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 2020  ottobre 27 Martedì calendario

Intervista a Hugh Grant

Dimenticate l’inguaribile romantico di Notting Hill o Quattro matrimoni e un funerale: superata la soglia dei sessant’anni - compiuti lo scorso settembre - a livello artistico Hugh Grant sembra aver definitivamente deciso di cambiar pelle e cimentarsi con personaggi opposti a quelli che lo hanno reso una star della commedia britannica. Se i recenti ruoli in A very English scandal e The Gentlemen lo avevano lasciato sospettare, a confermarlo definitivamente sta per arrivare la miniserie The Undoing - Le verità non dette, su Sky e Now Tv dall’11 dicembre.
Nel nuovo show prodotto per la HBO l’attore interpreta infatti Jonathan Fraser, un medico che viene sospettato di un crimine terribile. Accanto a Grant troviamo tra gli altri la protagonista Nicole Kidman nel ruolo di sua moglie Grace, il grande veterano Donald Sutherland e la "nostra" Matilda De Angelis, al suo primo ruolo internazionale.
Come si è trovato a lavorare con un cast così prestigioso ed eterogeneo?
«Conosco Nicole da almeno venticinque anni, ci siamo incontrati spesso in occasione di eventi mondani. Mi piace, ha un senso dell’umorismo asciutto. Ero preoccupato dall’idea di girare un dramma così intenso insieme a un’attrice talmente brava in questo genere, ma se hai recitato con Meryl Streep niente altro può spaventarti veramente. Alla fine lavorare con Nicole è stato facile, spesso basta dialogare invece di voler imporre la propria performance, e in questo Nicole è magnifica. Donald Sutherland per me è un’icona, ho scoperto però che ha l’età mentale di un bambino di sei anni: adora battute sciocche sulle varie funzioni corporali, quindi ci siamo trovati subito. Sono rimasto impressionato da Matilda, ha affrontato un progetto impegnativo come questo con energia e coraggio. Ricordo che sul set fumava un centinaio di sigarette al giorno, immagino fosse sotto pressione. Mi è piaciuto recitare con lei, ha molto talento».
Come ha deciso di accettare un ruolo controverso come quello di Jonathan Fraser?
«La sfida era proprio quella: interpretare un personaggio che nasconde molti lati indecifrabili sotto una superficie di onestà. Un personaggio molto divertente da interpretare. Oggi vivo meglio il mio ruolo di attore di quanto non lo facessi vent’anni fa, negli ultimi anni ho avuto il piacere di tratteggiare alcune psicologie che mi hanno divertito, il che per un lungo periodo della mia carriera non è accaduto. È stata una liberazione uscire del ruolo dell’uomo bisognoso d’amore».
Quindi rinnega i ruoli che l’hanno reso famoso?
«Risulta molto più difficile dare profondità a personaggi di commedie romantiche. Per un motivo a me oscuro psicologie negative sono più semplici da interpretare, o almeno senza dubbio più divertenti. Non so perché ma attraggono maggiormente l’interesse del pubblico: forse sappiamo tutti di avere un lato oscuro, mentre la gentilezza spesso è soltanto un velo che indossiamo sopra la nostra vera natura per convivere nella società».
Nella serie ci sono scene piuttosto forti. Avete avuto il supporto di qualche psicologo?
«Nessuno in particolare. Adesso le compagnie di produzione sono obbligate dai propri legali ad avere uno psicologo sul set per le scene di sesso. Ho sempre trovato difficile girarle, continua a essere leggermente imbarazzante. Specialmente adesso che nel mezzo di ogni ripresa, mentre ti stai togliendo i vestiti, arriva una donna e ti chiede come ti senti. È piuttosto fastidioso, ma se questo mi previene dall’essere denunciato…».
Cosa l’ha colpita in particolare di "The Undoing"?
«Io lo vedo come un puzzle sorprendente. Grace, il personaggio della Kidman, deve tentare in qualche modo di disfare molto di quello che ha costruito nella sua vita, perché nonostante tutto ama ancora suo marito Jonathan, anche se potrebbe aver commesso qualcosa di orrendo. Quella che sembra essere una famiglia perfetta viene distrutta da eventi oscuri. Ma lo show racconta anche di come spesso si vuole ignorare il fatto che la persona con cui hai scelto di passare la vita non è perfetta: sei tu a renderla tale, a colmare le piccole mancanze con la tua mente. Penso che noi tutti in diverse forme lo facciamo».