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 2020  ottobre 23 Venerdì calendario

Con il coprifuoco Milano perderà 40 milioni al mese

 Il coprifuoco, burocraticamente parlando, è iniziato a Milano solo ieri. La Notte Spa però quello strana economia fatta di tassisti, cinema, teatri, discoteche, chioschi (e spacciatori) che inizia a muoversi quando fa buio – ha già iniziato a perdere colpi da qualche giorno. «Appena i contagi sono tornati a salire, la gente ha smesso di girare la sera – racconta amaro Oreste Caselli, che da 18 anni batte le strade della città in servizio notturno con il suo taxi -. La clientela business si è volatilizzata, da inizio ottobre ho fatto quattro ricevute e viaggio con un calo d’incassi del 70%». Non è il solo “nottambulo” a leccarsi le ferite. L’orologio della pandemia è tornato indietro verso l’era del lockdown. E l’economia della notte, la prima vittima collaterale del coprifuoco anti-Covid, si ritrova – dopo la timida ripresina estiva – sull’orlo del baratro.
Il divieto di circolazione dalle 23 alle 5 costa 40 milioni di euro al mese solo a bar e ristoranti meneghini. Se la misura fosse estesa a tutta l’Italia «si aprirebbe una voragine di 1,3 miliardi», calcola la Federazione italiana pubblici esercizi. «Noi lavoriamo soprattutto in tarda serata e i nostri incassi sono crollati del 70% in pochi giorni» dice Micaela Mainini, titolare (alla terza generazione) dello storico locale Jamaica di Brera. “Chiusura 3 di notte” recita il tabellone degli orari. Ora non più. «La gente è spaventata dalle notizie che ascolta in tv – aggiunge Mainini -. L’altra sera c’era un compleanno per 20 persone, ben distanziate e prenotato da tempo. Sa cosa è successo? Si sono presentati in otto!». I suoi dipendenti aspettano la cassa integrazione di luglio, i “ristori” annunciati dal governo per i locali del centro storico non sono mai arrivati perché mancano i decreti attuativi. «E se è in difficoltà un locale conosciuto come il nostro si immagini gli altri», conclude sconsolata Mainini.
La chiusura forzata alle 23 della Notte Spa è una mazzata anche per i cinema. «A settembre avevamo preso una boccata d’ossigeno con un calo del 58% degli spettatori contro il – 80% di giugno», dice Lionello Cerri, amministratore delegato di Anteo Spa. La festa però – se festa si può dire – è già finita. «A ottobre siamo tornati indietro a – 75% – spiega -. E con il coprifuoco dobbiamo riorganizzare tutti gli orari». L’idea è di anticipare la prima serata alle 19 e piazzare l’ultimo spettacolo alle 21. «Il cinema ha un valore sociale, è sicuro e fa bene alla salute – conclude -. Speriamo almeno arrivi l’ok per consentire agli spettatori di “sforare" il rientro oltre le 23 autocertificandosi con il biglietto d’ingresso».
Il salasso per il grande schermo sarà pesantissimo. Come per le discoteche (4 miliardi di perdite stimate dalle associazioni di settore) chiuse da tempo per evitare contagi. «Chi c’è in giro dopo le 23? Ormai quasi nessuno – assicura Caselli –. Io carico sul taxi solo i ferrovieri convenzionati. Prostitute sui marciapiedi non ce ne sono più. L’unica speranza per chi lavora al buio è pescare un jolly come una corsa all’aeroporto o uno spaccino che ti fa fare un paio di viaggi avanti e indietro per consegnare droga ai clienti, raccontandoti che deve portare le chiavi di casa alla fidanzata».
Anche l’economia della notte in versione illegale, in effetti, è costretta a reinventarsi causa-coronavirus. Regalando affari da sogno ai concorrenti della consegna a domicilio di cannabis legale. «Da due giorni la domanda a Milano si è impennata», ammette Matteo Moretti, fondatore di JustMary.fun. I 25 rider del delivery della marjiuana a prova di legge sanno già cosa gli aspetta nelle prossime notti: turni senza un minuto di respiro «con 400 consegne in poche ore, come la scorsa primavera», vaticina sfregandosi le mani Moretti. A gennaio Justmary.fun fatturava 45 mila euro al mese. A marzo ed aprile – con la notte pattugliata da polizia e carabinieri e i pusher marcati a uomo – «i nostri volumi si sono moltiplicati per 10 a 500 mila euro». Lui festeggia. Ma per il resto della “night economy” questa notte ridotta in funzione anti-Covid, oltre che nera, è davvero troppo piccolina.