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 2020  ottobre 18 Domenica calendario

Il listino Biden per Wall Street

Il candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti, Joe Biden, sta recuperando il suo rapporto con Wall Street, tanto che i titoli dei settori industriali che potrebbero trarre beneficio da una sua vittoria stanno avendo performance migliori di quelli associabili al rivale Trump. In generale, la Borsa americana vede con maggior favore l’affermazione ampia di uno dei due candidati, piuttosto che una fase incerta e di contenziosi legali. E visto che i sondaggi indicano una preferenza netta nei confronti del candidato democratico, lo scenario sembra possibile.
Possibile ma tutt’altro che scontato. I sondaggi nazionali hanno un valore puramente indicativo: come insegna la sconfitta di Hillary Clinton quattro anni fa, le elezioni si vincono con i candidati nei singoli Stati. E qui i sondaggi danno indicazioni favorevoli a Biden, ma più incerte.
L’analisi della correlazione tra Borsa e candidati è stata realizzata da FinScience, ed è uno dei dati che vengono forniti in esclusiva al Sole 24 Ore per la creazione di una dashboard su Lab24 che, con numeri e grafici, ci accompagnerà fino al voto del 3 novembre. L’indagine prende in esame la popolarità dei candidati, i temi decisivi per la campagna elettorale, i settori industriali più vicini ai candidati e le conseguenze sui listini. L’azienda italiana, fondata nel 2017, raccoglie e analizza dati non standard per analizzare i mercati finanziari con sistemi di intelligenza artificiale.
«I nostri algoritmi possono seguire diversi temi. Abbiamo iniziato a occuparci delle elezioni presidenziali americane a partire dalla primarie. Poi dei candidati. E di singoli temi e settori di investimento associati alle elezioni», spiega Fabrizio Milano d’Aragona, ceo e cofondatore di FinScience, ex manager di Google Italia di cui è stato uno dei primi dipendenti.
L’analisi di FinScience, a cui hanno lavorato Alessio Garzonio, Investment specialist, e Ilaria Bianchini, Head of research tech, estrae questo valore facendo una analisi che prende in esame la diffusione delle notizie relative ai candidati sui social network. Parallelamente l’analisi guarda al “sentiment”, ovvero il tono della notizia rispetto ai candidati. Il sentiment dei politici in generale è spesso molto negativo, sia per la copertura mediatica sui giornali americani sia perché vengono condivise soprattutto notizie negative.
In termini di popolarità dei candidati negli ultimi tre mesi c’è stato un aumento dell’80% dell’interesse verso Biden, soprattutto dovuto ai dibattiti televisivi, contro il +30% di Trump. Il giorno con la maggiore diffusione di notizie su Trump è il 9 settembre, giorno in cui il presidente è stato candidato al Nobel per la Pace, ma la notizia più diffusa di quel giorno è “Donald Trump: If Biden Wins, China Wins. It’s as Simple as That”, del sito di news di destra molto vicino a Trump Breitbart.com.
Il giorno con la maggiore diffusione di notizie relative a Biden è stato il giorno del dibattito con il presidente Trump, il 30 settembre, giorno in cui il candidato democratico ha superato quello repubblicano.
I temi al centro dell’attenzione per queste elezioni sono la gestione della pandemia e i rapporti con la Cina e la Russia. Alcuni topic, secondo l’indagine di FinScience, rappresentano un banco di prova per uno dei due candidati, come ad esempio la posizione del democratico Joe Biden sul Green New Deal oppure la gestione dell’economia e la corsa al vaccino per Trump.
La posizione dei due candidati rispetto al tema della transizione energetica è uno dei pochi temi dove Biden è maggiormente esposto, e su questo il sentiment sta peggiorando negli ultimi mesi a causa delle posizioni ambigue del candidato rispetto al Green New Deal proposto dall’area liberal del partito.
La relazione con Wall Street ha un impatto in assoluto maggiore su Trump che su Biden, in quanto «il presidente ha spesso attribuito al suo governo i risultati positivi del mercato azionario». Però, commenta Fabrizio Milano d’Aragona, «quello che abbiamo notato in questi mesi è una crescita nel sentiment di Biden associato al tema addirittura con valori nelle ultime settimane superiori a quello di Trump, cosa che non succedeva precedentemente. Sembra quindi diminuire la preoccupazione dell’impatto di una presidenza democratica sulle performance finanziarie delle aziende in Borsa, il mercato quindi sembra puntare su una vittoria larga del candidato americano evitando così l’incertezza e l’incremento di volatilità di un’elezione contestata».
Una delle preoccupazioni che è emersa nelle ultime settimane, specie dopo il dibattito presidenziale, è la questione del voto postale, voter suppression e della transizione pacifica. «La questione del voto postale è cresciuta di più del 1.600% nell’ultimo mese in termini di popolarità sul web con un sentiment negativo – continua Fabrizio Milano d’Aragona -. Questo tema è quasi esclusivamente attribuibile a Trump e ai suoi dubbi sulla validità del voto postale che potrebbe indurlo a non riconoscere i voti postali in caso di una sua sconfitta con un ridotto margine». Cruciale, in questo senso, anche la nomina della giudice Amy Coney Barrett alla corte suprema americana, topic che verrà posto sotto monitoraggio su Lab24 da lunedì.
Sul tema borsistico, FinScience ha individuato relazioni tra titoli quotati sul mercato americano e i due candidati, con una selezione di titoli che potrebbero beneficiare da una vittoria del candidato democratico (si veda il grafico a destra). Si tratta di società che, ad esempio, potrebbero beneficiare più di altre da un allentamento della tensione con la Cina e dalla conclusione o riduzione della guerra commerciale. A queste si aggiungono società del settore della green economy e altre che per diversi motivi supportano attivamente Joe Biden.
Le società connesse a Trump sono invece società che, secondo l’indagine di FinScience, potrebbero perdere terreno in caso di vittoria del candidato democratico.
Si tratta di società connesse a business più tradizionali (acciaio, combustibili fossili, assicurazioni sanitarie) sia perché sono attivamente coinvolte in essi sia perché esposte finanziariamente. «Altre società fanno parte di business che hanno beneficiato durante gli ultimi anni di amministrazione Trump di sovvenzioni e protezione, come le tecnologie spaziali, i semiconduttori e la difesa», conclude l’analisi.