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 2020  ottobre 25 Domenica calendario

Così Enrico VIII programmò l’esecuzione di Anna Bolena

Il re Enrico VIII diede disposizioni molto precise per l’esecuzione della seconda delle sue sei mogli, Anna Bolena, alla Torre di Londra nel 1536. Decise di evitarle il rogo, troppo doloroso, e stabilì che la testa della regina fosse tagliata con una spada. Decise anche il luogo esatto dell’uccisione, ordinando “di non omettere nulla” di quanto aveva stabilito. Voleva evitare ad Anna eccessive sofferenze, ma soprattutto essere sicuro che l’esecuzione fosse eseguita.  
Gli storici pensavano che la condanna a morte di Anna Bolena fosse stata sollecitata dal primo ministro di Enrico, Thomas Cromwell, dopo aspri scontri con la regina per l’utilizzo dei fondi sequestrati alla chiesa papale, che Anna voleva destinare ai poveri. Ma alcuni registri trovati negli Archivi Nazionali, di cui ha dato notizia l’Observer, dimostrano che Enrico VIII fu coinvolto in prima persona nell’esecuzione della moglie e ne programmò ogni dettaglio. I Tudor erano burocrati e pignoli e, per la fortuna dei ricercatori contemporanei, annotavano tutto. Tra le migliaia di documenti dell’epoca è stata dunque ritrovata anche la lettera scritta dal re a Sir William Kingston, Conestabile della Torre di Londra, con le sue istruzioni per liberarsi di Anna.  
La regina era stata condannata per tradimento a causa delle sue presunte infedeltà coniugali, un’accusa da lei sempre respinta, anche in punto di morte. Le pene per i traditori non lasciavano scampo: impiccagione, sbudellamento o squartamento per gli uomini, fuoco o decapitazione per le donne. Enrico scrive di essere stato “mosso a pietà” e di avere deciso di evitare alla moglie la feroce agonia del rogo. Il boia avrebbe quindi dovuto “staccarle la testa”, un’espressione che poteva significare una cosa sola: evitare l’uso dell’ascia, che spesso non recideva il capo di netto e aveva bisogno di un secondo colpo per completare l’opera, con il condannato ancora vivo. L’esecuzione andava invece compiuta con una spada affilata, l’unico strumento che anche in battaglia tagliava gli arti e le teste di netto. In Inghilterra non c’erano però boia abbastanza esperti in questa specialità ed Enrico chiese a Cromwell di trovarne uno in Francia, dove la pratica di decapitare i condannati con le spade era abbastanza comune.  
Il re ordinò anche che l’esecuzione avvenisse a Tower Green, uno spazio nella Torre di Londra la cui collocazione è incerta. La regina Vittoria chiese dove si trovasse e fece pavimentare l’area che le indicarono, oggi delimitata da un cordone e segnalata ai visitatori da un cartello. Ma studi recenti sostengono invece che il luogo si trovasse davanti alle Waterloo Barracks della Torre, dov’è custodito il tesoro della Corona.  
Enrico VIII aveva sposato Anna Bolena dopo avere divorziato da Caterina d’Aragona, una decisione che causò uno scisma con il papa di Roma e la creazione della Chiesa d’Inghilterra, di cui ancora oggi il sovrano in carica è a capo. L’unica colpa di Anna sembra essere stata quella di non avergli dato un erede maschio, ma “solo” una femmina che divenne una delle più grandi regine della storia inglese: Elisabetta I. Sospettata di non riuscire a controllare la sua “ardente natura”, Anna venne accusata di adulterio e rinchiusa nella Torre di Londra, dove occupò gli appartamenti reali in compagnia di quattro dame di corte.  
Anna morì con grande dignità, indossando le vesti migliori e offrendo il collo ornato da un mantello di ermellino al boia francese. Enrico voleva liberarsi in fretta di quello che ai suoi occhi era diventato un problema e scelse il modo più indegno. Temeva che persino i suoi cortigiani avrebbero esitato di fronte alla prospettiva di dover uccidere una regina e volle programmare ogni cosa per assicurarsi che i suoi ordini fossero eseguiti senza ripensamenti. Così avvenne, la mattina del 19 maggio 1536, pochi secondi dopo che la piccola folla che assisteva all’evento aveva sentito dire dalla sua regina: “Pregate Dio affinché salvi il re e gli consenta di regnare a lungo su di voi, perché mai vi fu un principe più dolce e misericordioso di lui: e con me egli è sempre stato un sovrano buono e gentile”.