ItaliaOggi, 11 novembre 2020
Periscopio
Conte non sa più cosa vietare. Per ora aumenta i controlli. Salvatore Dama. Libero.
Nel sintonizzarsi con i grandi del pianeta, Berlusconi non aveva eguali. Con quelli del gradino sotto, invece, ha sempre avuto problemi. Giulio Tremonti. 7.
Se il Paese è inerte e non produce o produce poco, manca la liquidità e non si può pretendere che Palazzo Chigi, guidato da un presidente improvvisato, sia in grado di fare miracoli. Vittorio Feltri. Libero.
Il caso Palamara certifica che le correnti della magistratura sono un veleno, altro che «pluralismo culturale» e la magistratura governata dal Csm è come la scuola governata dai sindacati. Marcello Pera, ex presidente del Senato (Antonio Polito). Corsera.
A differenza di molti miei colleghi che si sono rifugiati nei paradisi fiscali, io pago le tasse in Spagna perché sono spagnolo. E sono felice di esserlo. Certo, quando arriva il conto del fisco sono un po’ meno felice. Ma ho avuto la buona sorte di nascere in un Paese di molte virtù. Mi sento profondamente manacorì (della città di Manacor), maiorchino (di Maiorca), spagnolo ed europeo. E mi sento quattro volte fortunato. Rafa Nadal, campione di tennis (Aldo Cazzullo), Corsera.
Ho guadagnato molto ma l’unico sfizio che mi sono concesso nella vita è stata una Porsche che peraltro ho preso prima che nascesse il primo figlio, se avessi lasciato passare del tempo forse non l’avrei comprata per scrupolo. Ho paura di perdere il controllo, ho sempre avuto paura di perdermi. Debutti giovanissimo, arrivano i soldi, poi tanti soldi. Le donne, le serate, le feste: basta pochissimo per perdersi, ne ho visti tanti smarrirsi. Aldo Serena, ex calciatore (Roberta Scorranese). Corsera.
Il modello delle mie comunità per il recupero dei drogati è la segregazione? Macché. La comunità è una piccola repubblica, ciascuno è libero di entrare come di uscire. Nessuna costrizione. Però, una volta accettato lo schema, bisogna adeguarsi. Da noi non passano giornali, niente radio, né tv: perché costituirebbero una cinghia di trasmissione tra il mondo e la nostra casa, introducendovi degli elementi ansiogeni. La sera, senza tv, senza giornali, potrebbe essere noiosa. Non è vero: ci sono i libri. E le discussioni. Hanno riscoperto il gusto di chiacchierare, e hanno capito che l’uomo ne ha assoluto bisogno se non vuole incupirsi nel proprio vuoto. Un vuoto che molti ragazzi riempiono di droga. Padre Eligio (Vittorio Feltri). Libero.
Roberto Gervaso assesta gli occhialini alla Gandhi e invece di continuare sulla depressione mi elenca le sue convinzioni sanitarie. «La salute è uno stato provvisorio che non annuncia nulla di buono. È per questo che si deve andare dal medico quando ancora si sta bene. Quando Vittoria (sua moglie, ndr) organizza una cena, a tavola c’è sempre il cardiologo (Roberto ha subito sette ore di operazione a cuore aperto per l’inserimento di un paio di by pass, ndr) e un anatomopatologo che, in caso di decesso improvviso, possa fare la biopsia e, comunque, evitare i casi di morte apparente». Roberto Gervaso, scrittore. (Giancarlo Perna). Libero.
Mi sono occupato a lungo di Bob Dylan. Tutto l’ultimo suo disco, compreso Murder Most Foul, suona come la chiusura di un cerchio. C’è Kennedy, ma anche Martin Luther King, c’è l’intera musica americana del ’900 e non solo. Di Schönberg, un suo allievo diceva che era un conservatore che si era inventato una rivoluzione per poter conservare meglio quello che voleva. Si può dire la stessa cosa di Dylan. Alessandro Carrera (Antonio Gnoli), la Repubblica.
Il giovane svizzero Ulrich Hoepli (23 anni, uomo fatto per quei tempi) inaugura la sua prima libreria milanese in Galleria de’ Cristoforis e poco dopo dà il via anche alla casa editrice. Dice Matteo Hoepli (quinta generazione): «Il fondatore ha inventato l’editoria scientifica italiana, allora inesistente, ispirandosi al modello tedesco dell’Handbuch. Chi è venuto dopo, anche i migliori, con produzioni impeccabili, ha copiato da lui». Matteo Hoepli, editore (Marta Ghezzi). Corsera.
Uno pensa che rimpianti può avere uno come Gassman. Uno che ha avuto quattro donne diverse, quattro figli. Ma ne aveva di rimpianti. Non ha visto tutti i Paesi del mondo, non ha recitato tutto il recitabile. Io mi commuovo ancora quando lo sento declamare col suo vocione l’ultima frase di Affabulazione di Pier Paolo Pasolini. «Io avrei voluto fare ancora qualcosa». Era Vittorio che diceva lasciatemi ricominciare da capo. Lui che chiedeva altro tempo. Era un fatto fisico e anche metafisico. Giulio Base, regista, allievo e amico di Vittorio Gassman (Stefano Baldolini). Huffington.
I Democratici hanno scelto, con Biden, una personalità capace di unire il campo progressista. Ma non è stata una campagna elettorale all’insegna del buonsenso. C’è stato uno scontro drammatico di sistema. È vero che si è parlato poco di programmi, ma il terreno di contesa, come mai prima d’ora nella storia Usa, è stato quello dei principi di libertà e democrazia, proprio come ha più volte detto Biden. C’è un video dei Democratici, diventato virale, in cui Trump è paragonato a Hitler. Non mi sembra certo un messaggio moderato. Massimo D’Alema (Federica Fantozzi). Huffington.
Marisa Bulgheroni, nata nel 1925 a Como, ha quindi 95 anni. Americanista, curatrice del Meridiano di Emily Dickinson, romanziera che ora vive a Milano. «Ho avuto una vita lunga e felice. Mio marito Ennio è morto nel 2011 e ho voluto dedicargli adesso un libro. Lui ha sempre desiderato che gli dedicassi un libro dal titolo «Stella nera». Un lungo, commovente, ma mai retorico addio. Esce adesso perché mi sono accorta che negli ultimi tempi la sua voce non c’era più. La sua presenza ha continuato per anni a riempire la casa, le mie giornate. Poi basta. E allora ho voluto costruire un edificio di parole per lui, per dirgli: «Torna, qui c’è una casa fatta apposta per te». Margheria Bulgheroni, prima traduttrice dei Beatles (Roberta Scorranese). Corsera.
Sono sicuro che Tik Tok sbancherà tutti. La app cinese fatta solo di video attira i ragazzini. Le nuove generazioni non leggono e non scrivono: guardano e basta. Gianluca De Bortoli creatore di Facecjoc, il primo social italiano (Stefano Lorenzetto). Corsera.
Mentre una notte se n’annava a spasso, la vecchia tartaruga fece er passo più lungo della gamba e cascò giù con la casa vortata sottoinsù. Un rospo je strillò : «Scema che sei. Queste sò scappatelle che costeno la pelle…». «lo so» rispose lei «ma prima de morì, vedo le stelle». Trilussa.
Quante donne ho seguito con la speranza di non raggiungerle mai. Roberto Gervaso.