Il suo prossimo ricettario "Insieme in Cucina — divertirsi in cucina con le ricette di Fatto in Casa da Benedetta" (Mondadori Electa) sarà in libreria dal 27 ottobre prossimo, eppure è già in testa con la preventiva alla classifica dei più venduti su Amazon. Ma tutto è iniziato con piccoli video su YouTube, dove spiegava passo passo i piatti che proponeva nell’agriturismo dei genitori.
Come nasce questa scelta?
«Quando gli ospiti andavano via, entusiasti della cena, mi chiedevano le ricette. E io mi mettevo a scriverle, ma poi arrivavano via mail e via telefono le domande per qualche piccola spiegazione. Allora ho avuto un’idea: pubblicare video tutorial per spiegare i passaggi. Era il 2005 e la crostata di ricotta ottenne 100mila visualizzazioni e un fiume di commenti. Incredibile e pensi che all’inizio nemmeno parlavo nei video. Si vedevano solo le mani. Per me l’esempio del fare è più importante del dire. Sono una che non si perde in chiacchiere, vado al sodo. E nei video quello era il mio modo di propormi».
Il suo successo sta allora nel senso pratico e in questa genuinità nel proporsi?
«Sì. È il mostrarmi, sempre, davvero per quello che sono, non dar peso all’immagine, ma al contenuto. Se ho l’appuntamento online e non ho fatto in tempo a coprire la ricrescita, non mi interessa, vado in onda. E le mie signore (così chiama in modo affettuoso le sue follower, ndr) lo percepiscono. Non sono io la protagonista. La ricetta è sempre al centro. Non c’è uno studio dell’immagine. Ho un contatto vero con il pubblico, che mi sostiene e me lo fa sentire con i messaggi.
Devo comunicare con la mia cucina, che è fatta di ingredienti semplici che tutti hanno nel frigo e in dispensa, di sapori schietti».
Come nasce la passione per la cucina?
«Fin da bambina andavo a rubare le uova nel pollaio per mischiarle con la terra del giardino, per imitare la magia dell’impasto che vedevo fare in cucina da zia Giulietta. Così zia mi ha portato nella cucina vera, dove lavoravo i pomeriggi dopo lo studio al liceo classico e, più in là negli anni, mentre studiavo biologia marina all’università».
Poi è arrivato il successo e l’amore del pubblico, ma anche le critiche sul suo modo di presentarsi. La feriscono?
«Ho dovuto un po’ abituarmi al successo che, all’inizio, mi spaventava, avevo paura di sbagliare. Ma la fama è arrivata in età adulta, ho 48 anni, ero già strutturata. Mi rimproverano a volte il look troppo semplice, ma non voglio essere schiava di uno stylist. E, quel che più mi dispiace, è che mi contestano l’accento marchigiano. Se parla un toscano, un napoletano, un milanese la cadenza sembra un valore aggiunto. Se parla un marchigiano sembra una cacofonia. Mi hanno suggerito corsi di dizione. Mi sembra assurdo. Sono me stessa anche per la mia marchigianità. Ma ripeto: le mie signore mi sostengono».
Non solo signore. Il suo pubblico, a vedere dai social, si è allargato anche in modo sorprendente.
«Per lo più il mio pubblico sono donne dai 35 ai 55 anni. O anche più grandi, signore neo-digitalizzate a cui magari figli o nipoti hanno regalato il tablet. La cosa bella è che, quando sono arrivata in tv pensavo che sarebbe aumentata l’audience tra gli adulti, visto che la televisione ha un più grande bacino generalista. Invece a sorpresa ho fatto breccia nel cuore dei bambini, come una Cristina d’Avena della cucina. Mi scrivono e mandano video di quando fanno le mie ricette insieme alle nonne. La cucina unisce le generazioni».
Dietro la videocamera c’è suo marito Marco. Quanto conta la sua presenza?
«È un sostegno. È il mio complice, il mio lavoro e il mio tempo libero.
All’inizio aveva una sala giochi.
Quando ha capito la mia passione, mi ha regalato una macchina fotografica e io facevo tutto da sola, il set, le riprese, montavo e pubblicavo i tutorial. Col tempo ha deciso di vendere la sua attività e adesso dividiamo lavoro e tempo libero. Amiamo viaggiare, stare nella natura — ci siamo conosciuti durante una gita a cavallo — ,curare l’orto, fare passeggiate in campagna. Sì, siamo un po’ contadini, e fieri di esserlo».