Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  ottobre 21 Mercoledì calendario

Tra i dem delusi ora fan di Trump

«I sondaggi che danno Biden in testa? Non valgono nulla. Non in questa contea, almeno. I conservatori sono individualisti, spesso si tengono alla larga dalle indagini demoscopiche. Per me contano i fatti. La Luzerne County, una regione di miniere e fabbriche da sempre democratica, quattro anni fa è passata con Donald Trump che ha battuto la Clinton con uno scarto enorme: il 20%. Vincerà ancora perché fa i nostri interessi e parla la nostra lingua».
Nipote di immigrati austriaci e slovacchi, Donna Kowalczyk a Wilkes-Barre gestisce dal 1977 un hair salon. La incontro incuriosito dalla sua storia raccontata da Ben Bradlee Jr (giornalista premio Pulitzer per l’inchiesta del Boston Globe che fece emergere il primo scandalo dei preti pedofili a Boston) in «The Forgotten», un libro nel quale ha ricostruito le cause della vittoria di Trump nel 2016 analizzando proprio quanto accaduto in questa contea del Nord-Est della Pennsylvania. Donna gli raccontò che lei, figlia di un’operaia e con un padre disabile, era sempre stata la più liberal in una famiglia tutta democratica e sindacalizzata. Poi fabbriche e miniere di carbone hanno chiuso, i sindacati sono spariti, mentre nel suo quartiere sono arrivati spacciatori e ladri d’auto. Ha creduto ancora in Obama, ma la speranza è diventata delusione. Così è passata a Trump.
Le chiedo cosa è cambiato dal 2016, se è pentita. «No», risponde. «Sono una piccola imprenditrice e l’ho votato convinta. Lo ammiravo fin dagli anni Ottanta, quando era in tv da Oprah Winfrey e Barbara Walters che elogiavano le sue doti manageriali. Ha fatto le cose giuste cercando di riportare lavoro in America. C’erano segnali positivi prima del coronavirus che ci ha messo tutti alle corde. In Pennsylvania, poi, il governatore, che è democratico, ha preso precauzioni troppo severe: può immaginare cosa è accaduto a me che lavoro sulla testa delle mie clienti».
Donna è trumpiana ma non una fan scatenata: i vicini democratici sono suoi amici e se un figlio, immobiliarista, è repubblicano, l’altro, sviluppatore informatico, vota Biden. Non crede alle cospirazioni, considera i QAnon dei fuori di testa, ammette che Trump a volte esagera, ma lo giustifica: senza forzature è difficile cambiare davvero. Ragionamenti simili a quelli che ho sentito da altri repubblicani della contea.
Miniere e fabbriche
Nella Luzerne County che «tradì» Hillary: «Troppi clandestini». Ma c’è chi dice Biden
Più a sud, ad Hazleton, una ex città industriale divenuta centro di servizi poco retribuiti e in cui negli ultimi vent’anni gli ispanici sono passati dal 5 al 52% della popolazione, Marty Beccone (lontane origini sarde) mi accoglie con un Margarita nel suo 4th Street Pub. Anche lui un ex democratico che ha votato Trump e lo rivoterà, apprezza il suo linguaggio diretto, la politica contro i clandestini e il suo rifiuto del rigore sulla pandemia: «Per me è stata dura. Me la sono cavata con le consegne di cibo a domicilio, ma il grosso del business, la gente che dalle 8 di sera alle 2 di notte viene a bere e socializzare, si è fermato o quasi. Non nego la pericolosità del virus: ho i racconti di una nipote infermiera in ospedale e di amici che lavorano in case di riposo dove ci sono stati diversi morti. Più pericoloso dell’influenza, certo, ma io non conosco nemmeno un contagiato. Mi pare un fenomeno enfatizzato anche per motivi di business: un ospedale che denuncia un caso di Covid riceve subito 5 mila dollari in più al giorno». E il lavoro? «La contea si è impoverita anche perché i salari sono schiacciati dai clandestini che accettano paghe molto basse. Ma non dite che siamo ostili agli immigrati. Metà dei miei clienti e molti amici sono latinos. E tanti di loro votano Trump. Il problema sono i clandestini».
Su questo insiste anche Lou Barletta, deputato al Congresso di Washington per quattro legislature che ora, sconfitto nella corsa al Senato, punta a diventare governatore della Pennsylvania: «Questo è un Paese costruito dagli immigrati: la mia famiglia è venuta dalla Calabria. Ma, mentre quelli legali sono una ricchezza, i clandestini sono un problema. Quando ero sindaco di Hazleton mi sono ritrovato in pochi anni con una popolazione raddoppiata senza alcun incremento delle entrate tributarie: come la gestisci una situazione così? Devi tagliare i servizi pubblici e la gente si infuria». Anche Barletta, un trumpiano di ferro, pensa che la contea farà trionfare di nuovo Trump e contribuirà a fargli vincere la Pennsylvania: nemmeno lui crede ai sondaggi, pur ammettendo che ai «colletti blu» dello Stato Biden piace più di Hillary Clinton: «La misura del fallimento dei democratici la dà il fatto che questa gente semplice si identifica molto più in un miliardario che dovrebbe essere lontano dal loro mondo che nel loro vecchio partito». Ma per Kathy Bozinski, la leader dei democratici della contea, i repubblicani si sbagliano di grosso: «Non capiscono che questo non è più il 2016: l’atmosfera è cambiata. Dicono che solo Trump entusiasma. Ma nel mio ufficio di Wilkes-Barre c’è un grande afflusso di volontari. Sono quasi tutte donne che non ne possono più di Trump e di come ha trattato il coronavirus». Kathy è convinta che ci sarà un ribaltamento rispetto al 2016 anche perché due anni fa la contea ha votato per l’ attuale governatore: un democratico. Altri progressisti sperano, più realisticamente, di ridurre fortemente il vantaggio di Trump nella contea, in modo da contribuire al successo di Biden che, in Pennsylvania, prevarrà di certo nelle grandi aree urbane di Filadelfia e Pittsburgh.
È lo scenario che disegna anche Thomas Baldino, politologo della Wilkes University: «La contea resterà repubblicana: la gente sente che il partito democratico si è allontanato dalle sue sensibilità. Ma Trump non ripeterà il risultato del 2016 quando qui prese il 58% contro il 38% della Clinton. Il suo vantaggio sarà eroso, forse più che dimezzato, da Biden che è nato e cresciuto qui vicino, a Scranton, e che celebra le sue radici nella classe lavoratrice assai più di Hillary».