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 2020  ottobre 21 Mercoledì calendario

Spending review alla Rai

La speranza in Rai è di riuscire a far passare l’idea che quei milioni di cosiddetto extragettito, banalmente il maggiore introito dovuto all’applicazione del canone in bolletta, possano tornare alla Rai. Intanto si corre ai ripari. E così, come reso noto dal deputato di Iv Michele Anzaldi nei giorni scorsi e non smentito dalla Rai, le prime vittime saranno i canali istituzionali e in inglese, previsti dal contratto di servizio 2018-22 che non partiranno per ora, la cancellazione dei canali Rai Sport (non la testata ma i canali) e l’accorpamento di Rai 5 e Rai Storia.
Il presidente di Apa, l’associazione dei produttori televisivi indipendenti, Giancarlo Leone, uomo che in Rai ha trascorso gran parte della sua vita professionale, ha chiesto pubblicamente maggiori risorse per la Rai. Lo ha fatto qualche giorno fa durante la presentazione del Rapporto sull’audiovisivo nel corso del Mia a Roma. Quei «180 milioni almeno di extragettito» – così li ha quantificati Leone – sono da riconoscere totalmente alla Rai, che invece non vede neanche un euro «per consentirle di investire nel cinema e nel settore audiovisivo in generale». Davanti a lui c’era l’ad Rai Fabrizio Salini, evidentemente grato dell’assist.
In Rai i conti non stanno tornando. E i timori per la chiusura di fine d’anno aumentano se si guarda al 2021. Quest’anno, infatti, andrà meglio dei -65 milioni previsti a livello di gruppo. L’assenza degli eventi sportivi alla fine ha fatto risparmiare i 137 milioni per i diritti sportivi di Europeo e Olimpiadi. Il crollo del mercato pubblicitario ha però dall’altra parte picchiato durissimo. Nei primi otto mesi dell’anno, stando ai dati Nielsen, manca il 15,6% della raccolta, scesa nel periodo da 446 a 377 milioni. Con il lockdown sono venuti a mancare poi oltre 20 milioni di canoni speciali (da attività commerciali) e una serie di ricavi theatrical.
Alla fine il rosso atteso per fine 2020 – sempre come gruppo in cui la capogruppo Rai Spa giova dei risultati positivi di qualche controllata, Rai Way in testa – sarebbe secondo indiscrezioni sui -40 milioni.
Il livello di preoccupazione in questo quadro sale per il 2021. Si guarda con fiducia alla ripresa economica e degli investimenti pubblicitari. Quei soldi per i grandi eventi sportivi però torneranno a bussare alla porta. In più mancherà il contributo di 40 milioni per due anni che la Rai ha già messo a bilancio per 2019 e 2020 ma che, come lamentato nei giorni scorsi dai consiglieri Rita Borioni e Riccardo Laganà che si sono astenuti sulla semestrale insieme con Igor De Biasio, «risulta tutt’ora iscritto nel documento economico finanziario Rai (come prevedono le regole per la corretta redazione dei bilanci), ma non è stato erogato dallo Stato e non ve ne è certezza alcuna».
Nel 2021 il rosso andrebbe ben sopra i 150 milioni, nell’ipotesi migliore, senza interventi correttivi che però sarebbero già allo studio: dai tagli alle fiction, alla riorganizzazione dei canali, ai tagli alle trasferte, alla revisione dei contratti di affitto. Aria da spending review. Facendo la voce grossa sui due canali previsti dal contratto di servizio (e di sicuro non sarà facile per Rai far passare questo dietrofront senza alzate di scudi), ma con un calcolo che gira su varie scrivanie in Rai: gli 1,7 miliardi di canone incassato sono inferiori agli 1,750 che entravano in Rai prima dell’operazione canone in bolletta.