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 2020  ottobre 23 Venerdì calendario

Periscopio

Chi conosce in profondità si sforza d’essere chiaro; chi vorrebbe sembrare profondo alla moltitudine si sforza d’essere oscuro. Friedrich Nietzsche.
L’Italia è un paese senza identità e senza identità un paese non è coeso. Giuseppe Bono, ad di Finmeccanica. Convengo di Carpi della Confindustria.

Mi sono concesso un whisky di sera fino alla laurea, nel 1961. Da allora sono totalmente astemio. Vino e liquori sono incompatibili con la mia professione. Luigi Rainero Fassati, chirurgo epatico (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Per una lunga parte del secolo che abbiamo alle spalle, con la dittatura delle avanguardie, l’arte si è risolta in una battuta, quasi uno scherzo, dal quadrato nero su fondo nero di Malevich ai tagli di Fontana, alla Merda d’artista. Vittorio Sgarbi. Il Giornale.

L’assenza di una rivolta antifiscale è il risultato di un addestramento politico, nascosto e proseguito per decenni che avrebbe fatto impallidire di gelosia tutti i ministri delle finanze dell’assolutismo. Peter Sloterdijk, filosofo tedesco, venuto dalla sinistra. Philippe Nèmo, Philosophie de l’impôt. Puf.

Da noi il lavoro è diventato una componente sempre più ininfluente, comprimibile, declassabile, la finanziarizzazione da un lato (fuga dei capitali dalla produzione), l’automazione dall’altro, hanno lasciato cicatrici profonde. Il problema, credo, è che «mettere fuori legge le multinazionali» è un tentativo che già è stato fatto. Si chiamò comunismo, economia pianificata, statalizzazione, e i risultati, in termini di compressione delle speranze, delle libertà, delle possibilità di autodeterminare la propria vita, furono pessimi. Uguali per tutti: ma pessimi. In quei Paesi, a un decente e quasi equo livello di accesso ai servizi (casa, istruzione e salute) fece riscontro un dinamismo sociale pari a zero, depressivo, castrante per le ambizioni e la fantasia delle persone. L’eguaglianza obbligatoria generò la condanna alla mediocrità. Michele Serra, Il Venerdì.

Una volta, il gestore di un McDonald’s venne da me con l’idea di fare degli hamburger a forma di ciambella per tagliare i costi. La sua intenzione era di tappare il buco con il condimento e di coprirlo con un cetriolo, così il cliente non l’avrebbe notato. Gli dissi che noi volevamo sfamare i nostri clienti, non derubarli, ma non riuscii a trattenere una risata davanti all’oltraggioso artista dell’inganno che aveva avuto l’idea: un vero manolesta di Chicago. Ray Kroc, La vera storia del genio che ha fondato McDonald’s®, Newton Compton 2016.

Con Marcello Mastroianni fu amore! Una volta c’invitano a una trasmissione tv. Io arrivo e lui è con Catherine Deneuve. Si alza e mi dice: guarda che io ero innamorato di te, ma tu non ci hai mai creduto. Da quel giorno, la Deneuve mi odia. La incontro qui a Parigi e ancora non mi saluta. Ma io non ho mai avuto una storia. Nel nostro primo film, Il bell’Antonio di Bolognini, lui mi baciava, mi baciava. Ma che ne sapevo che fosse innamorato? Io nella vita ho amato un solo uomo: Pasquale (Squitieri). Claudia Cardinale (Francesco Battistini). Corsera.

Il mio era un teatro dove non si parlava molto, basato soprattutto sul lavoro fisico. Alla fine restarono, o forse devo dire resistettero, due ragazzi e due ragazze. Formammo un piccolissimo gruppo e allestimmo un’opera che ebbe un’accoglienza molto positiva. Un giovane professore danese ci invitò a rappresentarla in Danimarca a Holsterbro. Arrivammo in quella cittadina, molto religiosa, e battuta dal vento e insidiata dalla sabbia. Facemmo lo spettacolo e un’infermiera, che gestiva un gruppo di attori dilettanti, parlò al sindaco di noi. Scoprimmo che da Holstebro i giovani se ne andavano. Ce lo disse il sindaco che nella vita faceva il postino. Ci disse: io non so come trattenerli, qui non ci sono attrazioni, non si fa cultura. Però abbiamo comprato una vecchia fattoria a un paio di chilometri dalla città. Io non capisco niente di teatro. Ma ho letto delle buone critiche su di voi. Mi piacerebbe se per un po’ vi fermaste qui. Ci fermammo. Eugenio Barba, regista teatrale (Antonio Gnoli) la Repubblica.

Quando nel 1952 Maurice Merleau-Ponty fu messo a capo del dipartimento di Filosofia del Collège de France, un giornalista dell’Aurore colse l’occasione per fare dell’ironia sull’esistenzialismo, alludendo alla popolarità di cui esso godeva presso la clientela dei locali jazz: «È semplicemente un modo cerebrale di ballare il boogie-woogie». Be’, si dava il caso che Merleau-Ponty fosse anche portato per il boogie-woogie. (…) Come disse Boris Vian, era «l’unico tra i filosofi che inviti le signore a ballare». Quando faceva ballare Juliette Gréco, le dava anche, su richiesta della donna, una lezione di filosofia mentre volteggiavano in pista. Sarah Bakewell, Al caffè degli esistenzialisti. Fazi, 2017.

Questo evento, il parto, è accaduto e con la forza di una tempesta, quando a partorire eri tu. Allora è stato davvero, nel dolore del travaglio, come quando soffia il vento tempestoso, che strappa e sconvolge. Ora è il figlio del figlio che vede la luce; e di quel temproale ti arriva un’eco mansueta. Un’iniezione di vita. Marina Corradi. Avvenire.

Gli scienziati sapevano che il sangue degli esseri umani e quello dei primati hanno un notevole grado di somiglianza. Un francese di origine russa, Serge Voronoff, stava compiendo una serie di esperimenti sensazionali e apparentemente di successo, con cui ristabiliva la virilità di uomini anziani grazie al trapianto di ghiandole e testicoli di scimmie. Si era diffusa la voce che il poeta irlandese William Butler Yeats si fosse sottoposto al trattamento. (Non era così, ma il fatto che molti considerassero la cosa verosimile la dice lunga su Yeats. Sam Kean, Il pollice del violinista. Adelphi 2016.

Gli sarebbe piaciuto entrare in una camera drammaticamente squallida, chiudere l’uscio a chiave, togliersi la giacca, rinfrescarsi la faccia e buttarsi sul letto a pensare al suo destino, fumando una sigaretta dietro l’altra. Guglielmo Zucconi, Una storia pulita. Fabbri editori, 1972

«Ci sono alcuni reparti sulla costa albanese qui davanti alla Puglia» il piccolo tenente fece segno con la mano «resistono, con la speranza che noi li si vada a prendere, Certuni si sono dati alla montagna, dove i partigiani a volte li raccolgono, a volte li ammazzano». Eugenio Corti, Il cavallo rosso. Ares, 1983, 33ma edizione.

È talmente insicuro che quando vorrebbe fare una cosa, poi ne fa un’altra. Roberto Gervaso.