Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  ottobre 16 Venerdì calendario

I reggiseni che vanno di moda

Le donne vogliono essere belle a modo loro. Mixano romanticismo e praticità, pizzo e cashmere perché «sanno cosa vogliono». Parola di Giorgia Fuini, 53 anni, veronese, responsabile ufficio stile corsetteria e nightwear donna Intimissimi, marchio del Gruppo Calzedonia di Sandro Veronesi. Fuini ha una carriera tutta in azienda. Dopo una laurea in psicologia e una passione da sempre coltivata per la moda («cominciata da ragazzina con i cartamodelli della rivista Burda»), è entrata a far parte del gruppo Calzedonia oltre 20 anni fa. Di sé dice di essere da sempre appassionata alla lingerie, un prodotto che richiede passione e pazienza e terzo ingrediente, l’amore per il dettaglio.
Perché il reggiseno è un prodotto tanto difficile?
«Come dico io la corsetteria o la odi o la ami, ne ho fatto il mio motto. Il reggiseno è un meccanismo complesso, composto da trenta parti, non si infila un tessuto in una macchina e via. La corsetteria è un problem solving». 
Che caratteristiche ha il suo team di lavoro e come trasmette questa passione? 
«Il team ufficio stile di Intimissimi è di quindicina di persone, età media sotto i 30, tanti arrivati dalle scuole e dalle università di moda. L’azienda crede nei giovani, nel loro entusiasmo. A loro dico questo: fatevi divorare dalla passione, fatevi spingere dalla voglia di trovare soluzioni, guardate oltre, provateci».
E adesso la nuova sfida. Il brand ha deciso di lanciare la collezione autunno inverno con una campagna che fa a meno delle top, come Irina Shayk, e punta dritto alla lingerie. Bella a modo tuo cosa significa?
«Scegliere il proprio stile, il proprio modo di concepire la femminilità e di modellare il proprio corpo». 
Ma cosa vogliono le donne? Senza una modella cui immedesimarsi non si rischia di confondere il desiderio?
«Anzi, è uno sprone alla libertà di scegliere: superare l’idea di una donna che rappresenti la femminilità in assoluto perché c’è una proposta per tutte, privilegiando quel che fa stare bene».
La donna vuole più comodità o romanticismo?
«L’estate post lockdown ha fatto desiderare modelli semplici, non imbottiti, invisibili, pratici. Ora il desiderio sta cambiando; le proposte lanciate da pochi giorni, il body con i laccetti, il balconcino di pizzo, hanno avuto un exploit di vendite che ci ha stupiti, come per San Valentino».
Quali sono i modelli del momento? 
«Il reggiseno trionfa, sia come triangolo sia come brassière. Adesso lo si mostra, lo hanno sancito tutte le sfilate, da Dior a Miu Miu. La brassière va anche nei colori della pelle, esibita, impensabile fino a pochi anni fa, ma oggi la semplicità del liscio e del nude è sexy. Poi il triangolo, altra ossessione del momento. Tra le mutandine va la culotte così come il brasiliano, che non è più solo appannaggio delle giovani. Insomma, tra basico e moda non c’è più demarcazione stretta, e Intimissimi di ogni modello propone forme e stili adatte a ogni donna. E poi non ci stanchiamo di sperimentare».
Per esempio?
«La mini collezione con cashmere che arriverà tra poco. Triangolo, brassière, culotte e slip, nelle varianti cammello e grigio melange, da abbinare anche a pigiama e camicia check. Ci ha ispirato il lockdown, quando l’esigenza era la comodità ma anche essere sempre a posto, magari indossando qualcosa di meno impegnativo e più originale. Il reggiseno con cashmere aiuta ad affrontare l’autunno con grinta e dolcezza».
Nelle vostre ispirazioni quanto contano i social? 
«Fondamentali. La percezione della bellezza è cambiata radicalmente in tre anni: ora quello che è aspirazionale passa attraverso di loro. Li studiamo, insieme con giornali e riviste, tessuti, concorrenza, sfilate».
Definita la tendenza come si costruisce la collezione?
«Bisogna studiare la sua fattibilità tecnica. Poi tocca a tessuto, cartamodello, prototipo e alla prova con la nostra modella che, ci tengo sempre a dirlo, non è una teenager, è cresciuta con noi. Un corpo naturale. Infine... tutte noi in ufficio indossiamo il nuovo modello. È fondamentale per capirne la vestibilità e le imperfezioni».
Se per l’Italia vince il mix sensuale e comoda, le donne di altri Paesi, visto che siete presenti in 47 nazioni, cosa chiedono alla lingerie? 
«In Europa esibiscono di più, hanno meno pudore, il reggiseno è quasi un trofeo; le francesi rifuggono dall’imbottito, e amano molto il pizzo. In Giappone e in Cina, invece, sono più morigerate e chiedono reggiseni più coprenti».