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 2020  ottobre 22 Giovedì calendario

Periscopio

Con il Covid i pregiudizi sono finiti a gambe all’aria e, mezzo secolo dopo, tocca agli italiani del Sud accogliere con diffidenza gli asintomatici del Nord. Spunteranno i cartelli: «Non si affitta ai settentrionali». Massimo Gramellini. Corsera.


A proposito, sono scomparsi i tizi infastiditi dal suono delle campane. Se ci provano, li linciano. Quei rintocchi sono un connotato dell’identità italiana, ci rincuorano quando sfidano il sibilo delle ambulanze. Renato Farina. Libero.


Il mondo è diventato una casa sovrappopolata dove tutto tende ad uniformarsi. Dappertutto trovi la stessa lingua, le stesse marche, gli stessi prodotti. Le stesse serie televisive, le stesse offerte turistiche. Non c’è più nessuna terra da scoprire, non ci sono più luoghi inesplorati. Non la foresta amazzonica, non il Polo Nord e nemmeno quello Sud. L’Everest ormai è un campeggio. Francesco Alberoni. Il Giornale.


Ho preso due lauree. Una in teologia, all’università pontificia di Roma, in storia della Chiesa, e l’altra a Urbino, in pedagogia sul tema della morte, da cui è partita la mia riflessione sui poveri, e in particolare la loro storia in Occidente. Ricordo il grande libro di Philippe Ariès e le discussioni svolte su questi temi con Italo Mancini. Fu lui a fondare a Urbino, grazie al rettore Carlo Bo, l’istituto di scienze religiose. Fu il primo esempio in Italia di una facoltà religiosa in una università laica. Monsignor Vincenzo Paglia, comunità di Sant’Egidio. (Antonio Gnoli), la Repubblica.


Nella lunga intervista che Mario Pendinelli nel libro Quando c’erano i comunisti fa a Umberto Terracini, si torna spesso alla Costituzione. E non è certo un caso se proprio Terracini, con un’attualità agghiacciante, nel dibattito parlamentare nel 1946 osservava «che la diminuzione del numero dei componenti sarebbe interpretata come un atteggiamento antidemocratico, visto che, quando si vuole diminuire l’importanza di un organo rappresentativo, s’incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti, oltre che le funzioni! Luigi Bisignani. il Tempo.


«In passato hai avuto una grande fascinazione per l’Islam: cantavi Punk Islam». Fortissima fascinazione. Anche perché la dimensione di Dio dell’Islam è molto forte. Per capire l’Islam bisogna attraversare il deserto. Noi viviamo in Italia che è l’esatto opposto del deserto: dal vuoto assoluto al pieno assoluto. Per essere musulmani in Italia bisogna tirarsi su le maniche e distruggere tutto. E per essere cristiani nel deserto bisogna, beh, bisogna allargare le oasi. Giovanni Lindo Ferretti, dressatore di cavalli e musicista (Luca Valtorta). Repubblica.


Faccio sempre fatica a esprimere giudizi su un Paese, gli Usa, che non è il mio, anche se mi ha dato moltissimo. Vedo più demagogia che democrazia. Questo nel mondo in generale, ma non mi sembra che gli Stati Uniti siano un’eccezione, anzi. Soprattutto io penso che l’importante in una democrazia è mantenere i paletti e i check and balance. E invece lì mi sembra che questi check stiano cedendo. Sembra che, per esempio, la guerra ai monopoli non ci sia più. Si accetta che ci siano dei monoliti che hanno il 90% del mercato. Questo è inconcepibile in un Paese che ha fatto dell’Antitrust una bandiera mondiale, non soltanto nel proprio paese. Paolo Fresco, ex numero due di General Electric e ad Fiat (Paolo Panerai) Milano Finanza.


Consigli (non ascoltati) per i tg Rai: portare più Rai (e più Italia) nel mondo con il debutto di un canale in lingua inglese, RaiItaly, e il ridisegno dei perimetri delle sedi di corrispondenza (ancora fermi alla caduta del Muro dI Berlino), con il suggerimento di nuove aperture, prima fra tutte, Washington, dove la Rai è l’unica emittente nazionale storicamente assente, Carlo Verdelli, Roma non perdona – Come la politica si è ripresa la Rai. Feltrinelli. 2019


La culla dell’ultima generazione del terrore si trova a Sud dell’impero russo, in Afghanistan e nel Caucaso. Isis, Boko Haram, Al Qaeda, Talebani. Ciò che accomuna queste formazioni è il jihadismo derivato dal profeta Maometto. Se i terroristi ideologici, loro padri e nonni, avevano la Storia e la Razza dalla loro parte, i nuovi terroristi sono ispirati dal cielo: in missione per conto di Dio, come i Blues Brothers. Diego Gabutti. Informazione corretta.


Un grande mistero linguistico è il vocativo «Capo» che certe persone, soprattutto chi fa lavori manuali che richiedano determinate e per me arcane abilità, riservano ai profani. «La sua macchina è pronta, capo». «Capo, guardi ’sta parete!» C’è sempre un fondo di presa per il culo cui, pur sapendolo ed essendo preparati, non si sa mai come reagire. Ernesto Aloia, scrittore, via Facebook.


Tra le donne di Cesare Pavese c’era anche Fernanda Pivano, già sua allieva, bellissima e piena di interesse per la letteratura americana della quale diventerà «sacerdotessa» indiscussa in Italia. Per cinque anni Fernanda è la sua confidente, ed è in lei che Pavese torna a sperare per avere una casa e un amore. Ma anche quella storia si conclude per lui con un fallimento. Sul frontespizio di Feria d’agosto sono segnate due date: 26 luglio 1940, 10 luglio 1945, che ricordano le due domande di matrimonio fatte a Fernanda, con le due croci che rappresentano il significato delle risposte. Ecco, appunto: le donne sono la croce. Maurizio Pilotti. Libertà.


Alfio Russo, un grande direttore del Corriere della Sera, intenzionato a valorizzare due settori cruciali per la diffusione di ogni giornale, sentì parlare di Gino Palumbo, lo valutò e con buon intuito, anche coraggiosamente, lo portò a Milano alla direzione della redazione sportiva. E qui fu il trionfo. Libero di fare ciò che volesse, Gino impose il suo stile, clamoroso soprattutto nelle pagine del lunedì: grandi titoli, grandi fotografie, grandi dibattiti. Sotto processo, di volta in volta i protagonisti della commedia nazionalpopolare del football: senza sconti per nessuno, e la notizia, sempre la notizia, al centro di tutto. Un successo strepitoso, lo sport diventò un giornale nel giornale, con il consenso e il sostegno di Alfio Russo. Il pubblico non era abituato a quella schiettezza e gradí moltissimo, avvertiva l’onestà imparziale di Palumbo, che trattava tutti, grandi e potenti club come quelli piccoli e provinciali, allo stesso modo. Cesare Lanza. la Verità.


Gli sarebbe piaciuto andare in un alberghetto fuori mano, uno di quelli un po’ loschi dove, nei vecchi film, vanno a nascondersi i killer e gli evasi in attesa di un pirosocafo. Guglielmo Zucconi, Una storia pulita. Fabbri editori, 1972.


L’innamoramento è una coercizione volontaria. Roberto Gervaso.