La Stampa, 21 ottobre 2020
Il gradimento di Conte
Qualche giorno fa Ipsos ha diffuso un sondaggio secondo il quale il 56,2 per cento degli italiani non ritiene più la democrazia parlamentare un sistema adeguato al governo del paese, e sarebbe il caso di provare altro. Non vi annoierò con la solita geremiade sugli italiani stanchi della democrazia, siccome l’hanno comodamente ereditata e non faticosamente conquistata, e non sanno che la democrazia è come la salute, la si rimpiange quando non c’è. Invece è interessante dare un’occhiata ad altri sondaggi. Un anno fa Giuseppe Conte – sempre rilevazioni Ipsos – era apprezzato dal quaranta per cento degli intervistati. Arrivò poi il virus, e la popolarità del presidente prese a salire. A fine marzo era al 61 per cento, a fine aprile al 66, a fine maggio al 60, a fine giugno al 63, a fine luglio al 65, pausa agostana e a fine settembre era di nuovo al 65. Si può suppore che la grande paura, e poi il grande (ed effimero) sollievo estivo avessero incantato gli italiani al cospetto del premier per caso, così dolce e vellutato e, guarda un po’, armato di strumenti eccezionali, per cui decideva che cosa era giusto e che cosa sbagliato, che cosa era consentito e che cosa no, senza doversi curare degli ingombri della democrazia e del Parlamento. E lo fa ancora, e però, come ampiamente previsto, alla seconda ondata l’incanto sfuma in un ringhio, e una settimana fa il gradimento era tracollato al 45, e ieri lo si segnalava attorno al 40. Come prima dell’epidemia. Perché noialtri qui siamo stanchi della democrazia, e in fondo ci è sempre piaciuto ubbidire a un capo. Per il gusto, subito dopo, di fargliela pagare.