Corriere della Sera, 21 ottobre 2020
Prima vittima tra i medici nella nuova fase dell’epidemia
Al già nutrito elenco di sanitari uccisi dal Covid nei mesi scorsi, va aggiunto il nome del dottor Ernesto Celentano, 60 anni, medico di base a Napoli, nel quartiere di Secondigliano. Ricoverato all’ospedale Cotugno sin dalla fine di settembre, Celentano è scomparso pochi giorni fa, dopo essere stato a lungo in terapia intensiva. Le statistiche lo inquadreranno come il primo medico morto nella seconda ondata della pandemia in Italia, ma Ernesto Celentano merita ben altro genere di ricordi, legati al suo spirito di servizio, alla passione e dedizione con le quali si dedicava ai pazienti. Del resto proprio la sua serietà professionale potrebbe essere all’origine del contagio. Il dottor Celentano, infatti, avrebbe contratto il virus rimuovendo a un suo assistito – risultato poi positivo – alcuni punti di sutura a una gamba. Avrebbe potuto consigliargli di andare in ospedale, ma non gli sembrò il caso, per una questione così banale. E decise di provvedere personalmente. Passati pochi giorni cominciarono i primi malesseri, e poi arrivò l’esito del tampone a confermare quella positività di cui lui era già assolutamente certo. In ospedale il quadro clinico andò rapidamente aggravandosi. Il medico divenuto paziente non rispondeva alle terapie, e i suoi colleghi del Cotugno dovettero decidere il trasferimento in terapia intensiva. Ma non c’è stato mai un momento in cui è parso che il dottor Celentano desse segni di ripresa. Anzi, nella sua triste vicenda c’è addirittura la falsa notizia che fosse morto, diffusasi sui social il 5 ottobre. I familiari si rivolsero addirittura a un avvocato per smentire la notizia. Perciò, quando il medico è morto davvero, un suo collega ha commentato così sulla pagina Facebook «Nessuno tocchi Ippocrate»: «Non ho mai sperato in una nuova fake news come stavolta... Invece è vero».