ItaliaOggi, 7 novembre 2020
Periscopio
Il virus avanza zoppicando, uccide meno però colpisce più gente. Vittorio Feltri. Libero.
Nell’ultima assemblea nazionale del Psi, quando l’ordine alfabetico arrivava al sottoscritto, l’elenco era: Tremonti Giulio, Treu Tiziano, Veronesi Umberto. Questo per dire di che cosa si trattava. Giulio Tremonti. 7.
La guerra è la sfogo supremo della solitudine umana. Franco M. Scaldaferro, Aritmie del sentimento. Supernova, 2003.
Silvio Berlusconi ebbe l’intuizione di aderire al Partito popolare della Merkel. Aveva ragione lui. Non puoi governare l’Italia se non fai parte delle forze di governo in Europa. Marcello Pera, ex presidente del Senato (Antonio Polito). Corsera.
Solo l’intervento di Mattarella ha bloccato l’obbrobrio della polizia che entra nelle case a controllare con chi siamo, una misura da Unione Sovietica, del tutto incostituzionale. Roberto Formigoni. Libero.
L’ossessivo ripetersi degli stessi errori ha una sola possibile spiegazione: questo governo non riesce a guardare oltre l’immediato, decide sulla base idi informazioni già invecchiate, che siano contagi o sondaggi di popolarità. Eppure è chiamato alla doppia sfida di superare l’emergenza e programmare i prossimi decenni con un piano che si chiama appunto Next generation Ue, prossima generazione. Stefano Feltri. Domani.
Cossiga non era il classico democristiano. Ma un uomo sofferente e imprevedibile. La morte di Moro accentuò il suo lato tragico. Era ossessionato dalla visione di un Paese disossato, privo di spina dorsale e perciò incapace di darsi un futuro all’altezza delle sfide moderne. Il malumore e una certa frustrazione inghiottirono i suoi sogni presidenzialisti. No, non credo che abbia avuto una serena vecchiaia. Salvatore Veca, filosofo (Antonio Gnoli), la Repubblica.
La giornata tipo dei miei ospiti è questa. Sveglia alle 7, colazione, e via al lavoro: nei campi, che sono nostri; nei laboratori artigianali che pure sono nostri; nel ristorante, nostro anche questo. Pulire, lavare, stirare: qui l’ordine è tenuto con pignoleria. Si pranza tutti insieme, poi si ricomincia il lavoro, che non manca mai. Se vogliamo mantenerci non possiamo stare con le mani in mano. Persino il pane lo facciamo dentro, così l’olio. Il vino no, quello, i tossici, fanno il piacere di non berlo. Proibite anche le sigarette: per tre anni almeno si devono scordare di quello che in qualche modo non è puro sostentamento. Sono qui per curarsi, non per capriccio. Padre Eligio (Vittorio Feltri). Libero.
La cultura asiatica ha costituito un catalizzatore mostruoso per il bacillo di Lenin. La disciplina e la crudeltà dell’Asia hanno conferito una dimensione mostruosa al comunismo. In due generazioni il comunismo asiatico, sia nella forma cinese, vietnamita, cambogiana e coreana ha disintegrato decine di milioni di uomini e di donne, inghiottiti senza alcun rimorso da un Moloch senza testa e senza anima. Hèlie de Saint Marc, ufficiale francese della Legione straniera, Mèmoires. Perrin, 1995.
Perché mi abbiglio da dandy? Per anni, non avendo una lira, mi sono accontentato di due giacche e due cravatte. Appena ho avuto due soldi, mi sono sbizzarrito. L’amore per stoffe, colori, abbinamenti, ce l’ho dentro. Mi ispiro, dal punto di vista dell’abbigliamento, agli anglosassoni. Il formalismo italiano la dice lunga sulla nostra classe dirigente. Hanno armadi pieni di abiti uguali: dieci gessati, dieci vestiti scuri ecc. Gli angloamericani, invece, con responsabilità finanziarie e imprenditoriali, triple, sono pieni di fantasia: tight, bombette, papillon, ghette. I nostri si sentono credibili solo in veste da pompe funebri. Gli inglesi, più liberi, si prendono bonariamente in giro. Quando io vado in giro con gilè e cravatte di mia invenzione, gioco e mi diverto con me stesso. Oscar Giannino (Giancarlo Perna). Libero.
In Italia non si pratica la politica vera ma la politique politicienne, come dicono i francesi. È fatta solo di schermaglie o di «ammuina», quella descritta in un editto borbonico tramandato ai posteri e conservato nell’Archivio centrale dello Stato: «All’ordine: “Facite ammuina!” tutti chilli che stann’ a prora vann’a poppa e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora; tutti chilli che stann’a dritta vann’ a sinistra e chilli che stann’ abbascio vann’a coppa e chilli che stanno n’ coppa vann’abbascio; chi non tiene nient’ffà, s’aremini a ’cca e a ’lla”. Alberto Ronchey, Il fattore R, conversazione con Pierluigi Battista. Rizzoli, 2004.
Il falling man, l’uomo che precipita del grattacielo di NY colpito dagli islamisti, ritratto dal fotografo Grey, non aveva afferrato due tovaglie o due tende legate insieme (tanti quel giorno lo fecero, è incredibile che cosa siamo disposti a credere quando l’abisso ci guarda negli occhi) nel tentativo patetico e disperato di usarle come paracadute. Le tovaglie si strappavano, e il risultato era sempre lo stesso: quei poveretti morivano dopo dieci interminabili secondi di volo, disintegrati in pezzi sul marciapiedi alla base delle Torri. Pare che chi l’ha sentito non abbia mai dimenticato il rumore di quei corpi che piombavano dal centesimo piano: un tonfo osceno, sordo, come una grossa esplosione soffocata. Maurizio Pilotti, Libertà.
Sai papà, è nato il 23 settembre scorso il tuo primo pronipote, Martino. È nato nella sala parto candida di un ospedale di Milano. In quell’istante in cui si passa la frontiera da un mondo all’altro, attoniti, il suo primo pianto deve essere stato uguale al tuo, in una notte del 1914. Era di maggio: mi immagino, per le vie di Parma, il profumo dolce dei tigli e l’alba che si alzava, silenziosa. In una casa dell’Oltretorrente una luce incerta. Passi affannati, voci di donne. A tratti, laceranti, le grida di tua madre. Fu un parto difficile, tu eri appena all’ottavo mese. Le mani rudi e sapienti di un’ostetrica nata nell’Ottocento, a strapparti fuori a fatica. Passavano intanto in strada i carri che andavano al mercato, nello zoccolio mansueto dei cavalli. Un gallo, aspro, cantava dal pollaio nel cortile. Marina Corradi, Lettere a mio padre Egisto. Gazzetta di Parma.
Scoprii per caso, a dieci anni, di essere stata adottata. Scovai una scatola con tutte le lettere che la famiglia di origine aveva spedito a quella adottiva, comprese le attestazioni degli aiuti in denaro. Pensa che mia madre non spese nemmeno un centesimo di quei soldi: li mise da parte per me. È stata una madre perfetta. Vivian Lamarque, poetessa (Roberta Scorranese). Corsera.
Solo chi non capisce una donna, può amarla a lungo. Roberto Gervaso.