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 2020  novembre 06 Venerdì calendario

Biografia di Jennifer O’Malley Dillon

C’è una protagonista poco nota di queste combattute elezioni americane: Jennifer O’Malley Dillon, la donna che ha aperto la strada a Joe Biden per contendere la presidenza a Donald Trump. A marzo, quando il democratico l’ha chiamata per dirigere la sua campagna elettorale, il quartier generale di Philadelphia era stato chiuso, Biden parlava agli elettori online da un sottoscala in Delaware, il coronavirus aveva reso impraticabile il porta a porta. O’Malley Dillon si è trovata di fronte una struttura caotica e con pochi fondi, senza una cabina di regia, con la sfida politica più difficile per i democratici da diversi anni e in piena pandemia. In poche settimane, questa stratega 44enne nata a Franklin, nel Tennessee, laureata in scienze politiche e appassionata di atletica, ha costruito una macchina efficiente e duttile, avviando la raccolta fondi su Zoom, e rispolverando un metodo già sperimentato: le telefonate. «Il mio primo lavoro pagato in politica è stato rispondere ai telefoni dell’ex procuratore dello Stato Scott Harshbarger», raccontò anni fa al Morning Sun. A ispirarne l’impegno politico è stato il papà Kevin, docente a Franklin, che da ragazzo partecipò al movimento per i diritti civili a fianco di Martin Luther King a Boston. O’Malley era stata giovane volontaria per Al Gore e aveva lavorato per Beto O’Rourke, ma dalla sua aveva soprattutto un risultato: la campagna di Obama del 2008 in cui era responsabile dei battleground states, gli Stati in bilico che possono decidere un’elezione, come il Michigan, il Wisconsin, la Pennsylvania che nel 2016 hanno consegnato la Casa Bianca a Trump e che oggi – due su tre, in Pennsylvania lo spoglio è ancora in corso – hanno scelto Biden. Una settimana dopo la vittoria di Obama, O’Malley Dillon partorì due gemelli, più tardi è arrivato il terzo figlio. Ad agosto Karen Tumulty le ha dedicato un ritratto sul Washington Post da insider – il figlio lavora per Biden – raccontando come la campaign manager abbia trasformato la mansarda della villetta nel Maryland in cui vive nel computer centrale della corsa democratica. Da lì è partita la scalato al muro blu del Midwest operaio, e alla Casa Bianca.