Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  ottobre 15 Giovedì calendario

Periscopio

Vorrei coinvolgere Cochi nella riapertura del teatro Lirico di Milano. Deve tornare a essere un punto di incontro dei cittadini, un luogo dove lanciare giovani comici. Renato Pozzetto, comico (Luigi Bolognini). la Repubblica.
Pirrone, filosofo scettico, una volta che la folla lo applaudiva mormorò: «Che abbia detto qualche sciocchezza?». Massimo Fini: Il ribelle Marsilio. 2006.

Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130% che peggiorerà drammaticamente con le inevitabili misure anti Covid. Roberto Orsi, London School of Economics.

Daniel Fishman, che ha aiutato Bonaccini a vincere col Pd in Emilia, sta lavorando con Fitto (Cdx) per togliere la Puglia a Emiliano (Pd). Gli ha consigliato di farsi crescere i capelli. «Un suggerimento della moglie. Le aveva promesso di lasciarli crescere e di non candidarsi». E invece si è candidato. «E insieme sono bellissimi. Veri. Stanno girando la Puglia in automobile. Fitto l’ho conosciuto una sera, a Roma, a cena. Ricordo di avere dimenticato le chiavi di casa. «Tieni, prendi le mie», mi disse. Mi fece dormire a casa sua. Fitto è questo, non gioca con l’epica come Michele Emiliano». Cesare Lanza. Alle 5 della sera.

«Avresti mai pensato di tifare un giorno per un democristiano come Renzi?», chiedo a Claudio Velardi che mi ha condotto nel suo ufficio arredato in stile Andy Warhol. «La mia natura è anarchica -risponde-. Con mio padre, che votava comunista, facevo il fascista. Ho militato atipicamente nel Pci, prima ancora di capire che il comunismo fu la principale catastrofe del Ventesimo secolo. Quanto alla Dc, ha tenuto in piedi questo Paese per trent’anni e lo ha ricostruito. Che Renzi venga da lì, mi sta anche bene. Mi ha colpito quando ha cominciato a spianare i vecchi apparati del Pd dicendo le stesse cose che dicevo io: devono andare a casa». Claudio Velardi (Giancarlo Perna). Libero.

Consigli (non ascoltati) per i tg Rai: Ripensare al modo stanco di condurre, senza capacità di legare le notizie, leggendo pigramente il gobbo o il foglio, passando la linea a corrispondenti e inviati in modo burocratico come un vigile che smista il traffico. Il colloquio con l’inviato o il corrispondente equivale a un colloquio con il pubblico. Che è invece escluso dai nostri tg, prevalentemente composti di servizi chiusi (cioè già rifiniti prima della messa in onda). Aprire un po’ i tg significa aprire allo spettatore. Carlo Verdelli: Roma non perdona – Come la politica si è ripresa la Rai. Feltrinelli, 2019.

Gheddafi era un grande personaggio. Con Jallud presero in mano la Libia che avevano vent’anni. Jallud strinse un forte legame con mio figlio Enrico, che seguiva i lavori in Africa. In quegli anni la Libia ebbe una straordinaria importanza per il nostro Paese, ricordo il clamore che suscitò il suo ingresso nel capitale della Fiat. Il modo in cui hanno ucciso Gheddafi è stato una barbarie. Marida Recchi, 102 anni (Aldo Cazzullo). Corsera.

Se l’attentato alle Torri gemelle di New York, 19 anni fa, è stato di fatto l’inizio della Terza guerra mondiale (chissà se e quando è finita, verrebbe da chiedersi), allora la pandemia del Covid ci ha trascinato nella Quarta, con un nemico ancora più letale e invisibile, dal quale è parso, a un certo punto, fosse impossibile difendersi. Ma stavolta non c’era un Afghanistan da invadere, un Osama bin Laden da cacciare, dei jihadisti da scoprire e uccidere prima che loro uccidessero noi. Stavolta il nemico è letteralmente dentro di noi, o nel corpo della persona di fianco a noi al lavoro, in casa, sulla metropolitana, a scuola, al cinema. È ovunque. Maurizio Pilotti. Libertà.

Mio padre non andò in Argentina per lavoro ma per non finire nei campi di sterminio nazisti. Nel 1938, all’avvento delle leggi razziali, mio nonno Enzo, avvocato antifascista di Modena, gli ordinò di rifugiarsi in Africa orientale. Quando le persecuzioni antisemite arrivarono anche nelle colonie, papà fuggì in Sudafrica. Siccome il Paese faceva parte del Commonwealth, alla dichiarazione di guerra contro l’Inghilterra scappò in Sudamerica, dove lo raggiunse tutta la famiglia. Ricardo Franco Levi, presidente degli editori di libri (Aec) (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Giulietta Masina aveva un amico, Salvato Cappelli, che era più presente di Federico. Fellini si rilassava con i massaggi e la sauna, Salvatore faceva le flessioni in giardino nella loro villa a Fregene. Ma non credo ci sia mai stato molto fra loro. Marina Ceratto Boratto, autrice de La cartomante di Fellini. Baldini+Castoldi.

Ho insegnato al Sissi di Trieste per quattro anni e infine al San Raffaele di Milano. Dai moscerini sono passato ai mammiferi. Ho lavorato sui neuroni corticali, facendo nuove e importanti scoperte. Ho scritto per le più importanti riviste scientifiche del mondo. Mi dicono che ci sono andato più volte vicino. Tre Nobel per la biologia sono stati dati in relazione allo sviluppo dei moscerini e agli aspetti che hanno in comune con gli animali superiori. Edoardo Boncinelli, genetista (Antonio Gnoli). la Repubblica.

Torna in libreria «Il quinto stato» (Garzanti) che è il primo romanzo di Ferdinando Camon del «ciclo degli ultimi» che uscì nel 1970 con un’appassionata prefazione di Pier Paolo Pasolini. «Ma sono stufo di vedere ristampato questo libro sempre con il testo di Pier Paolo, al quale sono riconoscente: ma il libro è mio, non suo. E poi ciò che scrive nella prefazione è bellissimo ma sbagliato: i contadini non volevano affatto che quel mondo continuasse a sopravvivere, quello semmai era il suo di sogno, loro invece volevano diventare borghesi, col televisore, l’auto, i soldi, cioè l’evoluzione che descrivo nel romanzo... Avevo ragione io, non lui, purtroppo. Ferdinando Camon, scrittore (Luigi Mascheroni). il Giornale.

I 70 anni non me li sento addosso. Tocco ferro: sono ipocondriaco da sempre, ma sto bene. Ogni tanto ho un po’ di mal di schiena. «L’ha usata parecchio, Panatta», mi ha detto il dottore. Verissimo. Però il tennis, alla fine, è stato gentile con me. Adriano Panatta, ex tennista (Gaia Piccardi). Corsera.

Non c’è vita, per anormale che sia, che non abbia un suo equilibrio, e non bisogna cercare di modificarlo, perché certi difetti hanno un contrappeso in altrettante qualità. Giuseppe Prezzolini: L’italiano inutile. Rusconi libri, 1994.

Non rimandare troppo la tua dipartita. Rischieresti di non essere abbastanza rimpianto. Roberto Gervaso.