la Repubblica, 1 novembre 2020
Uomo cazzuto sempre piaciuto
Il presidente della Campania De Luca, a furia di battute da Uomotuttodunpezzo che deride la società debosciata, sta diventando una macchietta. E dato che il catalogo delle macchiette, sulla scena pubblica italiana, fa invidia all’offerta di Amazon, sarebbe intelligente, da parte sua, cambiare registro: se non altro per distinguersi dall’andazzo.
L’ultima di De Luca è la derisione di una bambina che, secondo sua madre, vorrebbe tanto andare a scuola; e sono entrambe spernacchiate da o’ Presidente, così come i praticanti di Halloween, i frequentatori di lungomari e altre decine di categorie umane magari non tutte lodevoli, ma nemmeno tutte meritevoli di essere trattate da schifo, in favore di telecamera, da colui che, dopotutto, è la massima autorità regionale, e non può limitare il suo incarico a redarguire i sudditi o prenderli per i fondelli perché inadeguati alla maestà del suo mandato. Sappiamo che piace, questo suo piglio severo, a un vasto pubblico, convinto, come ai bei tempi andati, che l’uomo cazzuto sia il solo portatore sano di autorità, il solo capace di rimettere a posto menefreghisti, donne scostumate, perdigiorno. Faccio parte, evidentemente, della minoranza che non fa coincidere l’autorità con la protervia, e al limite con la cafonaggine: tale è il sarcasmo da due lire sul bisogno di scuola, legittimo nei genitori così come nei bambini. La famosa figura paterna, che certamente De Luca è convinto di interpretare alla grande, comporta anche un certo aplomb. Una certa misura. Un padre che sfancula sistematicamente i suoi figli è ottimo carburante per i social e per i giornali. Basta per sentirsi in regola con il ruolo?