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 2020  ottobre 23 Venerdì calendario

Il caso delle polizze assicurative di Fs

Tra il 2011 e il 2019, Ferrovie dello Stato ha pagato oltre 550 milioni di premi assicurativi. Di questi, 492,5 milioni - l’89,5% - sono andati alle Assicurazioni Generali. Il resto, le briciole, diviso tra altre 14 compagnie tra colossi internazionali, piccole assicurazioni nazionali e operatori specializzati.
Le «anomalie» della gestione delle polizze da parte delle Fs sono riassunte in un rapporto di audit commissionato a Pwc e finito negli atti dell’inchiesta della procura di Roma. Inchiesta partita da una denuncia della presidente del collegio sindacale, Alessandra dal Verme, che ieri ha portato la Guardia di finanza ad acquisire una serie di documenti presso gli uffici del gruppo. Fino al 2012 compreso, Generali ha praticamente il monopolio delle polizze sottoscritte da Fs. Nel 2013 viene fatta una gara per una serie di servizi (responsabilità civile terzi e operai del gruppo, auto e veicoli del gruppo, rischi incendio e danni) e in effetti qualcosa cambia. Quell’anno alle Generali vanno 68,9 milioni di premi su 73,4 milioni pagati in totale. Tra 2015 e 2018 Generali è di gran lunga il primo assicuratore del gruppo ma i concorrenti risalgono: Cattolica, Unipol e Zurich si spartiscono quasi 10 milioni all’anno. Qualcosa è cambiato, si direbbe. Sì, il manager a capo della divisione che si occupava dell’approvvigionamento delle polizze. Si arriva fino al 2019, quando il totale dei premi si riduce a 46,8 milioni e Generali ne incassa «appena» 40,4 mentre i concorrenti perdono nuovamente quota. Nel frattempo, il manager era tornato al suo posto.
Tra le anomalie segnalate nel rapporto di Pwc, datato 5 ottobre 2020, anche la sparizione di una serie di pratiche. La divisione operativa che gestisce le polizze ha comunicato, annota Pwc, che su oltre 600 sinistri denunciati relativi agli infortuni dei dirigenti dal 1998 al 2017, per 66 non esiste più la documentazione. Fino al 2017 veniva tutto archiviato su carta. Da quell’anno è partita l’informatizzazione ma qualcosa si è perso evidente per strada. Comunque, di quei 66 fascicoli non c’è traccia né nell’archivio informatico né in quello cartaceo. Parte allora una verifica a campione sui fascicoli presenti e delle 95 pratiche esaminate, per 13 non è stata trovata la denuncia e per 25 manca la documentazione relativa alla liquidazione del sinistro.
Delle 66 pratiche mancanti del tutto, una è quella di Gianfranco Battisti, attuale amministratore delegato (dal 2018) e manager di lungo corso del gruppo. Lo stesso che si è visto liquidare 1,6 milioni di euro per infortunio e malattia successiva, nel 2014. Infortunio occorso mentre era «in servizio», di domenica, nella sua casa di Fiuggi.
Documentazione che è stata invece reperita negli uffici di Generali Italia, anche questi visitati dalla Guardia di finanza su mandato dei pm romani Claudia Terracina e Fabrizio Tucci, che stanno ricostruendo questa e altre vicende. L’infortunio di Battisti era già stato oggetto, lo scorso anno, di una interrogazione parlamentare di Luciano Nobili e Raffaella Paita di Italia Viva. Che per primi hanno sollevato il problema delle gare sulle polizze fatte dal gruppo Fs, controllato al 100% dal Ministero dell’Economia. E che ieri hanno espresso «massimo rispetto e fiducia nel lavoro della magistratura». Battisti, già a capo dell’alta velocità, è stato promosso al vertice da Danilo Toninelli, rimpiazzando il renziano Renato Mazzoncini.