La Stampa, 17 ottobre 2020
L’incubo lockdown fa volare i risparmi
Il lockdown ha creato grande spavento nelle famiglie tant’è che nel secondo trimestre di quest’anno, segnala la Banca d’Italia, la propensione al risparmio degli italiani è salita al 18, 6%, un livello più che doppio rispetto al 2019. Ma il problema è che anche dopo che la fine del confinamento la situazione non è cambiata. Gli italiani, a causa del Covid e della crisi che ne è seguita, sono diventati più «formiche». Questo sia per «motivi precauzionali» sia per «il permanere del rischio di contagio, che può scoraggiare o impedire alcune tipologie di consumi, soprattutto legati al turismo e alle attività ricreative» segnala il Bollettino economico diffuso ieri da via Nazionale.
Regna l’incertezza
Dall’aggiornamento dell’indagine straordinaria sulle famiglie italiane realizzata tra agosto e settembre emerge che una seconda ondata di pandemia frenerà di nuovo in maniera significativa i consumi: circa un terzo delle famiglie (percentuale che sale al 47% tra quelle in difficoltà economica) ridurrebbe gli acquisti in negozi di alimentari e di altri beni essenziali se i contagi giornalieri nella propria regione fossero più di 1.000 e non spenderebbe più per alberghi, bar e ristoranti anche in una situazione epidemiologica molto più favorevole (meno di 10 contagi giornalieri).
Da un’indagine svolta su un campione di 4500 aziende si scopre invece che oltre il 40% delle imprese dichiara che quest’anno i propri investimenti saranno minori del previsto: per circa metà di queste la spesa sarà inferiore di oltre un quarto rispetto ai piani iniziali mentre meno di una su due realizzerà gli investimenti pianificati.
L’incertezza che regna sia in Italia che a livello globale rischia di avere il predominio su tutto il resto. Del resto, nonostante un rimbalzo «oltre le stime «del Pil del terzo trimestre (+12, 5%, grazie soprattutto al +30 fatto segnare dalla produzione industriale), il 2020 si chiuderà con una perdita del prodotto interno pari al 10% tanto che per il governatore Ignazio Visco il ritorno ai livelli pre-Covid «potrebbe avvenire non prima di una paio d’anni».
Interventi veloci e di qualità
In questo quadro il ruolo del governo, che dopo l’ennesimo vertice notturno oggi potrebbe varare una nuova manovra da 40 miliardi ancora una volta tutta anti-Covid, diventa decisivo. Secondo Bankitalia «le misure espansive» messe in campo fino ad oggi con uno stanziamento nell’ordine dei 100 miliardi «forniscono all’economia una spinta macroeconomica considerevole» ed il loro ordine di grandezza «é coerente con una composizione degli interventi in cui abbiano ampio spazio gli investimenti pubblici. Per ottenerne pieni benefici – sottolinea però via Nazionale – è essenziale adoperarsi per accelerare i tempi di realizzazione e assicurare la qualità degli interventi» per i più colpiti. Tra le ipotesi in manovra, ci sarebbe anche l’ipotesi di una proroga, fino alla fine di gennaio, sull’invio delle cartelle esattoriali in modo da dare ossigeno agli italiani nel pagamento delle tasse. Infine potrebbe essere previsto il prolungamento della Cig allargata che impedirebbe così alle aziende di licenziare.