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 2020  novembre 07 Sabato calendario

Londra, l’eutanasia è un motivo per violare il lockdown

Il governo britannico lo ha chiarito senza imbarazzo, giovedì, nel giorno in cui è scattato il secondo lockdown: uno strappo alle restrizioni sulla mobilità e ai viaggi fuori dai confini nazionali è «ragionevolmente» ammissibile per chi vuole andare a morire all’estero in una delle cliniche che praticano il suicidio assistito. In un intervento alla Camera dei Comuni, il ministro della Salute, Matt Hancock, ha messo le mani avanti: «Resta un reato incoraggiare o aiutare un’altra persone a morire» ma, ha aggiunto, chiunque decidesse di farlo durante il lockdown «non infrangerebbe la legge».
In tempi di pandemia prendere un aereo per andare a morire, per esempio in Svizzera o Belgio – Paesi tra quelli europei ad aver legalizzato l’eutanasia e il suicidio assistito – diventa nel Regno Unito «essenziale», come lo sono le altre attività consentite dal piano di contenimento del virus: andare a scuola, fare la spesa, uscire di casa per una corsa al parco. Non lo sono, invece, le funzioni religiose messe al bando fino al 2 dicembre. nonostante il dissenso espresso dalle comunità.
La precisazione del ministro Hancock è stata sollevata dal deputato conservatore Andrew Mitchell che ha portato all’attenzione di Westminster la storia, raccontata dal Times, di una donna in stato terminale per un cancro al seno che ha dovuto anticipare la morte programmata presso la clinica svizzera “Dignitas” nel timore di non poter lasciare il Paese per effetto del lockdown. Ex dirigente medico, la donna (45 anni) ha confessato che l’emergenza Covid-19 l’aveva costretta a partire per Zurigo prima di essere davvero pronta a farlo. Mitchell ha usato la testimonianza per denunciare il carico di sofferenza in più a cui sono costretti i malati terminali durante la pandemia, forzati a rinunciare al desiderio di farla finita perché la legge non lo consente. L’ultimo tentativo di introdurre il suicidio assistito nel Regno Unito risale al 2015, quando un provvedimento di iniziativa laburista fu bocciato ai Comuni con 330 voti contrari e 118 favorevoli. Da allora, le pressioni per una riapertura del dibattito non sono mai state allentate nonostante la formale opposizione della British Medical Association, che rappresenta i medici britannici. Il ministro Hancock ha lasciato intendere che l’autorizzazione di un corridoio aereo verso i Paesi aperti all’eutanasia è, per il momento, l’unica cosa che il governo intende fare a riguardo. «Trattandosi di una questione di coscienza – ha sottolineato – non si prende posizione».
Capitolo chiuso? L’esecutivo aveva ostentato la stessa risolutezza anche nel declinare la richiesta di rendere permanente il servizio di “aborto fai da te” introdotto in via straordinaria all’inizio della pandemia. A distanza di quattro mesi, ha fatto però marcia indietro autorizzando una consultazione pubblica, ancora in corso, che potrebbe portare a una sostanziale modifica della legge attuale sull’interruzione della gravidanza. Nello stesso giorno in cui il governo autorizzava i viaggi all’estero dei cittadini in attesa di suicidio assistito, l’università di Manchester disponeva reti e transenne lungo il perimetro delle residenze studentesche per limitare la diffusione del virus attraverso il via vai degli universitari. Scoppiata la protesta, le barriere sono state poi rimosse. Sullo sfondo della gestione a tratti isterica della pandemia c’è la chiusura dei collegamenti con la Danimarca, il collasso dell’ospedale Queen Elizabeth di Birmingham, 104 arresti a Londra durante le proteste contro il lockdown e, ieri, altri 355 morti e 23.287 casi. L’indice del contagio, però, è in leggera discesa.