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 2020  ottobre 18 Domenica calendario

Tutto Pascal tradotto in italiano

In molti si saranno accorti che nei trentotto capitoli de I Promessi Sposi Renzo e Lucia non si danno nemmeno un bacio. E questo anche se la casuistica dei gesuiti d’inizio ’600 lo ammetteva tra fidanzati. Dopo aver distinto le parti oneste dalle disoneste del corpo, ben vegliando sui comportamenti, la morale dei figli di Sant’Ignazio disegnava una mappa dell’illecito e del possibile. Del resto, l’amore degli sposi promessi, pur non essendo ancora coniugale, sarebbe presto fiorito grazie al sacramento del matrimonio.
Si sussurra che sia stato il giansenismo di Alessandro Manzoni, scrittore che amava Blaise Pascal, ad allontanare baci e carezze da Renzo e Lucia; di certo, più che ne I Promessi Sposi si scoprono incoraggiamenti d’intimità alle coppie nel gesuita portoghese Manuel de Sá, magari nella sua opera Aphorismi Confessariorum, uscita a Venezia nel 1595, subito tradotta in Francia e diffusa in quattro edizioni. Faceva parte di quel genere di autori detestati da Pascal, quelli che ispireranno al grande Blaise le requisitorie de Le provinciali.
Considerate tali note una licenza in margine al giansenismo, di cui Pascal resta una delle menti più autorevoli. È giunto anche il momento di riconsiderarne la figura giacché, per la prima volta in Italia con testi latini e francesi a fronte, sono state tradotte le sue Opere complete. Non soltanto i Pensieri o Le provinciali o gli opuscoli (in essi c’è il Compendio della vita di Gesù Cristo) o altri testi d’incerta attribuzione, tra cui figura il Progetto di lettera pastorale contro l’”Apologia dei casuisti”, ma anche tutti gli scritti scientifici.
Si sa che il trentenne Pascal chiudeva le sue ricerche fisiche e matematiche, ritenendole debolezze mondane, per dedicarsi alla teologia. Chi ben lo conobbe riferisce che avvertì la “vanità e nullità” delle conoscenze ricavate dalla scienza. Ora, grazie a Maria Vita Romeo, curatrice di questa integrale delle opere, è possibile ripercorrere l’itinerario intellettuale di uno dei maggiori filosofi moderni. Si comincia dagli scritti di geometria (ecco il breve Saggio sulle coniche o le pagine sul «triangolo aritmetico»), seguono quelli sulla macchina calcolatrice, sulla cicloide, poi i testi di fisica. Pascal si occupò di vuoto, è autore di Trattati sull’equilibrio dei liquidi e sul peso della massa dell’aria. Nel volume sono comprese le corrispondenze, utili per focalizzare sia le opere scientifiche sia quelle teologiche. Ci sono, per esempio, le lettere a Fermat e le risposte; o altre, di diverso genere, alla sorella Gilberte.
Il volume è talmente ricco che diventa difficile presentarlo, anche perché Maria Vita Romeo ha incluso nell’imponente raccolta pure i documenti biografici, compresi l’atto di battesimo, il testamento e il biglietto di sepoltura, la Vita di Pascal della sorella, i dossier sugli ultimi sentimenti. Come dicevamo, ci sono le opere maggiori: culminano nei Pensieri, ampiamente introdotti, con l’inevitabile tavola di concordanza. Il volume esce nella collana «Il pensiero occidentale», fondata da Giovanni Reale e diretta da Maria Bettetini sino all’ottobre dello scorso anno, quando scomparve.
Dinanzi a Pascal e a un’impresa simile si vorrebbe parlare di tutto, ma è possibile scrivere soltanto cosucce, come qui si è fatto. E non incolpatelo del pudore di Manzoni, il quale tenne distanti per molti capitoli Renzo e Lucia non a causa di Pascal, ma forse perché credeva in un’osservazione di Jacques Ferrand, autore del Traité de l’essence et guérison de l’amour (1610). Codesto dotto sosteneva che gli innamorati, anche guardandosi, alimentano «l’immaginazione depravata».