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 2020  novembre 02 Lunedì calendario

Omosessuali si nasce: lo dice una ricerca sul cervello

Le regole dell’attrazione seguono ragioni biologiche. Vale per le relazioni etero-affettive come per quelle omo-affettive. Se ne convinca finalmente chi per decenni si è nutrito e ha nutrito i vari pregiudizi: padri assenti, madri iperprotettive; teorie che tuttavia hanno fatto la fortuna di menti brillanti come Freud (in Tre saggi sulla teoria sessuale l’orientamento sessuale è un tratto psichico indipendente dalla volontà, ma aggiunge che una relazione squilibrata con i genitori produce la non eterosessualità), di cantanti trascurabili come Povia (autore della dimenticabilissima Luca era gay) o di politici mediocri che pastrocchiano tra Dio e natura. Ebbene, a porre una parola scientifica sulla questione giunge il neuroendocrinologo Jacques Balthazart nel denso ed esauriente Biologia dell’omosessualità (Bollati Boringhieri, traduzione di Giuliana Olivero, pp. 336, euro 26). Giunta alla fine di un lungo studio, la mirabile sintesi del professore dell’Università di Liegi indaga sull’origine biologica dell’attrazione tra persone dello stesso sesso. Del resto, identità e orientamento sessuale sono incisi nel cervello dalla nascita. Da cosa dipenderebbero? Di certo dai geni, ma “ciò non basta”, scrive Balthazart, che aggiunge l’esposizione prenatale al testosterone, per citarne una, responsabile dello sviluppo di un nucleo nell’area preottica del cervello, l’Inah3, che determina la risposta sessuale dell’uomo e della donna… e dei montoni (già, nei montoni è presente l’orientamento omosessuale). Dunque, la tesi di Balthazart dei fenotipi sessuali innati è scientificamente la più plausibile. In sintesi: omosessuali si nasce e non si diventa. Un’ulteriore prova: se i gay non si “estinguono” solo perché non procreano e anzi sopravvivono, è evidente che non sono un “difetto” della natura ma sono naturalmente e altrimenti utili alla sopravvivenza della specie.