Come fare a distinguere un trapper? No, non sono i tatuaggi in faccia anche se aiutano. Il vero trapper è come un Rosa-Croce perché, come "se una persona afferma di essere un Rosa-Croce non è un vero Rosa-Croce", così un vero trapper affermerà di non avere niente a che fare con la trap. Ma cosa c’entra il genere hip hop con una misteriosa confraternita esoterica? Molto. Perché il linguaggio trap, come quello esoterico, è spesso criptato, comprensibile solo a chi segue il personaggio o "la gang" in questione.
Ognuno ha il suo: per la Dark Polo "eskere" (da "let’s get it", "facciamolo", entrata persino tra le parole nuove dell’Accademia della crusca), per Anna è il "bando" (pronuncia "bendo", sta per "abandoned house", la casa abbandonata dove ci si ritrova) per la Fsk-Satellite "ollare" (da "whole lotta gang-shit" a indicare azioni criminali) e così via. Un altro trapper, Rosa Chemical (ma anche lui dice ovviamente che non fa trap), il riferimento all’alchimia ce l’ha proprio nel nome. Ma una cosa è vera: tra tutti, uno dei trapper più anomali, diverso anche dai modelli americani a cui quasi tutti si rifanno, è senza dubbio Young Signorino, vero nome Paolo Caputo da Cesena, 22 anni.
Diventato famoso in rete e non solo per la bizzarria delle sue canzoni (da Padre Satana a Dolce droga) e dei suoi atteggiamenti: storie inventate e spesso deliranti ma anche notevole senso estetico, vestiti strani e un pezzo, Mmhha ha che forse cita Get Got dei Death Grips, straniante anche per la mimica di Signorino oltre che per le sue onomatopee, filastrocche e puri suoni uniti a sonorità elettroniche "vaporwave", sognanti e inquietanti. Questa bizzarria la troviamo anche nella persona, unita a modi gentili solo in apparenza in contrasto con l’aggressività dei tatuaggi sul volto (un coltello, la scritta "sex sex sex").
Perché da Milano sei venuto a Roma a vivere negli ultimi tempi?
«Perché nei ristoranti le porzioni sono molto povere e poi Milano è una città molto piccola rispetto a Roma».
Ma tu sei magrissimo!
«Eh perché arrivo da Milano (ride)!».
Nei video hai acconciature sempre diverse.
«Sono tagli semplici, a volte più lunghi altre più corti, magari cambio i colori: adesso sono verdi».
Quali sono le tue radici musicali?
«Un mio amico mi aveva dato un cd masterizzato di Fabri Fibra e da lì ho scoperto l’hip hop italiano, poi quello americano e poi la techno minimal: la producevo anche».
Ai tempi Fabri Fibra era molto "controverso" come sei tu adesso.
«Ma solo perché la gente non ha capito appieno quello che volevo esprimere, adesso sta cambiando».
Una cosa che ti ha posto subito all’attenzione sono stati i tuoi tatuaggi in faccia. Una legge vorrebbe che prima di arrivare al viso uno debba averli su tutto il corpo. Tu perché li hai fatti?
«Proprio perché volevo andare contro questa cosa: per me non ci dovrebbero essere leggi nel mondo del tatuaggio. E poi mi piacevano da quando ero piccolo. Certo, quando sono arrivato io così giovane ha fatto rumore questa cosa. Volevo essere diverso da tutti ma ormai c’è un mucchio di gente che mi sta copiando e sta diventando normale».
Hanno un significato?
«C’è il nome di mia moglie, sulla guancia c’è un bacio con le mie labbra, "amo tutti" etc. Alcuni hanno solo una valenza estetica».
Domanda da genitore: se nel futuro dovessi fare un altro lavoro, non credi avresti difficoltà?
«Tanto voglio fare solo la musica».
Hai avuto conflitti con i tuoi?
«No, anche perché me ne sono andato presto per seguire il mio sogno. Non potevo stare a Cesena».
Il tuo nuovo album si chiama "Calmo": perché?
«Nasce da un periodo in cui ho trovato della positività dentro di me.
E poi mi piace sperimentare: in Italia non c’è musica "cloud" (di questo e altri generi d’avanguardia ha trattato il critico musicale Mark Fisher in Fantasmi della mia vita, minimum fax, ndr ), così l’ho fatta io».
Infatti sia nel nuovo singolo "Fumo e fuggo" che in "Mon Amour" c’è questa idea di andar via, ma da cosa?
«Da tutto, dalle regole, il disco intero è un bel viaggio. Motivazionale per i giovani, non potranno più dire che sono un cattivo esempio».
Ma si riesce a fuggire?
«Mentalmente sì, se vuoi trovare la tranquillità, la trovi».
Calmo. Anche perché ti sei sposato? Scrivi cose poetiche come "fuggo da tutto ma non da te".
«Sì ho dedicato molte frasi nelle canzoni a mia moglie. Avevo una vita senza pace da quando ero piccolo: con lei ho trovato la tranquillità, la strada giusta».