Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  ottobre 17 Sabato calendario

Le casse piene dei Dem Usa

Joe Biden ha già vinto almeno una gara, quella per la raccolta fondi. Invertendo una tradizione consolidata, è lo sfidante ad avere più soldi del presidente in carica, e la differenza non è piccola: esattamente 135 milioni in più. I democratici entrano nel rettifilo degli ultimi 17 giorni con un vantaggio che si traduce nella capacità di acquisto di spazio televisivo. Il mercato degli spot quest’anno polverizza un record: le due campagne di Donald Trump e Biden hanno già speso un miliardo di dollari per la pubblicità televisiva soltanto nei “battleground State”, quegli Stati contesi perché possono oscillare dall’uno all’altro ed assegnare la vittoria finale.
La campagna di Trump e il Republican National Committee hanno annunciato di aver raccolto contributi per 248 milioni nel mese di settembre. È un dato che in altri tempi sarebbe stato eccellente, ma quest’anno viene surclassato da Biden e dal Democratic National Committee, che hanno raccolto 383 milioni nello stesso mese. Biden sta facendo molto meglio (più del doppio) anche rispetto a Hillary Clinton, che nel settembre 2016 aveva raccolto 154 milioni. Rispetto a Trump, però, anche la campagna della Clinton nel 2016 era più ricca. Tenuto conto dei pagamenti già versati, la campagna repubblicana ha a sua disposizione un cash di 251 milioni mentre quella democratica dispone ancora di 432 milioni.
Il divario di risorse economiche è visibile sugli schermi, dove è la pubblicità per Biden a dominare. La radio pubblica Npr ha calcolato che in sei Stati-chiave i democratici hanno già speso 240 milioni in più rispetto agli avversari.
Non è bastato a riequilibrare i rapporti di forze l’intervento di un amico di Trump, il magnate dei casinò di Las Vegas Sheldon Adelson, che di recente ha staccato un assegno da 75 milioni per appoggiare la rielezione del presidente. Trump già il mese scorso ha annunciato che potrebbe autofinanziarsi, spendendo soldi suoi fino a 100 milioni per l’acquisto di spot televisivi, ma non ci sono segnali che lo abbia fatto finora.
Il vantaggio finanziario per i democratici si estende anche alle gare per i seggi in palio al Senato, altra sfida cruciale: solo se la sinistra riconquista anche il Senato oltre alla Casa Bianca, avrà ampia facoltà di realizzare i suoi programmi, ed eventualmente di ribaltare con nuove nomine i rapporti di forze alla Corte suprema. I giudici costituzionali vengono designati dal presidente e confermati dal Senato, oggi in mano ai repubblicani.
La maggiore potenza di fuoco che Biden mette in campo per l’acquisto di pubblicità tv ed altre forme di propaganda elettorale, viene interpretata come un segnale positivo sulla mobilitazione della base democratica, malgrado l’assenza quasi totale di quei contatti “porta a porta” che un tempo erano essenziali per aumentare l’affluenza alle urne. Si stima che già 17 milioni di americani abbiano votato per corrispondenza.