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 2020  novembre 13 Venerdì calendario

Periscopio

Trump non ha inteso esportare il modello americano nel mondo. Si è limitato a proteggere gli Stati Unii dal mondo. Marcello Veneziani. La Verità.
Conte ha sempre dichiarato: «Rifarei tutto». Ed è stato di parola. Oggi infatti ripete gli errori di ieri. Tale e quale. Peccato che il risultato netto sarà: migliaia di morti in più, decine di miliardi di pil in meno. Luca Ricolfi. Il Riformista.

Facendo l’avvocato, Silvio Berlusconi lo avevo conosciuto nei primi anni Ottanta. Nel ’93 lo incontro a una riunione politica all’albergo Four Season di Milano. Di sicuro c’erano anche Roberto Moroni e Saverio Vertone. In quell’occasione vidi un dettaglio che mi face capire che Berlusconi avrebbe vinto le elezioni: i camerieri dell’albergo lo salutavano tutti. Giulio Tremonti, 7.

Abbiamo perso un’occasione storica con Benedetto XVI, un vero papa laico, il suo magistero ci aiutava a difendere la civiltà occidentale. Francesco, con tutto il rispetto, usa parole d’ordine da giustizialismo argentino. Marcello Pera, ex presidente del Senato (Antonio Polito). Corsera.

Disegnavo Craxi in abiti fascisti, D’Alema con i baffetti di Hitler. Renzi? È Pinocchio, il bugiardo. Il Geppetto che gli ha dato vita, è Napolitano. Su Renzi non ho mai fatto vignette feroci, né gli ho dato del ladro. È uno che non conta niente e come tale lo faccio. Giorgio Forattini, vignettista politico (Giancarlo Perna). Libero.

Gilles Deleuze ammette che avrebbe voluto tenere un corso di filosofia su come Dylan scrive e organizza una canzone. Niente metodo o ricette. Molta improvvisazione. È quello che ho imparato a fare. Mai usare appunti durante la lezione e muoversi come se dovessi costruire un collage di immagini. Per incuriosire gli studenti devi imparare a fare il disc-jockey della cultura. Per questo, gioco su più tavoli e scrivo di letteratura e poesia, pittura e musica. Alessandro Carrera (Antonio Gnoli). La Repubblica.

Ciò che mi avvicina a Fabrizio Corona, un personaggio che avevo odiato fino a poco tempo fa, è che lui sta al sistema del gossip quanto io sto alla letteratura, esiste per farlo saltare, pur facendone parte, ha il coraggio di mettersi in gioco completamente, e in questo gioco è lui a vincere, perché è vero, perché in un mondo di ipocriti lui è sincero e l’ipocrisia altrui è il suo business. Massimiliano Parente. Il Giornale.

Resto impressionato dalla mia conterranea Elisia Todesco, alias Taylor Mega, figlia di un allevatore di tacchini, assistente sociosanitaria che era destinata a cambiare i pannoloni agli anziani in un ricovero e invece, grazie a Istagram, si mantiene mostrando le sue curve. Gianluca De Bortoli creatore di Facecjoc, il promo social italiano (Stefano Lorenzetto). Corsera.

A diciannove anni, avevo appena vinto il primo Roland Garros, mi dissero che non avrei più potuto giocare, per una malformazione al piede sinistro. Il dolore era tale che mi allenavo a colpire la pallina seduto su una sedia in mezzo al campo. Poi sono guarito, grazie a una soletta che cambiava la posizione del piede, ma mi infiammava le ginocchia... Rafa Nadal, campione di tennis (Aldo Cazzullo), Corsera.

La mia prof di canto disse che ero stonata perché ero come mio papà, talmente timida che non mi usciva la voce. Orietta Berti, cantante (Renato Franco). Corsera.

Marga, come suo marito Heinrich Himmler, è una nazista convinta, membro del partito. Chiama gli ebrei «la banda» e, se a volte è magari un po’ seccata dal fatto che il suo «caro», il suo «bello adorato», invece di tornare a casa per il weekend, resta fuori perché «c’è un’enorme mole di lavoro» da fare, capisce benissimo che «il Führer», «la patria», «la razza» e «il lavoro» (sappiamo quale, l’anno è il 1941) vengono prima di tutto. Diego Gabutti. Informazione corretta.

Stalin, appena arrivato al potere, potenziò il laboratorio segreto dei veleni, affidandolo a uomini di sua assoluta fiducia, come Jacoda, che fece eliminare col veleno tutti gli uomini che infastidivano il georgiano, a cominciare dallo scrittore Maksim Gorkij e suo figlio, definiti «fastidiosi». Aldo Forbice. La Verità.

Se c’è un’esperienza in cui ti sembra di poter toccare – non afferrare, ma toccare sì – il senso intero della vita, è quella che si prova assistendo a un grande concerto. Non c’è altra esperienza umana che illumini di colpo tutto quello che hai vissuto, che stai vivendo, che vivrai. Durante un concerto, è come se improvvisamente lampeggiasse almeno per qualche istante il significato del tutto. È un’immagine non traducibile in parole. Che solo la musica può far apparire, luminosa, davanti a te. Edoardo Albinati, scrittore (Nicola Mirenzi), Huffington Post Italia.

Gassman era di una generosità incalcolabile. Sia dal punto di vista umano che professionale. Non ho potuto pagare la mia parte di una cena. Nessuno lo ha mai potuto fare. Era di manica larga, compreso con gli approfittatori. Giulio Base, regista, allievo e amico di Vittorio Gassman (Stefano Baldolini), Huffington.

I 257 impiegati del Louvre sono messi sotto torchio per il furto della Gioconda. Le sale vengono setacciate da 60 gendarmi che perquisiscono i visitatori. Tutte le porte del museo vengono sbarrate e il personale viene subito convocato per i primi interrogatori. Sono 257 impiegati, ci vuole tempo: ma sembrano tutti puliti, con alibi di ferro. Il giorno dopo la notizia è su tutti i giornali. C’è chi offre ricompense e chi si lancia in spericolate dietrologie chiamando in causa la nemica Germania, con la quale ci si scannerà a breve nelle trincee del fronte occidentale, tra soli tre anni. «Ci rubano le colonie, e ora anche i nostri capolavori», gridano i titoli dei quotidiani più sciovinisti, seminando altro odio contro i «boches», i «crucchi mangiacrauti». Maurizio Pilotti. Libertà.

Io volevo viaggiare. Mamma laureata in letteratura tedesca, papà industriale tessile.Nonostante vivessimo a Como e dunque lontani dai bombardamenti più devastanti, la guerra ci aveva segnato nel profondo. Ricordo un senso di oppressione, di isolamento. Alla fine del conflitto volevo fare una cosa sola: girare il mondo. Partii per l’Africa Settentrionale, andai a intervistare Muhammad Nagib, primo presidente dell’Egitto. Un viaggio rischioso all’epoca, siamo nei primi anni Cinquanta. Margherita Bulgheroni, prima traduttrice dei Beatles (Roberta Scorranese). Corsera.

Si sentì dire che non aveva ancora imparato, in tanti anni, che per festa del Thanksgiving Day si mangia il tacchino arrosto, non il cappone lesso. Guido Morselli, Il comunista. Bompiani 1976.

Solo chi non capisce una donna può amarla a lungo. Roberto Gervaso.