Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  ottobre 28 Mercoledì calendario

Gregory cardinale, un passaggio storico

La nomina a cardinale dell’arcivescovo di Washington Wilton Gregory ha qualcosa a che fare con le elezioni americane, con le manifestazioni in migliaia di città Usa sotto gli striscioni di Black Lives Matter nate dalle proteste per la morte di George Floyd o addirittura con la popolarità del prelato nero che a giugno bacchettò Donald Trump per la sfacciata ostentazione della Bibbia ad uso delle tivù davanti a una chiesa, ostentazione definita «sconcertante e riprovevole»?
Papa Francesco, ricordando come cinque su sei degli ultimi predecessori di Gregory a Washington siano stati nominati cardinali, dirà di no. I trumpiani che vedono ovunque complotti, potete scommetterci, penseranno di sì. Ma certo la nomina del primo cardinale afro-americano della storia è un passaggio epocale. Che ricorda altri momenti storici sul fronte del rapporto tra la Chiesa e il razzismo. Come l’arrivo finalmente, ottant’anni fa, dei primi vescovi del continente nero. L’allora papa Pio XI aveva confidato a Celso Costantini, primo Delegato Apostolico in Cina e promotore della consacrazione nel 1926 di sei vescovi cinesi, che ci pensava da tempo: «Chissà se la Divina Provvidenza mi concederà la gioia di consacrare a Roma in San Pietro un vescovo africano?». Ma dopo l’accelerazione fascista sulla difesa della razza italica, la propaganda immonda contro il «mulattato», la mattanza di tutti i preti e i diaconi cristiani di Debra Libanos voluta da quel macellaio di Graziani del 1937, si decise. In risposta al desiderio del Papa, racconterà tra gli altri Josef Metzler, prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, nel libro La Santa Sede e le missioni, la scelta cadde su due candidati, l’ugandese Joseph Kiwanuka e il malgascio Ignatius Ramarosandratana. Non ci riuscì, però, quel Papa che dopo aver infelicemente salutato nel Duce un «uomo della Provvidenza» aveva via via criticato con durezza crescente la politica razziale fascista («Il genere umano, tutto il genere umano, è una sola, grande, universale razza umana») a vedere realizzato il suo sogno. Morì prima, nel febbraio 1939. E toccò sette mesi dopo al suo successore Pio XII compiere a Roma quel passo storico. Un primo passo. Per arrivare al primo cardinale nero, Laurean Rugambwa, del Tanganica, si dovrà aspettare addirittura papa Giovanni XXIII, a marzo del 1960. L’anno delle Olimpiadi di Abebe Bikila...