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 2020  novembre 01 Domenica calendario

Berlino apre l’aeroporto barzelletta

Ieri ha inaugurato l’aeroporto più pazzo del mondo: quello di Berlino. La Salerno-Reggio Calabria della Germania, l’eterna Incompiuta della patria dell’efficienza, ce l’ha fatta. Tra qualche protesta ambientalista e non senza un’ennesima, piccola panne. I due aerei Easyjet e Lufthansa che dovevano atterrare in sincrono sono arrivati a qualche minuto l’uno dall’altro. Per una volta, colpa delle nuvole e non dei tecnici. Ma il ministro dei Trasporti Scheuer ha detto con espressione grave «e adesso basta con le barzellette sull’aeroporto».
Il punto è che negli ultimi nove anni l’inaugurazione dell’aeroporto intitolato al sindaco di Berlino più amato, l’ex cancelliere Willy Brandt, è fallita per sette volte. Vuoi perché non funzionavano le porte automatiche, vuoi per l’impianto anti incendio difettoso, vuoi per altri disastri progettuali ed esecutivi. E nel tempo il caso dell’hub berlinese è diventato, tra risate generali, il più grande scandalo infrastrutturale del dopoguerra. I costi fanno meno ridere, lievitati a oltre 6,5 miliardi di euro.
L’azienda svizzera Swatch ha lanciato per l’occasione un crudele orologio speciale, “Delay”, “Ritardo” con gli anni del rinvio segnati sul cinturino. E un quotidiano ha titolato ieri: “Un meteorite distrugge il nuovo aeroporto”, forse per scaramanzia. In effetti, il meteorite non avrebbe fatto grandi danni. L’aeroporto inaugura in piena pandemia, con l’80% dei voli in meno. Persino la voce Wikipedia azzarda che non potrà mai fare un centesimo di utile.
Per non smentire la sua reputazione di Grande Opera Surreale, il BER ha deciso di inaugurare non soltanto nel mortorio da pandemia, ma nel giorno preferito dagli zombie, a Halloween. Quando siamo andati a visitarlo nei giorni scorsi, con gli operai ancora al lavoro, abbiamo chiesto al direttore, Lütke Daldrup, se non sarebbe stato opportuno rinviare un’altra volta per evitare di accumulare altre montagne di debiti. L’asciutto manager noto per non sorridere mai, è scoppiato in una nervosissima risata. «Assolutamente no, siamo contenti. E vorrei ricordare che essendo il BER quattro volte più grande di Tegel, potrà garantire molta più sicurezza ai passeggeri». Quando ci saranno.
I guai, peraltro, non sono finiti. L’aeroporto è stato pensato per sprovincializzare la Berlino riunificata, per consentirle di non essere da meno di Francoforte o Monaco, di accogliere finalmente voli intercontinentali da Singapore o Los Angeles. La capienza è da 48 milioni di passeggeri all’anno. Ma molte rotte in Asia non sono ancora state negoziate, negli ultimi quindici anni. Daldrup si limita a dire «chiedetelo al governo».
Facendo un giro nel nuovo aeroporto, ci si accorge subito che gli ingegneri del BER hanno continuato a soffrire di misteriose amnesie. Esempio: per raggiungere la metropolitana o i treni mancano le scale mobili. O meglio: quelle per salire ci sono. Per scendere bisogna prendere l’ascensore o rotolare giù per le scale, se impossibilitati a camminare.
Non mancano altre curiosità. Una è che nella città più creativa d’Europa si sia potuto c ostruire un aeroporto così brutto. Il BER è un edificio in vetro e acciaio dai soffitti piuttosto bassi e i pavimenti in noce. Qualcuno l’ha criticato per il design “anni 90”, ma anche in quel glorioso decennio si sono viste opere meno avvilenti. Un’altra curiosità è un’opera d’arte, lo “Sterntalerhimmel” di Stoebo. Cinquemila monete incollate nel pavimento formano il cielo stellato dell’emisfero sud e nord, spiega l’addetta stampa. Molto poetico. Ma uscendo dall’ascensore di fronte, è complicato cogliere il quadro d’insieme. Prevedibile che milioni di passeggeri si chineranno nei decenni a venire per raccogliere le monete, convinti che siano cascate e non fissate a terra.