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 2020  novembre 02 Lunedì calendario

QQAN91 La Bibbia spiegata dal dj gay Diego Passoni

QQAN91

«In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu». Forse nessuno, prima d’ora, aveva suggerito la lettura del primo libro della Genesi per «imparare qualcosa sulle nostre vite incasinate». Se però il biblista in questione si chiama Diego Passoni, un tempo voleva diventare frate, oggi fa il conduttore radiofonico, è felicemente sposato con Pier dopo aver scoperto, in convento, di essere gay, allora è naturale che anche leggere la Bibbia diventi una cosa diversa.
Almeno secondo Diego Passoni, 39 anni, ex ballerino, voce ogni pomeriggio di Pinocchio su Radio Deejay insieme a La Pina, che per spingere anche i più alieni alla conoscenza della Bibbia, il testo «più venduto e meno letto al mondo» ha scritto: Siamo tutti sulla stessa arca, (Mondadori), guida (facile e un po’ irriverente) al libro dei libri.
«Nella mia storia di giovane frequentatore di oratorio, poi educatore, poi in prova in una comunità religiosa, di Bibbia ne ho letta un bel po’. Solo molti anni dopo però – racconta Passoni - ho cominciato a leggerla dall’inizio, tutti i giorni. Ho realizzato che la Bibbia non dà risposte, ma suscita in noi un sacco di domande ».
Passoni, lei a 20 anni sceglie di chiudersi in un convento in Francia.
«Si chiamava "Comunità delle beatitudini". Pensavo che quella fosse la mia strada, pensavo di aver sentito la famosa "chiamata". Invece lì dentro ho capito altre cose di me stesso, a cominciare dalla mia omosessualità. Scontrandomi a quel punto con i limiti della Chiesa cattolica».
Si è sentito respinto dal mondo in cui era cresciuto perché gay?
«Respinto no, ma nemmeno accettato. Il peso dei dogmi, del giudizio. Ricordo la mia guida spirituale, il prete dell’oratorio. Mi disse che non poteva benedire una coppia gay perché lui era un soldato della Chiesa. Però in campagna c’è il rito della benedizione delle bestie. Gli animali sì, gli omosessuali no?cComunque sono rimasto profondamente credente».
Dunque ancora cattolico?
«Mi definisco cristiano. Oggi seguo la chiesa protestante. Non soltanto per l’apertura nei confronti della comunità Lgbt, del ruolo delle donne, dei diritti civili ma proprio per il rapporto con la Bibbia. Nelle realtà protestanti la Bibbia si legge ogni giorno, il culto, di fatto, è una lettura collettiva della Bibbia, non c’è mediazione verso la parola di Dio. Posso dire che finalmente, da quando ho abbandonato il cattolicesimo, ho scoperto la Bibbia».
Un’affermazione decisa. Secondo lei i cattolici non leggono abbastanza la Bibbia?
«Esattamente. A noi viene insegnata tramite il catechismo, ne impariamo a memoria qualche pezzo qui e là, c’è sempre la mediazione di un prete. I quanti la considerano un testo da leggere ogni giorno, da soli, provando a farsi delle domande sul senso di quelle meravigliose storie antiche?».
È per questo che ha scritto "Siamo tutti sulla stessa arca"? Per rendere fruibile a tutti il racconto della vita di Abramo, Isacco, Giacobbe?
«Durante il primo lockdown ho sentito il bisogno di approfondire il libro della Genesi per dare un senso a ciò che ci stava capitando. Ho capito che la Bibbia non offre risposte ma suscita in noi un sacco di domande, e ci spinge a cercare da soli le risposte, quando ci sono, alla nostra vita incasinata».
Non sarà una lettura troppo "domestica" delle scritture? E il castigo divino, l’ira del Signore
«No, non è così. Non c’è un Dio giudicante nella Bibbia, Abramo Isacco, sono persone meravigliose e fragili come ognuno di noi, capaci di cose straordinarie e atti terribili, siamo tutti un po’ Caino e un po’ Abele».
Poi la pandemia ci ha fatto ritrovare tutti sulla stessa arca.
«Titolo profetico no? Pensavo all’arca biblica, è diventata la metafora della nostra contemporaneità».
Lei da anni studia l’ebraico. Per comprendere meglio i testi sacri?
«Quella è stata l’origine della mia passione. Ma sono innamorato di Israele, pur con tutte le sue contraddizioni e sogno, un giorno, di andare a vivere a Tel Aviv. Verso Israele mi spinge la sua radice santa, ma anche l’estrema libertà e laicità di città come Tel Aviv».
Il Papa di recente ha usato parole di apertura verso il mondo Lgbt.
«Credo sia stata una scelta più politica che dottrinale. Perché il catechismo, alla fine, resta lo stesso. Ma dice chiaramente ai politici che usano la loro appartenenza al cattolicesimo per ostacolare il riconoscimento dei diritti omosessuali, che non lo possono più fare in nome di Dio».
La sua è una guida un po’ scanzonata al libro della Genesi. Fruibile. Ma davvero si aspetta che in questo momento così cupo si torni alla Bibbia per trovare conforto?
«Lo spero. Siamo smarriti. E sapete quanta psicoanalisi prima di Freud c’è lì dentro? Insomma provate. Sarà bellissimo».