Il Sole 24 Ore, 8 novembre 2020
Biden presidente, in Borsa restano due incognite
Se Wall Street dal 3 novembre ha guadagnato il 6% e il Nasdaq l’8,5%, con i listini europei che hanno seguito a ruota, il motivo è uno solo: le Borse negli ultimi giorni puntavano sul fatto che Joe Biden diventasse presidente degli Stati Uniti senza però conquistare il Senato. Gli investitori scommettevano insomma su un Biden “dimezzato”: vincente alla Casa Bianca, perdente in una delle due Camere. Dunque impossibilitato a realizzare la parte del suo programma più indigesta ai mercati finanziari. All’alba della nuova settimana questo scenario sembra concretizzarsi, almeno nella prima parte: l’effettiva vittoria di Biden dovrebbe consolidare, tra gli investitori, le scommesse fatte settimana scorsa. L’umore sui mercati dovrebbe dunque restare buono. Senza grandi strattoni prevedibili, a meno di prese di profitto.
Ci sono però due incognite che potrebbero turbare le Borse in futuro, perché non sono scontate nei prezzi. Da un lato la paralisi istituzionale: cioè il caso in cui Trump non lasci la Casa Bianca e avvii lunghi e incerti ricorsi fino – nel caso più estremo – all’insediamento del nuovo presidente a gennaio. Questo è lo scenario peggiore, che potrebbe avere serie ripercussioni sui mercati finanziari. Dall’altro la vittoria Democratica al Senato. Questo scenario, non scontato oggi dal mercato, potrebbe causare qualche aggiustamento in Borsa.
Biden «dimezzato»
Calcola Andrea Siviero, Investment Strategist di Ethenea, che storicamente il mercato azionario Usa ha ottenuto i migliori risultati con un presidente democratico e un Congresso diviso: in media, in questa situazione politica, il rendimento annuo è stato del 13,4%. Questa volta – stando almeno alle premesse – non dovrebbe fare eccezione. «Il mercato è rasserenato dal fatto che Biden possa sostituire la politica erratica di Trump, ma anche dal fatto che l’onda blu non c’è stata – osserva Andrea Delitala, Head of Investment Advisory di Pictet -. Questo significa che il nuovo presidente dovrà fare una politica il più possibile bipartisan, lasciando inattuate le sue promesse più indigeste ai mercati».
Questo significa, nel concreto, che probabilmente Biden non alzerà le tasse alle imprese, come promesso. Che non varerà una stretta regolamentare per contenere lo strapotere dei colossi tecnologici. È vero che senza la maggioranza al Senato Biden non potrà neppure varare il grande pacchetto di stimoli monetari promessi, ma è anche vero che questo potrebbe spingere la Federal Reserve ad aumentare gli stimoli monetari per compensare la mancanza di quelli fiscali. Scenario positivo per i mercati.
Le due incognite
Il peggiore degli scenari, sempre guardando il mondo con gli occhi delle Borse, è che Trump porti all’estremo la sua lotta legale per non farsi da parte. Nel caso di una paralisi istituzionale fino addirittura a gennaio, data in cui Biden dovrà insediarsi alla Casa Bianca, la reazione dei mercati non sarebbe certo positiva. Ma, per ora, questo è uno scenario lontano.
L’altro non scontato nei prezzi è invece quello in cui i democratici ottengano la maggioranza anche al Senato. È ancora possibile, visti i ballottaggi a gennaio. Se questo accadesse, la teoria del Biden «dimezzato» cadrebbe. Questo potrebbe penalizzare in Borsa le società tecnologiche (che rischierebbero normative più severe) e le società farmaceutiche. Si tratta di due settori che in Borsa pesano molto, dato che solo il tecnologico costituisce circa un quarto dell’intero indice di Wall Street. Per contro, però, altri settori di Borsa (come le infrastrutture, le costruzioni e le energie rinnovabili) potrebbero beneficiare di questo scenario.