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 2020  ottobre 16 Venerdì calendario

Che cosa sanno di finanza gli italiani?

Una delle conseguenze più evidenti della crisi è stata sicuramente lo scoprirci vulnerabili di fronte a un evento improvviso, inaspettato, di enorme impatto». Quello che si può fare «è migliorare le nostre conoscenze, capire meglio il complesso mondo dei rischi, abituarci a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per far fronte, al meglio, agli eventi inaspettati». Sono due passaggi del discorso fatto da Maria Bianca Farina, presidente dell’Ania (Associazione nazionale tra le imprese assicuratrici), in occasione della recente Giornata dell’educazione assicurativa.
La pandemia ha fatto crescere il senso di fragilità non solo sul versante sanitario, ma anche economico. Secondo l’ultima edizione del “Termometro Italia”, studio condotto dal Cerved a fine settembre, il 58,9% delle famiglie e il 69,5% delle aziende dichiarano un impatto drammatico o negativo dovuto al Covid 19 (erano rispettivamente 74,5% e i 78,6% tre mesi fa). Più di tre aziende su quattro affermano di aver subito un calo del fatturato, che in poco meno di un caso su due è stato superiore al 42%. A soffrire sono soprattutto i lavoratori autonomi, gli operatori del commercio e dei servizi, oltre che in maniera trasversale le realtà con meno di 50 addetti. Detto del passato, lo scenario non sembra destinato a migliorare nel breve termine. Le aspettative per i prossimi mesi sono di un periodo molto difficile, fatto di rinunce per il 64,6% delle famiglie. Il 54,8% degli italiani ha dovuto intaccare i risparmi per far fronte alla crisi. Intanto sono già evidenti le ripercussioni sul calo della capacità di spesa, principale timore delle imprese. In parallelo le famiglie temono l’ulteriore riduzione del reddito, sia tramite la cassa integrazione, che attraverso la diminuzione degli orari lavorativi.
Questi dati confermano le risultanze di un’indagine condotta da Doxa subito dopo la fine del lockdown, secondo cui l’emergenza sanitaria legata al coronavirus ha fatto passare la quota di famiglie che fatica ad arrivare a fine mese dal 46 al 58%. Lo stesso studia segnala, però, che quanti dispongono di solide conoscenze finanziarie si mostrano più pronti ad affrontare spese impreviste. Questo indica, al di là degli interventi emergenziali, l’importanza di investire nell’educazione sugli investimenti e assicurativa, «che rappresenta uno strumento cruciale per rafforzare strutturalmente la resilienza di persone e famiglie», per usare ancora le parole di Farina. Perché chi conosce, difficilmente accetterà consigli interessati o effettuerà scelte d’investimento o assicurative avventate.
La strada da percorrere è lunga: secondo un’indagine di Standard & Poor’s l’Italia è fanalino di coda tra i Paesi avanzati per conoscenze finanziarie: quasi due italiani su tre non sono infatti in grado di dare la risposta corretta a quesiti elementari in materia. Colmare il gap è fondamentale per non disperdere una parte importante dei risparmi accumulati nei decenni dalle famiglie italiane, che sono uno degli asset più importanti del nostro Paese.
Anche perché le incognite diventano sempre più numerose. Al di là della pandemia, vi sono le tendenze di lungo periodo che rendono la conoscenza delle tematiche legate agli investimenti e alla protezione essenziale per interpretare una realtà che diventa sempre più complessa, per valutare rischi e opportunità, per elaborare le strategie più idonee così da adattarsi con efficacia ai cambiamenti in corso. È il caso del progressivo invecchiamento della popolazione, con le esigenze che ne derivano in termini di assistenza. Così come dell’evoluzione del mercato del lavoro, caratterizzato da contratti e carriere sempre meno stabili, che pongono la necessità di integrare il reddito durante le fasi di discontinuità. Senza dimenticare i rischi crescenti per le persone e le cose generati dai cambiamenti climatici e dall’evoluzione tecnologica, che da una parte facilita l’accesso ai mercati finanziari, ma dall’altro allarga il gap tra chi ha solide conoscenze di settore e chi no. Le incognite non sono cancellabili, ma possiamo agire in modo da renderle meno impattanti sulle nostre vite.