Il Sole 24 Ore, 29 ottobre 2020
Critiche al governo
Dopo aver visto La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, da marzo stiamo tutti vivendo un altro film ben più reale e drammatico: La Grande Ipocrisia.
Basta confrontare i roboanti annunci dei tanti decreti legge e Dpcm emanati negli ultimi sette mesi e i dati relativi alla loro effettiva realizzazione e alla loro concreta efficacia di sostegno delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese. Faccio cinque casi ormai ben evidenti nei dati.
I lavoratori dipendenti hanno ricevuto la cassa integrazione di aprile e maggio a fine luglio. Per quella da giugno a oggi, quasi niente.
Alcune categorie di lavoratori autonomi hanno ricevuto solo 600 euro. Da aprile a settembre sono sei mesi, quindi 100 euro al mese.
L’indennizzo per il fatturato perso dalle imprese (alberghi, bar, ristoranti ecc.) è stato limitato al solo mese di aprile 2020. Queste imprese hanno però perso fatturato per tutto il lockdown e anche nei mesi di riapertura. Pertanto a fronte, ad esempio, di una perdita di 100mila euro subita in tre mesi hanno ricevuto 5mila euro di indennizzo del solo mese di aprile, una vera presa in giro;
I prestiti bancari con garanzia al 100% dello Stato sono stati erogati solo in parte e in decine di migliaia di casi sono ancora in corso le istruttorie bancarie.
I debiti delle pubbliche amministrazioni non pagati alle imprese erano 60 miliardi, da marzo sono aumentati di altri 10-15 miliardi.
D’altra parte, sapevamo da aprile che le scuole dovevano riaprire a settembre e che 9 milioni di persone tra studenti e personale dovevano essere trasportate a scuola e poi riportate a casa. Non era difficile prevedere che il problema dell’assembramento sarebbe esploso dentro gli autobus, tram e metropolitane riempiti all’80 per cento. Ebbene, che cosa si è fatto? Nulla, neanche il ricorso ai mezzi di trasporto privati vuoti di turisti e di gitanti.
Sapevamo anche che dovevamo decuplicare i tamponi per fotografare bene la diffusione del contagio. Ci siamo trovati con file di 8-10 ore ai vari drive-in. Sapevamo che in questo autunno sarebbe stato necessario fare a tutti i vaccini contro la normale influenza. Ci troviamo a fine ottobre che non ci sono neanche a pagamento in farmacia. Ma allora che cosa è stato fatto in questi sei mesi? Un diluvio di conferenze stampa a reti unificate, uno tsunami di talk show televisivi e uno scontro continuo sui 37 miliardi di Mes sì o Mes no. Un confronto-scontro surreale perché si è discusso se finanziarci con i fondi europei o emettendo debito pubblico direttamente sul mercato senza sapere prima e subito su dove e come spendere quei soldi.
Occorreva varare subito un piano urgente per la sanità, la scuola e i trasporti pubblici, settori dove si sono prodotti gli effetti diretti e indiretti della pandemia proprio come previsto dal Mes. Oggi, dopo sette mesi, avremmo avuto più posti in ospedale, più medici e infermieri in corsia, più posti in terapia intensiva, più sicurezza nelle scuole, meno assembramenti nei trasporti e forse la seconda ondata sarebbe stata più contenuta o quantomeno affrontata con maggiore preparazione e capacità di intervento.
In agosto il Comitato tecnico scientifico, prevedendo con quasi certezza una seconda ondata a partire da ottobre, pare abbia suggerito al governo la necessità di un lockdown preventivo all’inizio di settembre. Ma eravamo a tre settimane dalle elezioni regionali... e quindi tutto è rimasto in surplace fino a fine settembre, a dopo le elezioni regionali. Nel frattempo il virus, che non si è certo fermato in attesa del voto, è riesploso proprio come previsto. In questo mese di ottobre ci sono poi tre casi di grande ipocrisia “in corso d’opera”.
1 Tutti sono favorevoli al ricorso al Recovery Fund che dovrebbe dare all’Italia 209 miliardi di euro. Questi fondi però potranno arrivare nella seconda metà del prossimo anno e saranno disponibili a stato avanzamento lavori e solo a fronte di progetti di investimento e di riforma. A oggi siamo ancora fermi a una assurda lista della spesa che contiene oltre 600 progetti quando per essere seri e credibili dovremmo proporne, e soprattutto realizzarne, non più di 15-20.
2 Nella Nota di aggiornamento al Def è stata annunciata una manovra 2021 di 40 miliardi con 23 miliardi in più di deficit prevedendo di ottenere 20 miliardi di euro dal Recovery Fund nel 2021 e 3,5 miliardi nel 2022... poi si vedrà. Pochi giorni dopo, nel Documento programmatico di bilancio, la manovra è stata indicata a 30 miliardi di euro, tutti in deficit. Questa manovra, nonostante il drammatico momento che stiamo attraversando, è ancora più piccola di quella annunciata nella Nadef, l’aumento del deficit è ancora più elevato e il ricorso ai fondi europei è minimo. Per di più tutto questo è basato su numeri futuribili laddove il governo sostiene di avere copertura per quasi 20 miliardi di euro in base a maggiori entrate date da una futura possibile crescita. Questa fantasia contabile non è neanche contabilità creativa, ma è giocare al superenalotto. Si tratta di una copertura prevista fra due anni con maggiori entrate ipotizzabili in base a una altrettanto ipotizzabile e aleatoria maggiore crescita. Ma chi ci crede?
3 Nell’ultimo Dpcm del 25 ottobre, mentre metropolitane e autobus continueranno ad essere affollati, si è imposta la chiusura di bar e ristoranti alle 18. Questo è un vero e proprio lockdown mascherato perché tutti sanno che queste attività incassano l’80-90% del fatturato... a cena. Forse questo escamotage serve solo per dire che l’attività non è chiusa del tutto e quindi l’indennizzo del mancato fatturato è solo parziale. Il governo ha infatti varato un decreto-ristori che andranno dal 150 al 200% di quanto ricevuto per lo scorso mese di aprile. Ma quello di aprile è stato un indennizzo ridicolo, quasi da presa in giro. E il 150-200% di una somma ridicola resta un ristoro ridicolo rispetto alla perdita di fatturato che le imprese hanno subìto ogni mese, per nove mesi da marzo a novembre.
Ma non è che adesso qualcuno coltiva il retropensiero di un altro e più lungo surplace in attesa della elezione del prossimo presidente della Repubblica nella primavera del 2022?