Il Messaggero, 19 ottobre 2020
Ai lavoratori dei cimiteri un bonus se si fanno trovare
Bonus inaspettato e – soprattutto – retroattivo per circa 200 dipendenti del servizio cimiteriale di Ama: non soltanto si vedranno riconoscere un’indennità per la reperibilità, ma si vedranno pagate quelle ore anche negli anni 2016-2018. Indipendentemente, di fatto, se le hanno effettuate o meno dovrebbero vedersi in busta paga tra i 150 e i 200 euro.
Tutto questo avviene mentre il servizio cimiteri della municipalizzata di Ama continua a conquistare le pagine di cronaca dei giornali per i disagi ai cittadini e l’interesse della magistratura tra salme trafugate, cremazioni non effettuate, feti sepolti riportando il nome delle donne che hanno perso i bambini o deciso di abortire. Lo scorso 14 ottobre azienda e sindacati confederali e autonomi hanno siglato un verbale e stretto un accordo che ha fatto drizzare le antenne ad alcuni dirigenti in Comune, che della stessa Ama è azionista unico e che per le attività cimiteriali versa sempre a via Calderon de La Barca quasi 14 milioni di euro.
L’intesa tra la municipalizzata e le parti sociali prevede che le maestranze si vedranno riconoscere per l’istituto della reperibilità gli importi previsti dal contratto collettivo di lavoro. La misura vale dal 2019 e stando ai tabellari inseriti nell’accordo nazionale parliamo di 25,00 euro pagati per le giornate di sabato, domenica e dei festivi infrasettimanale e di 18 euro per i restanti giorni settimanali. Sempre le stesse regole prevedono che non si possa chiedere una disponibilità superiore di otto giorni mensili. Ma accanto a questa parte ce ne è un’altra che, come detto, ha fatto storcere il naso a qualcuno in Campidoglio. Infatti le parti hanno anche calcolato di riconoscere la reperibilità garantita dal 2016 al 2018, applicando il massimale previsto dal contratto del 1999. Al cambio di oggi, parliamo di 15,50 o di 14 euro al giorno in base al tipo di chiamata.
In Comune la concessione di quest’indennità lascia perplessi per diversi motivi. In primo luogo si spiega che a due anni di distanza, è quasi impossibile ricostruire chi ha dato o meno in quel periodo la reperibilità. In secondo, non è meno complesso capire se alcune attività sono state effettuate durante o fuori l’orario di lavoro. Infine, non piace l’atteggiamento dell’azienda che – come nel caso degli aumenti dei capizona o dirigenti di prima fascia – tende a garantire benefit retroattivi. Al di là di tutto, visto il caos che c’è nell’amministrazione capitolina, sarà difficile contestare ai lavoratori che ne fanno richiesta, questo bonus per il biennio 2016-2018.
Dall’azienda spiegano che l’esborso è tutto sommato limitato – intorno ai centomila euro – e che l’indennità sarà pagata soltanto ad alcuni dipendenti del servizio cimiteriale – circa 200 – e con mansioni apicali o specifiche come capi area o seppellitori.
Sempre nella stesso verbale Ama e sindacati provano anche a mettere una pezza ai forti ritardi nelle erogazioni dei servizi: a Roma, per esempio, per far cremare un proprio caro. Accanto all’assunzione di una decina di lavoratori interinali, viene infatti rafforzato il cosiddetto mutuo soccorso, per trasferire – come avviene già per la raccolta dei rifiuti – il trasferimento del personale da un cimitero all’altro. In attesa delle nuove assunzioni – dovrebbero entrare nuovi 20 addetti con la selezione annunciata nei mesi scorsi dall’amministratore unico, Stefano Zaghis – è stato disposto di mandare gli addetti con mezzi aziendali dal camposanto Laurentino a quello Flaminio, in base alle necessità. Anche in questo caso scatterà l’indennità di prestazione disagiata. Ma questo ping pong, spiegano alcuni dirigenti della municipalizzata, non basterà a risolvere i problemi.