ItaliaOggi, 30 ottobre 2020
Periscopio
Si dice «ammazzare il tempo». Ma è il tempo che ammazza noi. Massimo Fini, Il Ribelle. Marsilio, 2006.
«Lei è uno stronzo». «Come lo sa? Sono asintomatico». Vignetta di Altan. l’Espresso.
C’è un rimedio sicuro alla sofferenza dello spirito: procurarsi subito un dolore fisico. La carne che grida, che pulsa, spegne il cervello che pensa. Franco M. Scaldaferro, Aritmie del sentimento. Supernova, 2003.
Nell’Italia che io sogno ci sono, in linea di massima genitori 1 e 2 e adozioni gay. È mia convinzione che tutto quello che si presenta come progresso, prevarrà. Inutile opporsi. Niente si conserva. Claudio Velardi (Giancarlo Perna). Libero.
Le cantonate non sono dei commissari speciali o delle task farse, delle Protezioni civili o degli organismo sanitari, no, la colpa è di Enrico Montesano. Acchiappate Montesano. Sparge virus e fa l’apologia del Covid. Marcello Veneziani. La Verità.
Guardavo, un tempo, con simpatia alla Lega. Quel sentimento nasceva dal fatto che, a un certo punto, la Lega è diventata lo spauracchio di tutto quello che io detesto. Mi sono detto: «Se tutti li odiano io devo stare con loro!» (ride). Quello della politica però è un discorso davvero banale e dopo il Covid lo è ancora di più. Io sono sempre stato «estremista» o «alternativo» per usare delle parole degli anni 70 e per due o tre anni è stato bello andare al bar e votare tutti per la Lega e farci un sacco di risate perché la Lega era lo spauracchio di tutto ciò che i montanari non sopportano e lo sostenevamo con piacere e un po’ di furfantaggine. Giovanni Lindo Ferretti, dressatore di cavalli e musicista (Luca Valtorta). Repubblica.
Compiendo 80 anni Renato Pozzetto ha un rimpianto: «Mia moglie Brunella, morta nel 2009 dopo 42 anni di nozze felicissime. Mi manca ancora, anche se ho fantastici figli e nipotini. Nel lavoro qualcosa di buono ho fatto». Renato Pozzetto, comico (Luigi Bolognini). la Repubblica.
Come possiamo sapere che cosa ci riserverà il domani? Tutto potrebbe ripetersi di nuovo. Massacrare ebrei fa parte della natura. Gli ebrei debbono essere massacrati… è questo che Dio vuole. Se Dio ha potuto consentire che gli ebrei d’Europa venissero uccisi, quale motivo esiste di pensare che impedirebbe lo sterminio degli ebrei d’America? Se Dio fosse onnipotente e onnisciente, dovrebbe poter difendere il Suo diletto popolo. Isaac B. Singer, Nemici – Una storia d’amore. Longanesi, 1972.
Più anziano di me di una decina d’anni, Carlo Levi, quando lo incontrai per la prima vota a Torino in piazza Vittorio, era già un mito. Pittore, scrittore, cospiratore, si muoveva con grande serenità in mezzo alle difficoltà. Giulio Einaudi, Frammenti di memoria. Rizzoli, 1988.
Il goscismo italiano post sessantottesco era il concentrato Liebig dell’eterno (parafrasando Sciascia) stalinismo italiano: una sinistra totalitaria, torva e trinariciuta, reazionaria e togliattiana, volubile e cocciuta nello stesso tempo. Diego Gabutti. Informazione corretta.com.
In questo momento se non usi la parola «biopolitica» o «gender» in America non ti ascoltano. Ma le tendenze mutano in fretta, l’università americana è vorace, ti mastica e poi ti sputa. Alessandro Carrera (Antonio Gnoli, la Repubblica.
In mancanza di terremoti e uragani, al tg, bisogna sapersi accontentare di sciagure aeree, incendi (il volto teso dei parenti che, all’aeroporto, leggono sulla tabella degli arrivi la scritta «ritardo non precisato», il pianto dell’imprenditore che ha visto incenerire duecento tonnellate di scatole di cartone). Walter Siti, Scuola di nudo. Rizzoli, 2014.
Frank Zappa, dopo aver tenuto un concerto all’ex Mattatoio di Roma, disse, non so quanto ironicamente, che mentre suonava non aveva potuto fare a meno di sentire i muggiti delle vacche che erano state uccise in quel posto. Credo che qualcosa di analogo succeda con le fabbriche dismesse. Per un paio di secoli, sono state il luogo in cui si faticava e si sputava sangue per produrre oggetti materiali, la concretezza, poiché nulla è più concreto di un bullone o di un parafango, e del lavoro che serve a fabbricarlo. Oggi, invece, dopo la loro riconversione, vi si producono merci spirituali: mostre, concerti, dibattiti, fiere di libri, convegni. Così continuano a sopravvivere, non solo come luoghi architettonici. Al loro interno ancora risuona l’eco della fatica e dello sfruttamento, cioè le ragioni per cui erano state originariamente costruite. Edoardo Albinati, scrittore (Nicola Mirenzi), Huffington Post Italia.
Tutti, dopo la seconda guerra mondiale, riprendevano la loro vita. Tentavo di rivedere gli amici della mia giovinezza. Una distanza irrimediabile ci separava. Che cosa avevano fatto durante i quattro anni dell’occupazione nazista della Francia? Molti, se fossero stati sinceri, avrebbero detto, come Talleyrand a proposito del suo atteggiamento durante la rivoluzione francese: «Ho vissuto». Hélie de Saint Marc, Les champs de braises. Perrin, 1995.
Partendo ogni due minuti davanti al tribunale di Trento e rettilineo fino in fondo alla piazza, poi la svolta a destra, ampia e in lieve ascesa. Il manico del pilota lo si vedeva lì, chi ne aveva staccava tardi, cambiava e pestava. È questione di piede disse un tale che la sapeva lunga. Marietto sfilò pallido sotto un grande casco rosso. «Cambiare e pestare!!» gli aveva insegnato Vallotti. Staccò in estremo, si sentì la decelerazione, poi, chissà, tagliò diritto, contro il muro. La folla urlò, poi ammutolì. Marietto fu estratto dall’auto, accartocciata e ormai avvolta da lingue di fuoco, sanguinante e svenuto. Quattro pompieri lo sollevarono alto sopra le spalle e, come una sorta di eroe, lo portarono in fretta oltre la gente, verso i giardini. Rolly Marchi, Ride la luna. Mursia, 1979.
A Napoli sono nato e ricordo un’infanzia meravigliosa, trascorsa in gran parte nella masseria di campagna, dominata da mia nonna, una delle donne che ho più amato nella mia vita. Vengo da una famiglia contadina per parte paterna e da una famiglia di intellettuali, tecnici, musicisti per parte materna. Mio padre era un uomo gentile. L’opposto di mia madre, che somigliava a una matriarca meridionale. Una donna di poche parole. Esigente. Voleva che il mio lavoro, quale che fosse, venisse svolto bene e senza perdite di tempo. Michele Ciliberto, biografo di Giordano Bruno (Antonio Gnoli). La Repubblica.
Se ne vanno smanettando e sgasando (il più cretino solleva due volte la ruota davanti) finché le pernacchie delle motorette si perdono lontano. Guglielmo Zucconi, Una storia pulita. Fabbri editori, 1972.
I nostri politici perdono la faccia mostrandola. Roberto Gervaso.