Avvenire, 12 novembre 2020
Camerun, calciatori premiati dopo 30 anni
I componenti della rosa del Camerun che ha partecipato a Italia ’90 riceveranno il premio promesso loro trent’anni fa per aver raggiunto i quarti di finale. Venerdì 14 agosto il ministro dello sport camerunese, l’omologo responsabile degli alloggi e alcuni rappresentanti della nazionale camerunese si sono riuniti e hanno stabilito che entro fine agosto a ogni membro di quella selezione verrà consegnata una nuova casa.
L’enorme ritardo, apparentemente inspiegabile, sarebbe dovuto al fatto che il ministro dello sport dell’epoca aumentò la lista delle persone da premiare da ventidue – il numero dei calciatori convocati – a quarantaquattro. L’agenzia immobiliare incaricata di fornire una casa nuova ai calciatori protagonisti della cavalcata al mondiale italiano avrebbe avuto difficoltà a soddisfare quella richiesta inaspettata e, prima ancora di ricevere la conferma dei nominativi da parte del ministro dello sport, quest’ultimo fu dimesso e la faccenda finì nel dimenticatoio. A riportarla alla luce è stato Bertin Ebwelle, presidente dell’associazione degli ex calciatori della nazionale, che, approfittando del trentennale di Italia ’90, ha esortato il presidente Paul Biya a mantenere la promessa fatta dal governo. Biya, che è in carica dal 1982 ed era dunque al corrente dell’ingiustizia, ha finalmente deciso di accelerare il processo di assegnazione delle case. La questione legata ai premi è costante argomento di dibattito all’interno delle nazionali calcistiche africane, investite da continui scandali di corruzione dovuti all’instabilità socio-politica di gran parte dei paesi del continente e di conseguenza delle Federcalcio locali. Spesso, il mancato accordo tra calciatori e federazioni, una promessa non mantenuta da parte dei dirigenti o un tentativo di ricatto dei giocatori ha portato all’ammutinamento o a minacce degli stessi, poi spesso rientrate, di non presentarsi alle partite, tanto in Coppa d’Africa come ai Mondiali. Pertanto, un ritardo di trent’anni sulla consegna dei premi sorprende fino a un certo punto. Ciò che risulta grottesco, invece, è il fatto che tre componenti della rosa del Camerun di Italia ’90, la prima selezione africana a raggiungere i quarti in una rassegna iridata, non potranno mai riscuotere il premio perché nel frattempo sono passati a miglior vita. Tra loro, oltre a Benjamin Massing e Louis Paul Mfede, anche l’allora capitano Stephen Tataw, deceduto il 31 luglio scorso quando le varie autorità statali coinvolte stavano sbloccando la situazione. L’icona di quei Leoni Indomabili, il goleador Roger Milla, ha parlato a una radio locale e ha espresso tutta la sua contentezza per quello che reputa un riconoscimento concreto al contributo che quel Camerun diede allo sviluppo del calcio nazionale. François Omam-Biyick, l’autore del gol che sconvolse il mondo nella gara inaugurale contro l’Argentina di Maradona, si è unito all’ex compagno e ha addirittura ringraziato (provocatoriamente?) il presidente Biya. «Meglio tardi che mai», avrà aggiunto tra sé e sé.