Corriere della Sera, 15 ottobre 2020
Gli sport assurdi
Nel leggere la lista dei centrotrenta sport di contatto proibiti per decreto dal governo, sono rimasto stupito che ne esistessero così tanti, ma soprattutto che tra essi ce ne fossero alcuni frequentati da autentiche folle di amatori, come il sepatkakraw e la s’istrumpa, un’antica lotta sarda che mi piacerebbe imparare per il puro gusto di sperimentarla durante una riunione del Consiglio dei ministri. È vero che ci è ancora consentito ballare il tango con una scopa e salire su un bob a quattro, purché da soli. Ma a lasciarmi esterrefatto, forse addirittura indignato, è l’assenza, in quella lista, di sport pericolosissimi come i giochi di carte. E non mi si venga a dire che una partita a poker non rientra tra le discipline che contemplano un contatto fisico o la possibilità di un contagio. Intanto ogni singola carta andrebbe disinfettata, in particolare quelle truccate, e poi non vi è chi non veda il rischio di ricevere una ditata nell’occhio, specie per chi bara.
Rimane il caso più spinoso: il ping-pong. Sarà perché è lo sport più praticato dai politici, inesauribili nel rimbalzarsi le decisioni tra loro. Sta di fatto che non è stato ancora dichiarato fuorilegge, a differenza del cheerleading e del floorball, nonostante io abbia un amico che sputa sulla pallina prima di ogni punto decisivo. Lo segnalerò alle riesumate autorità spionistiche della Germania Est, non appena si saranno installate nelle apposite sedi di auscultazione.