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 2020  novembre 06 Venerdì calendario

Quanto spendono gli italiani per i loro cani

Il piumino “Poldo” della linea “Dog couture” Moncler da 315 euro per affrontare l’inverno? Preso. Il trasportino della Louis Vuitton? Idem, in fondo costava solo 2.150 euro. E stasera per la prima cena dell’era del lockdown-bis è pronto nella scodella il purée di salmone trovato alla Conad, un piattino da gourmet in saldo a 49,5 euro al Kg.
La pandemia ha riscritto la gerarchia dei congiunti regalando agli animali di compagnia (che non contagiano come figli e nipoti) un gran balzo in classifica. E la Cani & gatti Spa – l’economia che ruota attorno alle nostre bestie di casa – si prepara a mandare in archivio un 2020 da incorniciare: le vendite Usa di croccantini, lettiere per felini e gadget vari per quattrozampe cresceranno quest’anno del 10%, dieci volte di più della spesa alimentare per esseri umani. Gli italiani – malgrado il Pil a picco e la crisi- hanno pagato nei primi 10 mesi dell’anno ben 1,2 miliardi per far felici i propri animali, un record. Garantendo loro scorte adeguate di beni di prima necessità, le vendite di cibo sono cresciute del 3%, ma viziandoli pure con sfizi da “apericena” come snack e bevande (+18,3%), oppure spendendo di più in prodotti per la loro salute (+18,5%) e pensando un po’ – era ora – anche al loro look, con un’impennata del 22,3% degli investimenti per l’abbigliamento di Fido. La ragione di queste spese in apparenza folli è semplice: l’amore non ha prezzo. E in tutto il mondo – specie nei periodi più duri del lockdown – cani e gatti hanno recitato un ruolo insostituibile, premiato dai loro padroni con un trattamento da re. Sono stati la più efficace delle terapie anti- stress a base di fusa e coccole per chi si è dovuto asserragliare da solo a casa lasciando fuori amici e parenti. Hanno fatto da autocertificazione a quattrozampe, leggi alla voce passeggiate dei cani, per consentirci di uscire a prendere una boccata d’aria all’aperto anche nel cuore delle zone rosse.
L’hanno fatto, ovviamente, senza fini di lucro. Ma i numeri dell’economia e i menù delle loro cene dicono che sono stati ampiamente ricompensati, con un’importante promozione “sociale” dal ruolo di bestie, pur se di compagnia, a quello di coinquilini.
«Confinamento e distanziamento hanno trasformato la casa in una bolla affettiva per cui tutti hanno deciso di spendere di più – spiega l’Osservatorio Coop 2020 –. E cani e gatti come le tartarughe e i canarini fanno parte a pieno titolo di questo micromondo». Ben 3,5 milioni di italiani – calcola il rapporto – hanno acquistato un animale appena è finito il lockdown. E altri 4,3 milioni pensano di farlo nei prossimi mesi.
Negli Usa le adozioni nei canili e nei gatti sono aumentate del 50%. Un’ottima notizia in un periodo in cui queste strutture hanno dovuto dare una cuccia a migliaia di animali rimasti “orfani” causa-coronavirus, anche se le associazioni ambientaliste temono il boomerang- abbandoni alla fine della crisi sanitaria. «Il Covid ha di sicuro cambiato in meglio la vita degli animali domestici – conferma Luciano Fassa, direttore generale di Monge, numero uno in Italia negli alimenti per il settore – trasformandoli in parte integrante del nucleo familiare». La prova? Un mercato «dove il consumatore cerca sempre più spesso i prodotti di qualità», spiega Marzio Bernasconi, direttore vendite della catena Arcaplanet e che (specie per il cibo “umido") «sceglie oggi le lattine o le buste mono-dose», dice Fassa. Più “chic” e personalizzate dei bustoni taglia XXL da canile.
L’anno d’oro della Cani & Gatti Spa non è un fenomeno solo italiano. Anzi, negli Usa il boom dell’economia bestiale viaggia a cifre e dimensioni ancora superiori. Arrivando, come spesso capita oltreoceano, all’esagerazione. Le vendite di pannolini per cani – un’attenzione di cui forse i diretti interessati non sentivano proprio il bisogno – sono cresciute di oltre il 200%. Il rito della passeggiata, reiterato all’infinito per esigenze umane durante il lockdown, ha portato a un aumento del tutto inatteso del 14% delle vendite di guinzagli. E l’impennata delle adozioni e dell’acquisto di cuccioli ha fatto la fortuna dei veterinari che quest’estate hanno registrato un incremento del 21% delle visite per vaccini.
La Nielsen ha calcolato che nei sei mesi tra l’inizio della bufera del coronavirus e fine agosto il mercato dei giocattoli per quattrozampe è cresciuto del 23% a 243 milioni di dollari, con i prodotti più richiesti finiti assieme a lievito, guanti di lattice ed alcol nelle liste degli “introvabili”, alla voce capricci per una perfetta vita da cani.