ItaliaOggi, 16 ottobre 2020
Periscopio
Il massimo fu quando andai all’ufficio del personale del Senato: «Buongiorno, mi devo licenziare. Come si fa?». «Non lo sappiamo, non si è mai licenziato nessuno». Federica Sciarelli, giornalista (Alessandro Ferrucci). Il Fatto.
Le mazzette non si devono dare ma se fai impresa a Roma e trovi chi ti chiede i soldi, come fai? Salvatore Carminati, il pd re delle coop romane (Andrea Arzilli). Corsera.
Mio nipote, che ha 21 anni e una grande passione politica, spesso mi chiede consigli politici. Ma, come suo nonno, non sa con quale partito sfogare la sua passione politica. Fausto Bertinotti a Un giorno da pecora. RaduioRai1.
Alle politiche del 1972 Giulio Andreotti fu capolista a Napoli. E, da giovane consigliere comunale, m’impegnai per la sua elezione. Ebbi modo di conoscerlo e insieme ad altri amici fondammo la corrente andreottiana. Cirino Pomicino, ex ministro Dc (Maurizio Caversan). la Verità.
La colpa dell’attuale declino italiano è della globalizzazione. Premetto che sono antimodernista ma come negare che oggi è tutto apparenza: il made in Italy è un’etichetta ma la proprietà è estera. Tomaso Staiti di Cuddia, ex deputato del Msi (Giancarlo Perna). Libero.
Meloni, che si è conquistata il titolo di rising star della politica italiana dal Financial Times, dovrebbe trarre ispirazione, avendo anche lei, come il Cavaliere, grande pragmatismo nell’ascolto del territorio e un’attenzione puntigliosa nella preparazione delle apparizioni televisive (anche se dal mondo di Urbano Cairo viene puntualmente «boicottata»). Il suo piglio va bene per affrontare piazze e tv, ma non basta se vuole diventare grande. Luigi Bisignani. il Tempo.
«Il canto delle balene» è un apologo sarcastico sulla vita di coppia che sfatava il mito, nel 1989, che marito e moglie devono dirsi tutto. La coppia invece si basa sul rispetto dei segreti. Mai invadere e devastare il terreno dell’altro. Quando ti sposi, ti sposi con un clan: con lei, con sua madre che è dentro di lei, con i suoi fratelli, con i suoi libri, i suoi film, la sua etica, il suo mondo, con la sua storia... Se vuoi creare con lei un’altra storia, la vostra, ti devi flettere, adattare. Il segreto è non distruggere l’altro. Ferdinando Camon, scrittore (Luigi Mascheroni). il Giornale.
Nella scena più iconica del nuovo romanzo di Antonio Scurati, M. L’uomo della Provvidenza (Bompiani) Mussolini è di fronte al busto in bronzo che gli ha dedicato Adolfo Wildt, ingaggiato da Margherita Sarfatti, l’amante fidata. C’è molta tensione, l’opera esalta il volto fiero e tetro di «un uomo dentro e contro la Storia»; e un tiranno allo specchio reagisce in due modi: si ammira, o s’infuria. Per fortuna di Wildt, il Duce apprezza il ritratto magnetico e prepotente. «Magnifico, è così che mi sento». Ecco, Scurati in questo secondo volume della trilogia ci mostra il materiale molle, viscerale, umorale, terribilmente umano che c’è dentro, dietro e oltre quella maschera: dà voce al fango e all’argilla degli anni fascistissimi. Antonio Scurati, autore di M. L’uomo della Provvidenza (Luca Mastrantonio). Sette.
In Italia non battevo più un chiodo. O meglio, avevo una cattedra alla scuola media e per un errore burocratico non entrai nella graduatoria utile per insegnare filosofia al liceo. Ero furioso. Poi vinsi una selezione indetta dal Ministero degli Esteri per insegnanti in università straniere. Partii nel 1987. Il primo impatto fu con il Texas. Facevo molta vita di società allora, ripetitiva ma antropologicamente interessante. Poi tre anni di calma e riservatezza canadese, seguita dall’esplosione di New York, dove per sette anni ho organizzato gli eventi letterari dell’Istituto di Cultura e insegnato alla NYU e in tutte le università dello Stato. L’incarico permanente è venuto da Houston e lì tornai. Alessandro Carrera (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Il mio vero primato è il messaggino che Corrado mi ha spedito da Santa Marinella il 29 dicembre per augurargli buon 2020: «Sono passati 30 anni dall’ultimo mio trapianto. Che ne pensa? Vivrò ancora?». Un vero miracolo, perché, a 36 mesi dal primo intervento per una cirrosi epatica da virus B, il luminare dovette sostituirgli il fegato a causa di una recidiva e dal 2010 il sopravvissuto ha gettato via i farmaci immunosoppressori, che i trapiantati assumono per sempre onde evitare le crisi di rigetto. «Vivrai ancora a lungo», gli ha risposto Fassati. Di pazienti così, morti di vecchiaia a oltre 30 anni dal trapianto ne ha già avuti. Luigi Rainero Fassati, chirurgo epatico (Stefano Lorenzetto). Corsera.
Il campo della sinistra si è presentato nel modo più frammentario e conflittuale possibile. Non sarà facile un processo di ricomposizione unitaria. Goffredo Bettini, eurodeputato Pd ed ex braccio destro di Veltroni a Roma. la Repubblica.
A chi mi domanda se Salvini è il capo del centro destra rispondo sempre che, per essere il capo, servono due cose. I numeri e la capacità di gestire la coalizione. I primi ci sono, la seconda per ora no. Matteo potrebbe essere l’architetto del centrodestra, ma al momento non mi risulta abbia alcun progetto. Si concentra solo sulle sue battaglie, va per conto suo. Non ascolta chi gli vuole bene. E a forza di dare spallate, finisce per rimediare una lussazione dopo l’altra. Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria (Marco Imarisio). Corriere della Sera.
Un tempo si faceva finta che la sinistra fosse con i poveri contro i ricchi, con gli operai contro i padroni, con i buoni contro i cattivi. Non c’erano ancora le banche di famiglia. Ma un secolo fa la «sinistra» applicò una catastrofica teoria economica ad un colpo di Stato chiamato rivoluzione che portò alla morte di oltre quindici milioni di persone in Russia, Europa, Cina, Africa e America Latina. Paolo Guzzanti. Il Giornale.
Quando dipingo, so di non essere libero di fare ciò che voglio. Non sono io che comando sul quadro, ma è questo che mi guida e mi determina. Tullio Pericoli, pittore (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Sono le famiglie, più che la scuola, che si debbono rendere conto che sostenendo le ragazze nelle loro aspirazioni possono fare la loro felicità. Io sono ottimista. Le cose stanno cambiando in fretta, lo vedo ovunque. Le donne son sempre più sicure nelle loro scelte perciò andrà di sicuro meglio, non c’è modo, per fortuna, di tornare indietro. Amalia Ercoli-Finzi, 80 anni, prima ingegnera aerospaziale italiana. (Cristina Nadotti). la Repubblica.
Stava osservando un tramonto dolce e languido come il senso di una donna matura. Antonio D’Orrico. Sette.
A me la grazia l’hanno fatta le donne, non i santi. Roberto Gervaso.