corriere.it, 12 ottobre 2020
Quanto costa diventare inquilino della Casa Bianca
Negli Stati Uniti il candidato che raccoglie più soldi per la campagna elettorale quasi sempre vince. E ogni voto costa. Ce lo spiega bene Quartz in un articolo firmato da Amanda Shendruk. Le presidenziali americane sono tra le elezioni più costose al mondo: a un mese dal D-Day Joe Biden e Donald Trump hanno già speso 350 milioni di dollari a testa per le loro campagna elettorale.
Ogni voto guadagnato ha un costo. Per calcolarlo Quartz ha diviso la cifra raccolta per la campagna elettorale da ogni presidente per la quantità di voti ricevuti. Se Donald Trump nel 2016 ha speso 5,8 dollari per ogni elettore, Barack Obama nel 2012 è arrivato al doppio, 12,8 dollari (13 dollari nel 2008) mentre a George W. Bush nel 2004 ogni voto era costato 8 dollari (5,5 dollari nel 2000).
Alcuni Paesi, come il Canada e la Francia, hanno deciso di porre dei limiti alla cifra che si può spendere per la campagna elettorale in modo da evitare che il denaro sia il fattore determinante per la vittoria. Sia chiaro, non basta raccogliere tanti fondi per entrare alla Casa Bianca ma sicuramente è un fattore che pesa. Ci sono persone che seguono le direttive dei partiti e altre che non si fanno influenzare dagli spot. E, comunque, la spesa di ogni candidato è solo una piccola parte del costo totale di un’elezione presidenziale: quest’anno, secondo l’analisi di un gruppo indipendente, si stima la cifra record di 10,8 miliardi di dollari per le presidenziali.
Ma alla fine vince chi ha più soldi o è il vincitore che attrae i finanziamenti? Secondo Richard Lau, professore di scienze politiche alla Rutgers University, il denaro si riversa sul candidato che ha più chance di andare alla meta.