il Fatto Quotidiano, 12 novembre 2020
Il cognome Mussolini non ha origini ebraiche
Sono sempre interessanti le divagazioni sull’origine ebraica di Benito Mussolini (qualcuno disse anche araba, la mussolina…) però, penso, decisamente “aeree”. In realtà i soliti pazienti canonici hanno ricostruito l’intero albero genealogico dei Mussolini (riportato nel mio libro Il fabbro di Predappio, Mulino 2010) partendo dal 1645 e dalla zona di Civitella di Romagna: capostipite un certo Paolo Mucciolini, contadino, proveniente dalla frazione di Mucciolino, in dialetto Musslèn e forse nato a Calboli di Rocca San Casciano nel 1620. Mucciolini il cognome originario. Dopo di lui viene Francesco Mussolini, contadino a Calboli di Rocca San Casciano. C’è una interruzione dei contadini Mussolini: Paolo infatti risulta sergente della Milizia delle Bande (Calboli, 1701-79). Si riprende con Giacomo Antonio, piccolo proprietario a Montemaggiore di Predappio Alta (1805-1842), dove gli succede il figlio Luigi Mussolini (1834- 1908) che scade nel 1908 da piccolo proprietario a bracciante stagionale riempiendosi di debiti anche per curare la moglie Caterina (conservo una lettera autografa dell’arciprete che cerca di aiutarlo), sorella di un mio bisnonno Antonio invece apprezzato fattore dei Paulucci de’ Calboli (famiglia poi di martiri antifascisti). Tanto che il figlio Alessandro (1854- 1910) è dunque il primo dei Mussolini a non apprendere il mestiere di contadino, ma quello di fabbro ferraio. La seconda officina dove impara è retta da artigiani anarchici e lui si fa anarchico e poi socialista rivoluzionario facendo pure (bene) il sindacalista e l’assessore a Predappio Alta, perseguitato, incarcerato. Muore poi a Forlì dove ha aperto un’osteria. Al funerale il figlio Benito ancora socialista massimalista di lui dirà: “Ci lascia un tesoro: l’Idea!”. E che in quel 1910 l’idea fosse ancora, magari confusamente, socialista non v’era dubbio.