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 2020  ottobre 15 Giovedì calendario

Biografia di Naftali Bennett

GERUSALEMME Da nord (Haifa) a sud (Eilat). Dal Mar Mediterraneo al Mar Rosso. Solo un dolore al collo lo ha costretto al ricovero e ha fermato per qualche ora Naftali Bennett. Il leader del partito Nuova Destra ha girato tutto il Paese in questi mesi di epidemia, dai piccoli negozianti che hanno tirato giù la saracinesca ai medici e agli infermieri esausti.
Ha fatto – sostengono i sostenitori e ormai qualche (ex) critico – ciò che avrebbe dovuto fare Benjamin Netanyahu. Non è la prima volta: Bennett ha chiamato il figlio Yoni, come il fratello del primo ministro ucciso nel raid a Entebbe, Netanyahu ha chiamato i suoi Avner e Yair. È un indizio del loro rapporto complesso. Il giovane Bennett ha sbirciato le mosse di re Bibi e ora vuole conquistarne lo scettro. Come Yoni e Bibi si è arruolato nelle forze speciali, come Bibi ha passato qualche anno negli Usa tornando milionario, come Bibi ha scelto di militare nella destra.
L’attivismo sanitario di Bennett, 48 anni, ha permesso alla sua formazione di balzare nei sondaggi: dagli attuali 3 risicati seggi in parlamento a 23, mentre il Likud scenderebbe da 36 a 26. «Ha identificato il vuoto politico nella gestione del Coronavirus – scrive la giornalista Mazal Mualem sulla rivista Al Monitor – ed è diventato una sorta di ministro della Sanità ombra». Era il ruolo che Bennett avrebbe voluto per sé, quando in primavera Netanyahu negoziava per mettere insieme la coalizione. Era disposto a lasciare la carica di ministro della Difesa, aveva già capito che il Covid-19 sarebbe diventato la prima linea. Netanyahu ha preferito mettere alla Sanità il fedelissimo Yuli Edelstein e Naftali ha scelto di andare all’opposizione.
La sinistra resta sospettosa verso questo rappresentante dei coloni che ribadisce di voler annettere la Cisgiordania palestinese. Bennett è consapevole di dover conquistare voti al centro. Così indossa la kippah all’uncinetto, simbolo dei sionisti religiosi e dei coloni oltranzisti, ma abita a Raanana, sobborgo residenziale a nord di Tel Aviv. «A quelli che dicono “A questo punto meglio lui di Netanyahu”, rispondo: non lasciatevi tentare. Chi vuole un Israele egualitario, che cerca la pace, che protegge i diritti umani – ha scritto Aluf Benn, direttore del quotidiano Haaretz – dovrebbe essere preoccupato dal salto di Naftali verso il vertice».