il Fatto Quotidiano, 1 novembre 2020
I flop in tv di Alessandro Giuli
In Rai è sempre la stagione di qualcuno. Ora è il momento di Alessandro Giuli. Lineamenti da senatore romano, biondo teutonico, aquilotto tatuato sul petto, Giuli – che da ragazzino era un “Mod” e lo ricorda calzando vezzosamente delle Dr. Martens rosse – è il nuovo volto della destra in tv. Di Salvini, ma soprattutto di Meloni, dato che Giuli non ha mai nascosto le sue idee ben salde a destra, fin da quando era al Foglio, da cui se ne andò sbattendo la porta per divergenze con Claudio Cerasa. Dopo uno sfortunato passaggio a Tempi, è approdato a Libero e, soprattutto, in Rai. Nel 2015 nella Rai3 di Daria Bignardi e poi a Rai2 con Carlo Freccero.
Il problema, però, è che tra fare l’ospite e condurre c’è un abisso. E Giuli sta collezionando un flop dopo l’altro. Prima con Povera patria con Annalisa Bruchi, che ha chiuso l’anno scorso con una media del 2,5% di share. E quest’anno con Seconda linea, con Francesca Fagnani, talk di prima serata molto atteso su Raidue, chiuso dopo appena due puntate da 1,9 e 1,7 di share. E retroscena annessi: Giuli che dopo la prima puntata ha un crollo di nervi e sparisce per tre giorni; una furiosa litigata col direttore di rete, Ludovico Di Meo; il gelo tra i due conduttori; l’invito di Salini a proseguire mentre è Giuli a dire no. Altri sarebbero stati messi da parte per un po’, ma a Giuli viene affidato un altro programma, quello che lui voleva fare dall’inizio. Titolo: Oltre la linea, che si rifà a un libercolo di Ernst Jünger e Martin Heidegger sul superamento del nichilismo. Da solo, in seconda serata, con un programma più culturale, tagliato su di lui. Comunque casca sempre in piedi. “Meloni e Giampaolo Rossi lo portano in palmo di mano, può fare quel che vuole”, dicono le malelingue Rai. Sua sorella, Antonella Giuli, è portavoce di Francesco Lollobrigida, capogruppo di FdI alla Camera e cognato della Meloni, avendone sposato la sorella Arianna. Intrecci non solo ideali.
Mancano i risultati, ma non le polemiche. Come quella sulle mail tra lui e Armando Siri con Giuli impegnato a scrivere il programma culturale della Lega nel 2017, che Sigfrido Ranucci ha sparato in prima serata su Report. Una corrispondenza privata che, secondo il giornalista, qualcuno ha rubato violando la sua privacy. “Sono pronto a far causa, appena mi riprendo dal virus”, ha detto Giuli. Che nel frattempo si è preso anche il Covid.