ItaliaOggi, 14 ottobre 2020
Periscopio
Butta via l’intelligenza e il coraggio come medicine scadute. Walter Siti, Scuola di nudo. Rizzoli, 2014.
Ho avuto anche «un fidanzato pelosissimo, con due baffoni», che mi menava. Anche se si trattava di due sberle. Non sono offesa: le meritavo. Però era molto spiritoso. Sembrava uno dei carabinieri di Pinocchio. Barbara Alberti, scrittrice (Stefano Lorenzetto). Corsera.
Le città, quasi tutte, hanno un colore particolare che le contraddistingue e le accompagna. Vienna è verderame, Monpellier è una città bianca, Ginevra è azzurra, Milano è grigia e Uppsala, in Svezia, è rosa. Nicola Lecca. Studi cattolici.
Era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini. Da una canzone di Giorgio Gaber.
Il vero limite di Giorgia Meloni è oggi il suo cerchio magico che, per non perdere lo strapuntino di potere acquisito e con la scusa di difenderla ’dai barbari’ alle porte, la costringe a chiudersi a riccio e ad essere diffidente e sospettosa verso tutto e tutti, impedendole di brillare. Il suo gruppetto di comando, che si definisce la «generazione Atreju», culturalmente è il retaggio della destra più estrema legata a vecchi schemi con riti e linguaggi oggi anacronistici. Luigi Bisignani, il Tempo.
Nel libro di Pendinelli e Sorgi Quando c’erano i comunisti si va indietro all’amicizia tra Palmiro Togliatti e Antonio Gramsci che, nella primavera del 1912, erano iscritti rispettivamente alla facoltà di Lettere e a Giurisprudenza. Luigi Bisignani. il Tempo.
Se ci saranno forti ingressi in un Paese anche all’interno della Unione europea, visto che è una comunità forzosa, non «naturale», quel paese lo sentirà come un’invasione. Ida Magli, antropologa, Contro l’Europa. Bompiani, 2001.
«Che mi dici», chiedo a Velardi, «dei giovani-vecchi Fassina, Civati e del tuo amico Cuperlo?», lo stuzzico. «Il Cuperlo che conoscevo era diverso, ironico e divertente. Mi dispiace vederlo adesso che tentenna calibrando le parole col bilancino. Gli altri sono invece mezze figure. Per contrastare uno come Renzi ci vogliono le palle. Non le facce di D’Attorre o Fassina che comunicano cupezza. Sono perdenti nati. Claudio Velardi (Giancarlo Perna). Libero.
Il mio editore, Adelphi, ha un difetto: pubblica troppi libri che vorrei leggere. Non si riesce a stargli dietro. D’altra parte è un problema generale, e nessuno l’ha detto meglio di Troisi: «Non è giusto: loro sono in troppi a scrivere e io sono da solo a leggere...». È un fatto. Carlo Rovelli, scienziato, impegnato nella teoria quantistica (Antonio Gnoli), Repubblica.
Ma perché in treno tutti hanno tanto bisogno di muoversi? Una culona in body nero è già sfilata tre volte: signora io se fossi nelle sue condizioni mi metterei una bella gonna larga, ma non si guarda allo specchio prima di uscire, perché deve infliggere a tutti la visione dei suoi insaccati? Walter Siti, Scuola di nudo. Rizzoli, 2014.
Dal margine del Mincio si entra in diga Masetti per arrivare al Po attraverso la chiusa e il dislivello di quattro metri e lì ci sono i fiori di loto. Davide Bregola. Il Giornale.
Stasera due escort russe anche troppo belle, spolpano gamberoni alla catalana, mentre i loro accompagnatori (Adriano Perna, costruttore a piede libero con una condanna per bancarotta fraudolenta, e Saverio Barenghi, proprietario di una catena di negozi di abbigliamento) chiedono la terza bottiglia di Jacques Selosse. Aldo Cazzullo, Fabrizio Roncone, Peccati immortali. Mondadori, 2019.
George Orwell, studente a Eton, nemico giurato delle istituzioni scolastiche britanniche, poliziotto coloniale in Birmania, esploratore dei bassifondi parigini e londinesi, romanziere e giornalista di sinistra, storico e cronista della vita operaia, anche un po’ omofobo, come si direbbe oggi, George Orwell (al secolo Eric Blair) riconobbe, dietro tutte quelle maschere, l’unico e solo Grande Fratello totalitario, e non gli fece sconti. Diego Gabutti. Informazionecorretta.it.
Il fotografo Drew, quella mattina dell’11 settembre 2001, era al Bryant Park, New York, 5 km a nord dei grattacieli gemelli del Trade Center. Stava facendo un servizio di moda premaman: il duro reporter di cronaca doveva fotografare delle modelle col pancione. Il tipo di lavoro che accetti solo per pagare le rate del tuo mutuo. Sul set c’era anche una troupe della Cnn: dall’auricolare di un tecnico arrivò la notizia, già di per sé incredibile, di un aereo di linea che si era andato a schiantare contro una delle due Torri. Fuori dalla metro, a bocca aperta Drew (che all’epoca, aveva 55 anni, un’età in cui le persone normali perdono un po’ di spunto) scattò come una molla, attraversando Manhattan in metropolitana. Quando sbucò fuori dalla stazione della linea 3 a Chambers Street, anche l’esperto fotografo che le aveva viste tutte, quello che ancora conservava in un armadio la giacca con sopra il sangue di Bob Kennedy, rimase a bocca spalancata. Le torri colpite erano due, avvolte dal fumo: un jet di linea aveva centrato anche la Torre Sud. Non era un incidente. Era, appunto, la Terza guerra mondiale. Maurizio Pilotti, Libertà.
Consigli (non ascoltati) per i tg Rai: Concepire i sommari con un 20 per cento di imprevedibilità. Assolto l’obbligo di raccontare «ciò che bisogno sapere della giornata», c’è tutto lo spazio per inserire temi in forte crescita d’attenzione come scienza, ambiente, tecnologia, design. Lo sport non è un vizio di pochi: è una enorme miniera di storie e di notizie che coinvolge milioni di persone e soprattutto molti giovani. Se vi annoiate a fare sempre lo stesso tg, figuratevi quelli che lo vedono. Carlo Verdelli, Roma non perdona – Come la politica si è ripresa la Rai. Feltrinelli, 2019
Mio padre era un tenore mancato. Era stato abbandonato dal padre che si era rifatto una famiglia a Bordeaux (anche lì tre figli con gli stessi nomi di quelli abbandonati, roba da film) e allora si è dovuto rimboccare le maniche e mettersi a lavorare. E il suo desiderio l’ha riversato su di me, voleva diventassi soprano, ma non ci sono riuscita perché quando è morto anche io come lui dovevo aiutare in casa. E mi sono messa a fare la sarta. Orietta Berti, cantante (Renato Franco). Corsera.
Le mazzette non si devono dare ma se fai impresa a Roma e trovi chi ti chiede i soldi, come fai? Salvatore Carminati, il pd re delle coop romane (Andrea Arzilli). Corsera.
Stava osservando un tramonto dolce e languido come il senso di una donna matura. Antonio D’Orrico.
La donna che vuole essere tutta tua, in realtà vuole che tu sia solo suo. Roberto Gervaso.