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 2020  ottobre 24 Sabato calendario

È Berlino, ma sembra Napoli

Nel novembre del 2001 sul Tagesspiegel, il quotidiano della capitale, apparve un titolo BerliNeapel, Berlino come Napoli, un misto di spirito prussiano e di O’Sole mio. Le autocitazioni sono di pessimo gusto, ma il lungo articolo era mio. Da siciliano mi guardo bene dal criticare i napoletani, che per me sono già al nord, solo che la loro città è per i tedeschi il simbolo dell’Italia, come per gli italiani lo è Monaco per l’intera Germania. E si sbagliano tutti.
I colleghi del giornale e i lettori lo presero per un complimento. I berlinesi non sono tipici prussiani, nel bene e nel male, sono caotici e insofferenti delle regole, e il loro ideale è di realizzare una sorta di dolce vita ma alla tedesca, una metropoli in cui tutto funziona ma dove si vive come ai piedi del Vesuvio. Anche gli altri tedeschi sono convinti che i berlinesi siano diversi. Ma vent’anni dopo, hanno finito per imitare i nostri difetti, piuttosto che copiare i nostri pregi. Italiani, non solo partenopei.

Oggi e domani un migliaio di poliziotti controllerà le strade e i locali per imporre il rispetto delle misure antivirus. E giungeranno rinforzi dalle altre regioni. Meglio restare a casa, anche se il clima si annuncia mite, intorno ai 17 gradi, con sole e qualche nuvola, un buon weekend per fine ottobre. Difficile capire che cosa ha ordinato il sindaco socialdemocratico Michael Müller. Bisogna portare la mascherina per strada, ma non ovunque, solo in alcune vie, e non in tutti i quartieri: nella Wilmersdorferstrasse, una strada commerciale vicino a casa mia, dove i passanti si aggirano a frotte, e nella Kurfürstendamm, lungo viale come i parigini Champs Elysées, dalle boutique di lusso, ma largo oltre 50 metri, simbolo del mondo capitalista quando c’era il Muro. Ma anche nella Karl-Marx Strasse, che orgogliosamente non ha voluto cambiare nome. Chi va a piedi deve stare attento al nome delle strade e non passare da un quartiere all’altro: il mio è quasi sicuro, ma quattro sono considerate zone rosse. Non si orizzontano neanche i berlinesi autentici (venerdì si sono avuti 783 contagi, e due morti per un totale di 245).
Nella meridionale e cattolica Monaco è vietato organizzare feste ed eventi pubblici troppo affollati. Invece, la Union Berlin, la squadra dei rossi, per il colore della maglia e per nostalgia politica, incontra il Friburgo davanti a cinquemila tifosi, un’eccezione in Germania, ma questo è il generoso limite stabilito dalla giunta comunale. Però, la senatrice alla sanità, Dilek Kalayci, sempre socialdemocratica, invita i tifosi a restare a casa «se potete». Come dire, all’italiana, un colpo al cerchio e uno alla botte. Per chi arriva da alcune regioni italiane, come il Lazio, sarà obbligatorio rispettare la quarantena. Giusto, ma all’aeroporto nessuno ti controlla.

Un problema andare a piedi, e anche in auto. Le strade di Berlino sono diritte e lunghe chilometri, ma si passa a un tratto dal limite 50 a 30, e rischi la patente. Non basta, lungo otto strade a un tratto c’è il divieto perfino per le vetture Euro 5, che però possono circolare 200 metri dopo. I verdi sognano una Berlin autofree, la prima capitale europea riservata a pedoni e ciclisti, e stanno raccogliendo firme per un referendum, che avrà buone possibilità di successo. Però è anche probabile che la Corte Costituzionale non accetti il risultato.