la Repubblica, 14 novembre 2020
L’offerta della Grecia per lo smart working
AAA smart worker cercasi. Offresi: uno sconto del 50% sulle tasse. La Grecia apre la caccia (fiscale) ai nomadi digitali figli dell’era del coronavirus e prepara – come già hanno fatto Bermuda, Barbados, Georgia ed Estonia – un progetto di legge che consentirà di trasferirsi a lavorare sotto il Partenone o in un’isola vista Egeo pagando per sette anni la metà delle tasse. «La pandemia ha dimostrato che possiamo scegliere dove vivere senza perdere il posto – ha spiegato al quotidiano Kathimerini Alex Patelis, consigliere finanziario del premier Kyriakos Mitsotakis –. E noi vogliamo offrire un’opportunità a chi decide di venire in Grecia».
Il piano di Atene (vale solo per il 2021) punta in prima battuta a facilitare il rimpatrio degli 800 mila cittadini ellenici che vivono all’estero. Ma l’obiettivo è anche quello di cercare di attirare nel paese gli orfani della Brexit e altri cittadini europei che durante il Covid- 19 hanno scoperto che le tecnologie digitali consentono di lavorare – e bene – anche in remoto.
La mossa ellenica non è una novità assoluta. Anzi. Il boom dello smart working ha accelerato la corsa (già iniziata da tempo) al portafoglio e ai versamenti fiscali dei nomadi digitali, le persone che – lavorando per lo più in remoto – possono scegliere qualsiasi angolo del mondo come loro residenza, anche erariale.A giocare d’anticipo, forti del loro appeal tropicale e della prossimità con il ricco mercato del lavoro americano sono stati Bermuda e Barbados. Che con nove e sette morti di Covid dall’inizio della pandemia offrono anche una certa sicurezza sanitaria. Bermuda garantisce un anno di residenza (e zero tasse sui redditi) a chi si trasferisce sull’isola dopo aver dimostrato l’indipendenza economica, aver passato un attento esame medico e fatto la quarantena.
«È un modo di far crescere la nostra economia senza rubare il posto ai locali», ha spiegato il ministro del Lavoro Jason Hayword. Trasferirsi a Barbados è un po’ più complicato: bisogna pagare 3 mila dollari di tassa di soggiorno e dimostrare di avere un reddito annuale di almeno 50 mila dollari. Ma anche qui, una volta ottenuto l’ok, si passa un anno al riparo dal fisco e con aliquota zero.L’Estonia, uno dei paesi più digitali d’Europa, si era già mossa ben prima della pandemia con un piano di e-residency cui hanno aderito già 70 mila persone e che vale a maggior ragione anche oggi. Bisogna avere in questo caso almeno 3.350 dollari di stipendio mensile e voilà, il gioco è fatto, con l’ok alla cittadinanza e una tassazione low-cost al 20%.