Starà lontano da Gavoi, dove vive, e da Cagliari, dove lavora, per 13 mesi. E lo farà per la seconda volta, dopo la prima esperienza nel 2019.
Non le bastava una volta?
Perché ripetere l’esperienza?
«Perché è tutto talmente al di fuori dalla normalità che ti lascia stregato. Quando si torna alla vita ordinaria si provano due sensazioni contrapposte: il desiderio e al contempo il timore di tornarci. Nel mio caso il primo è superiore al secondo, e sul piatto della bilancia pesa parecchio il fascino dell’avventura».
Sua moglie Michelina fa la psicologa. Cosa ha detto quando ha saputo che voleva ripartire?
«Micky ha sempre le parole giuste, bilanciate tra quello che pensa e quello che la gente in fondo vuole sentirsi dire. L’empatia è una sua dote innata, assieme all’altruismo, e riesce a mettere da parte ogni interesse personale pur di rendere felici le persone a cui vuole bene.
Per me è una sorta di spirito guida, un Virgilio dantesco. Ho chiesto il suo parere, mi ha detto che se fossi partito le sarei mancato, ma che sapeva che tornare a Concordia mi avrebbe reso felice e che quindi anche lei lo sarebbe stata. Anche il giorno della partenza, per tutto il tempo, è stata capace di sorridere e rassicurarmi, persino nel momento più difficile, quello dei saluti»
E nel lungo inverno Antartico come vi sentirete?
«Il team usa una connessione satellitare per comunicare con il resto del mondo e inviare i dati scientifici in Europa. La velocità di trasmissione e ricezione è molto limitata, decine di volte inferiore a quella di un normale cellulare, e dobbiamo condividerla in dodici.
Chiamerò mia moglie circa una volta alla settimana, ogni tanto anche in video. Ci scambieremo molti messaggi solo di testo».
C’è la pandemia, tutto è diverso da quando è partito la prima volta. La preoccupa?
«No, sono fiducioso che al mio rientro troverò una situazione migliore di quella che sto lasciando».
È vero che le famiglie sanno di non dover comunicare notizie gravi, perché tanto non potreste muovervi?
«Sono decisioni personali, c’è chi preferisce rimanere all’oscuro e chi invece vuole sapere. Ho chiesto che mi venga comunicata qualsiasi cosa. Per non lasciarsi abbattere credo sia importante partire con la consapevolezza che qualcosa può andare storto, qualsiasi cosa, anche la peggiore che si possa immaginare».
Cosa mangerà?
«Ì primi tre mesi, la cosiddetta "estate", potremo mangiare qualsiasi cibo. Il sole non tramonterà mai e le temperature, qualche decina di gradi sotto lo zero, saranno decisamente più alte rispetto all’inverno. La base sarà raggiungibile anche dagli aerei con i rifornimenti di cibo. Dopo qualche mese finiranno frutta e verdura fresche. A quel punto ci accontenteremo di scatolette e surgelati. Abbiamo un cuoco eccezionale, che alterna ricette italiane e francesi per non scontentare nessuno».
Cosa attende con maggiore piacere e cosa la spaventa di più?
«Faccio fatica a scegliere una sola cosa tra le meraviglie che mi attendono...aspetto di rivedere la lunga notte, dal 4 maggio al 10 agosto, l’arrivo dell’aereo dopo nove mesi di isolamento, nei quali saremo irraggiungibili, a novembre 2021, le emozioni del rientro a fine 2021. Non mi spaventa qualcosa in particolare, ma so che ci sono tante cose alle quali prestare la massima attenzione, come i rapporti interpersonali, gli aspetti legati alla sicurezza e alla salute dei membri del team».
Quali errori non farà questa
volta?
«Userò tre paia di guanti, uno sopra l’altro, anziché due...».
Cosa le mancherà di più nel lungo inverno Antartico?
«Mia moglie, la mia famiglia, gli altri esseri viventi e il mare della Sardegna».
Qual è la cosa più importante, materiale, che porta con sé?
«Il tappetino da yoga, senza ombra di dubbio».
Oltre allo yoga, quali sono le attività che la aiuteranno di più?
«La scrittura, la fotografia e la musica. Visto che saremo tutti uomini cercherò di compensare l’assenza di figure femminili ascoltando più spesso del solito Evanescence e Sia Furler».
Qual è il momento più difficile quando si torna a casa?
«Al ritorno nel mondo normale tutto appare più semplice, le vecchie preoccupazioni diventano sciocchezze insignificanti, le distanze si accorciano e ogni sogno sembra realizzabile».