La Stampa, 21 ottobre 2020
Vladimir Luxuria intervista Gina Lollobrigida
Il Lovers Film Festival, di cui sono la direttrice artistica, compie 35 anni ed è il più antico festival sui temi LGBTQI (lesbici, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali). Avrebbe dovuto tenersi ad aprile ma causa emergenza Covid-19 è stato rimandato e si svolgerà interamente dal vivo da domani a domenica presso il Cinema Massimo, la multisala del Museo Nazionale del Cinema di Torino. Un’edizione speciale, per molti motivi, per cui ci voleva una madrina speciale. E la abbiamo trovata in Gina Lollobrigida, 93 anni solo sulla carta, star assoluta che ha precorso i tempi rivendicando per sé e per gli altri libertà e diritti.E infatti la sua prima risposta a questa nostra chiacchierata tratta proprio un tema personalissimo visto che il figlio ritiene che non sia più in grado di decidere per sé e la persone che le è accanto da anni, il trentaduenne Andrea Piazzolla, è stato accusata di averla raggirata e dovrà rispondere delle accuse a processo. Ma lei lo difende e rivendica il diritto a vivere come le pare e piace.Quando durante la conferenza stampa ho fatto il tuo nome annunciandoti come madrina del Lovers Film Festival è partito un applauso spontaneo: sei consapevole di essere così stimata?«È meraviglioso avere la stima sincera del popolo, è molto deludente invece il comportamento della giustizia. Alcune persone non rispettano le mie volontà, non mi lasciano vivere come vorrei. È vergognoso in un Paese in cui dovremmo essere liberi di vivere senza farci del male. Stanno accadendo troppe cose assurde ed ingiustificabili».Sei amata anche dalla comunità Lgbtqi: al tuo 93° compleanno c’era una famiglia arcobaleno con la loro bambina che ti chiamava «nonna»...«Sì, Fabrizio e la piccola Victoria, una storia meravigliosa! Un padre che ha fatto l’impossibile per avere una bambina a cui le dà tutto l’amore di questo mondo! Guardate la gioia di Victoria...Chi siamo noi per dire che è sbagliato? Basta! Ci vuole rispetto per le decisioni altrui. Siamo tutti essere umani a prescindere dal ruolo e dalle scelte ed abbiamo tutti uguale diritto a vivere serenamente».Parole battagliere. Vedo che non vuoi arrenderti. Che bambina sei stata?«Erano tempi di guerra, ho avuto un’infanzia molto severa e difficile dove abbiamo perso tutto. Sono stata una bambina con una grande volontà di farcela anche in quelle condizioni e credo d averlo dimostrato».Torino città del cinema festeggia con la nostra diva internazionale: come è nato il tuo amore per la recitazione?«È nato per necessità, non era il cinema che volevo ma l’arte. Quando con De Sica ho scoperto che anche il cinema è arte, allora mi sono dedicata anima e corpo».Il film al quale sei più legata...«Sicuramente la Venere imperiale e Notre-Dame de Paris! Ancora oggi guardandoli, mi commuovo».Un attore e un’attrice che porti nel cuore...«Antony Quinn e Marilyn Monroe. L’ho conosciuta a New York nel ’50. Era bellissima e ci siamo subito volute bene. Era sola, un po’ come me, ma io ero più forte. Lei a differenza mia si fidava troppo di tutti».Sei attrice, scultrice, fotografa, pittrice e disegnatrice... a 93 anni hai la mano ferma e fai ritratti meravigliosi, me li hai mostrati...«Sono felice che ancora oggi posso lavorare e posso esprimermi tramite anche il disegno».Cosa auguri al cinema in questo momento difficile di pandemia?«Che possano trovare la forza di non mollare! Nonostante le grandi difficoltà dobbiamo andare avanti. E io almeno non mollo. Che se ne facciano una ragione».E questa conversazione tra me e la grande Lollo continuerà giovedì sera all’inaugurazione del Festival che poi verrà chiuso da un altro grande ospite, Achille Lauro, domenica prossima al Cinema Massimo, quando il tema sarà la «mascolinità tossica». Ma ci saranno anche Matteo Garrone e Luca Tommassini. Alessandro Zan, parlerà del testo di legge per contrastare l’omobitransfobia. —