Il Sole 24 Ore, 30 ottobre 2020
E Trump spera nel rimbalzo del Pil americano
«Il coronavirus con il freddo e l’inverno porterà ancora tanto dolore». Anthony Fauci continua, inascoltato dall’amministrazione, a lanciare allarmi sulla gravità della pandemia negli Stati Uniti. A 80 anni non ha da difendere poltrone. Scelto da Reagan nel 1984 per guidare l’agenzia federale sulle malattie infettive, ha resistito a sei presidenti. Donald Trump lo ha spesso criticato in questi mesi per i suoi richiami. Ma gli allarmi lanciati dal grillo parlante Fauci si sono finora tragicamente rivelati veri.
L’anziano professore raccomanda a tutti di usare la mascherina per evitare un bagno di sangue che arriverà con la terza ondata, già ripartita. Soprattutto negli swing states, dove i picchi sono più elevati. Stati in bilico nei quali Trump e Biden stanno concentrando i loro sforzi con una sfida all’ultimo voto per la conquista dei grandi elettori. Entrambi ieri hanno tenuto comizi a Tampa, in Florida, che mette in palio 29 grandi elettori e dove i sondaggi parlano di un testa a testa. Trump da settimane gira come una trottola con anche tre comizi al giorno. Senza badare troppo né al distanziamento e né alle mascherine, spesso contro le regole dei governatori. Biden ha tenuto molti meno comizi, con il numero di presenze limitate dall’organizzazione, solo in posti strategici. Trump da oggi torna nel Midwest, in Michigan, Wisconsin e Minnesota. Ha in programma di visitare 10 stati nell’ultima settimana di campagna, con ben 11 comizi nelle ultime 48 ore.
Stando alla media dei sondaggi nazionali (si veda Lab24 sul Sole 24 Ore.com) Biden mantiene un ampio vantaggio. Ma il margine negli stati in bilico si sta riducendo. Mentre la conquista della Camera dei democratici sembra scontata, la battaglia per il Senato è aperta e si gioca sul filo dei voti. Stesso discorso per la Casa Bianca.
I sondaggi però non tengono conto di una serie di “voting issues”, argomenti sensibili e trasversali che potrebbero fare la differenza: il fracking, i pro-life, la difesa del secondo emendamento sulle armi, l’aumento delle tasse, il fondo di previdenza complementare 401K. Il 3 novembre si votano anche 122 referendum in 32 stati. I temi più vari: dalle tasse sulle sigarette elettroniche, all’aumento del 4% delle imposte ai ricchi in Arizona, fino agli autisti di Uber che la California vuole sindacalizzare. Elettori invisibili, non legati ai partiti, che potrebbero spostare molti voti.
Prima della pandemia il 99% degli osservatori dava per certa la vittoria di Trump grazie ai successi economici della sua amministrazione. Il coronavirus e la crisi hanno cambiato tutte le carte. Con la sua scia di 227mila morti, 8,9 milioni di malati, i nuovi casi giornalieri risaliti sopra quota 80mila, 22 milioni di disoccupati e 8 milioni di nuovi poveri. L’Università di Washington stima che i morti da Covid-19 potrebbero superare i 400mila nei mesi invernali.
Il dipartimento al Commercio ieri ha diffuso le stime iniziali sul Pil del terzo trimestre: nei mesi estivi, da luglio a settembre, l’economia americana ha avuto un rimbalzo del 33,1% annualizzato e del 7,4% sullo stesso trimestre dell’anno prima, battendo le stime. La crescita è stata aiutata dalla forte ripresa dei consumi (+47%). Ma il Pil della prima potenza mondiale resta del 3,5% sotto il livello di fine 2019.
Trump in un tweet ha definito il dato sul Pil «il migliore nella storia del nostro paese». Ha promesso che «il prossimo anno sarà fantastico. Sono contento che questi dati sul Pil siano arrivati prima del 3 novembre».
Joe Biden ha messo in evidenza «il buco profondo» ancora presente nell’economia americana a causa della pandemia. «Sì, il Pil è risalito nell’ultimo trimestre ma le visite ai ‘food banks’ non sono diminuite, e la povertà è cresciuta. Afroamericani e ispanici sono ancora alle prese con una disoccupazione a doppia cifra».
Il mancato raggiungimento di un accordo per un nuovo pacchetto di aiuti federali prima del voto è uno degli elementi che pesa su economia e mercati. Con il perdurare dell’emergenza sanitaria le aziende sono costrette a trasformare le sospensioni in licenziamenti. Ci sono ancora 11 milioni di stipendi in meno rispetto ai livelli pre-Covid. La mancanza di risorse pesa sui conti in rosso di stati e città. Un dato su tutti: lo stato di New York, centro della pandemia a marzo, ha annunciato un buco di bilancio di 59 miliardi sul budget 2022. La povertà e l’insicurezza alimentare sono aumentate in tutto il Paese. Da maggio 8 milioni di persone sono finite sotto la soglia di povertà, dice la Columbia University, ma secondo altri centri studi sarebbero molti di più. A New York 4.200 bambini hanno perso genitori per il virus che qui ha ucciso 23.980 persone: più di otto volte gli attentati dell’11 settembre. Ben 325mila bimbi sono diventati poveri, tra le comunità black e latinos in particolare.
A quattro giorni dall’Election Day si registra il record per voto anticipato e voto postale, esercitati finora da 76,5 milioni di americani, già oltre del 53% rispetto al 2016. Molti cittadini restano ore e ore in fila per votare, nonostante la ripresa dei contagi. Segno di una sfida mai sentita come ora.