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 2020  novembre 14 Sabato calendario

I vestiti sostenibili di Carlo d’Inghilterra

Dobbiamo conservare con cura ciò che abbiamo, perché il pianeta non aspetta più. Messi con le spalle al muro dal Covid e dagli sconvolgimenti climatici, forse oggi lo abbiamo compreso. Ma il principe Carlo d’Inghilterra ne è convinto da decenni, da quando parlare di sostenibilità era pura utopia.
«Da più di cinquant’anni ci rifiutiamo di lavorare in armonia con la Natura, dalla quale abbiamo preso molto più di quanto lei sia in grado di sostenere – dice il principe Carlo al Corriere della Sera —. Abbiamo creato una filosofia “usa e getta” che ci sta portando sull’orlo della distruzione. Da parte mia, mi sono sempre sentito obbligato a fare tutto il possibile per mostrare che esiste un modo migliore di operare. Ora, per fortuna, le persone sembrano ascoltare, ma è passato un tempo terribilmente lungo e temo che, se non agiamo adesso, sarà troppo tardi».
L’impegno concreto ora è The Modern Artisan, che ha visto The Prince’s Foundation (la fondazione del principe di Galles) unirsi alla Yoox Net-a-porter di Federico Marchetti, in una partnership per rafforzare le competenze sartoriali e formare professionalmente gli apprendisti artigiani nel Regno Unito e in Italia. Il risultato è stata la produzione di una collezione di luxury ready-to-wear uomo e donna lanciata giovedì sui quattro brand di Ynap (Net-a-Porter, Mr Porter, Yoox e The Outnet), 4,3 milioni di clienti. I primi dati sono positivi, con accessi in particolare da Italia, Stati Uniti e Giappone. «Yoox Net-a-Porter for The Prince’s Foundation» è stata disegnata da sei studenti italiani del centro di ricerca Fashion in Progress del Politecnico di Milano, mentre artigiani britannici hanno seguito corsi di formazione professionale per la produzione di lusso in piccole serie al Centro di Formazione Tessile di Dumfries House, quartier generale della The Prince’s Foundation nell’Ayrshire in Scozia. I proventi della vendita saranno donati alla Fondazione per preservare le competenze artigianali tessili.
Essendo all’insegna della sostenibilità, la collezione è destinata a durare nel tempo. È noto che lo stesso principe Carlo sia affezionato al proprio abbigliamento: «Appartengo a quel genere di persone – ha dichiarato anche di recente in una intervista a Vogue Uk — che farebbero riparare le scarpe, o qualsiasi capo di abbigliamento, se possibile, invece di buttarlo via», tanto da aver creato nella stessa Dumfries House un luogo dove è possibile far aggiustare qualsiasi oggetto, non solo abbigliamento. I 18 capi presentati sono stati disegnati, dunque, per passare da una generazione all’altra. Caratteristica che ha richiesto una selezione attenta dei fornitori e la scelta materiali di altissima qualità. Il cachemire e la lana, per esempio, sono stati forniti dal brand scozzese Johnstons of Elgin, mentre la seta – biologica, ecologica e tracciabile – dal Centro Seta in Italia. Sono stati preferiti materiali organici e naturali così come alle rimanenze di tessuto, scartando a priori le fibre sintetiche.
Carlo d’Inghilterra e il fondatore di Yoox si erano conosciuti alcuni anni fa e da allora hanno trovato un punto di incontro proprio nell’economia circolare. «È da tempo che credo che educare le persone e aumentare la consapevolezza delle sfide ambientali che dobbiamo affrontare sia della massima importanza – dice ancora il principe al Corriere —. Ho creato la Fondazione per sostenere un approccio sostenibile al modo in cui viviamo ogni aspetto della nostra vita». The Prince’s Foundation si occupa, tra l’altro, di architettura, pianificazione e urbanistica sostenibile, cibo, agricoltura e orticoltura e la conservazione delle arti tradizionali e abilità artigianali. «È tutto progettato per aiutare a salvaguardare l’ambiente e migliorare le comunità. Posso solo sperare che il lavoro svolto dalla mia Fondazione per sostenere l’industria tessile contribuisca a ispirare un passaggio verso una vera circolarità, lontano da un modello lineare di produzione-consumo-smaltimento».