, non appartiene a quei temi universali e alti ai quali Mattia Santori e i suoi compagni di ventura dicevano di voler aderire e che avevano identificato come loro tratto identitario. Affrontarla dicendo questo non ci piace perché sta a Roma e forse non vuole le primarie, quest’altro invece è amico nostro, significa tradire le proprie origini, muovendosi come una lobby. Le nuove Sardine fanno nomi precisi, mettono veti. E così si lasciano trasportare dalla voluttuosa corrente della politica politicante. Fino a uno stagno dove le acque sono poco trasparenti.